In diverse città italiane sono state condotte azioni di sabotaggio contro AirBnB


Genova, Firenze, Milano, Rimini e Venezia: sono queste le città dove, nella notte tra venerdì 27 e sabato 28 dicembre, sono comparse strisce di nastro adesivo sulle keybox, le scatole contenenti le chiavi degli appartamenti turistici, in segno di protesta contro il fenomeno dell’overtourism. Gli anonimi attivisti, apparentemente coordinati, hanno sabotato simbolicamente quelli che sono ormai diventati l’emblema della turistificazione, coprendoli con scritte come «Meno affitti brevi, più case per tutt*», «Il tuo b&b, il nostro sfratto» e «Tu casa era mi casa». L’azione è stata non violenta, e si è limitata all’uso di nastro adesivo rimovibile e all’affissione di manifesti, senza essere rivendicata. Una nota diffusa alla stampa ha spiegato le motivazioni: «Ogni appartamento messo in affitto breve è una casa sottratta alla residenza, forse definitivamente. Numerose città in Italia registrano un inasprimento della crisi abitativa proporzionale all’aumento della capacità ricettiva, con ricadute anche sui servizi».

Le azioni di sabotaggio contro le keybox sono state promosse tra il 27 e il 28 dicembre. Le keybox, anche note come lockbox o smartlock, sono piccole scatole chiuse contenenti le chiavi di un appartamento destinato ai turisti, sbloccabili unicamente attraverso un codice di verifica fornito dal proprietario dell’alloggio. A venire presi di mira nelle città, gli stessi “lucchetti intelligenti” e i tastierini su cui digitare il codice di accesso, ma anche vetrine di agenzie immobiliari, spazi dedicati a cartelloni pubblicitari e angoli delle strade, dove sono stati affissi dei manifesti. «Sanità, scuole, trasporto pubblico sono allo stremo, sia per la difficoltà del personale a trovare casa, sia perché la riduzione del bacino di utenza si traduce nel taglio delle risorse a disposizione», hanno scritto gli attivisti in una nota non firmata mandata alla stampa. «Se il turismo rappresenta certo un settore economico rilevante, i benefici per la città sono ormai ampiamente superati da costi insostenibili, che peraltro comportano un sommerso diffuso».

La lotta contro l’overtourism in Italia va avanti da mesi. Tra chi si limita a segnalare i lucchetti con adesivi, come a Milano e Firenze, e chi li rimuove con le tronchesi, come a Roma e Bologna, il sabotaggio dei lockbox sembra ormai essere diventato strutturale. Nell’ultimo periodo, gli attivisti cittadini non si sono limitati a colpire gli smartlock, ma si sono mobilitati anche attraverso cortei e altre azioni dimostrative. A Napoli, circa tre mesi fa, un gruppo di attivisti mascherati ha affisso manifesti sulle serrande di un’edicola dismessa come segno di protesta contro i troppi b&b in città, lanciando una campagna di mobilitazione cittadina. Nello stesso periodo, a Bologna, i cittadini hanno bloccato un autobus per turisti «per denunciare la turistificazione e le contraddizioni dello sviluppo» della città. A Roma, al posto degli smartlock, sono comparsi cappelli di Robin Hood, per costruire un «Giubileo dei poveri» con cui soppiantare il «Giubileo dei ricchi», iniziativa poi ripresa anche a Bologna «perché non diventi solo una città per ricchi». A Milano, invece, lo scorso novembre il comitato dei Navigli ha promosso una mappatura dei lucchetti intelligenti e organizzato un corteo per ricordare a tutti che «questa città non è un albergo».

In teoria, sarebbero già stati raggiunti i primi risultati: a Firenze, la sindaca Sara Funaro ha presentato un piano di dieci punti per contrastare il turismo di massa nel centro della città, che prevede misure che vanno dal divieto di utilizzo delle keybox in area Unesco alla limitazione dei veicoli atipici, fino al divieto di utilizzo di amplificatori e altoparlanti. Recentemente, la sindaca ha anche approvato un nuovo Testo unico per il turismo accogliendo alcune delle richieste dei comitati. Nella stessa Firenze, come a Genova e a Bologna, sono stati introdotti regolamenti per limitare le affittanze brevi, mentre a Milano, come nel capoluogo toscano, verrà vietata l’installazione di lucchetti intelligenti nello spazio pubblico urbano. Anche il Viminale si è mosso, vietando la pratica del self check-in. Malgrado ciò, in alcune città, come nella capitale, il Comune ha fermato la rimozione delle scatolette intelligenti, sostenendo che a essere vietato è un loro specifico uso e non l’oggetto in sé.

[di Dario Lucisano]





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