in 5 si dimettono. Silenzio sull’altro fronte – AlessioPorcu.it

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 


Lo scontro infinito all’interno del Pd in vista del Congresso provinciale. In 5 danno corso alle dimissioni minacciate a ridosso di Natale. La differente interpretazione del regolamento. Che in realtà nasconde altro

Su una parte del fronte le fiamme si fanno sempre più alte, sull’altra parte la temperatura è sempre più gelida. Nulla di nuovo sulla strada per il Congresso provinciale che dovrà eleggere il nuovo gruppo dirigente del Partito Democratico ciociaro: in provincia di Frosinone se non sono unitari i Congressi sfociano sempre in scontri frontali. Colpa o merito della passione: questione di punti di vista.

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

Niente da spartire con la conta di quattro anni che fa portò all’elezione a Segretario per Luca Fantini, sostenuto allora da Pensare Democratico (l’area che vedeva insieme l’ex assessore regionale ed attuale presidente Pd del Lazio Francesco De Angelis e la consigliera regionale Sara Battisti). Oggi De Angelis guida la componente Area Dem (Franceschini e Leodori) che candida alla Segreteria Achille Migliorelli mentre Battisti guida  Rete Democratica (Claudio Mancini) che propone un bis per Fantini

Questa volta i due big stanno su fronti opposti: il primo è alleato con l’area di Elly Schlein, la seconda con il suo ex rivale alle Regionali Antonio Pompeo, leader di Base Riformista ed ex presidente della Provincia. Entrambi giurano di voler evitare la conta: le evidenze dicono il contrario. Entrambi sono convinti in cuor loro di avere i numeri per vincere. Poi il 23 dicembre sono arrivati i numeri provvisori delle tessere ed è esploso il caos.

Questione di tessere

Ognuno fornisce un’interpretazione differente sul Regolamento. Dalle parti di Base Riformista dicono che le tessere consegnate per confermare gli iscritti andavano restituite in Federazione ed analizzate dalla Commissione Congresso e dai Segretari di Circolo; solo dopo potevano essere consegnate le altre. Dalle parti di Area Dem nessuno intende commentare: temono di finire in una polemica infinita.

Durante l’ultima Direzione proprio Antonio Pompeo aveva puntato il dito sul numero di tessere tra i più bassi di sempre: appena 1.500. E che fosse un numero drammaticamente basso lo dimostra la media dei tesseramenti negli ultimi 5 anni: 3mila tessere. Così la decisione presa in maniera condivisa era quella di ripartire un numero di tessere pari alla media storica (appunto le tremila), tenendone un ulteriore 30% di riserva (cioè altre mille). Da distribuire solo dopo avere verificato la regolarità del primo lotto di iscritti.

È questa, la regola che l’area di Pompeo e di Battisti ritiene sia stata violata. Un tentativo di buttarla in caciara dopo essersi resi conto di non tenere il passo, secondo quelli di Area Dem. Perché?

I casi limite

Antonio Pompeo e Piergianni Fiorletta

Ci sono alcuni casi emblematici che per Area Dem spiegano la situazione. Il Segretario di San Vittore del Lazio per fare 20 tessere è dovuto andare tre volte a Frosinone per via di un regolamento che impone prima la conferma delle tessere precedenti e poi il 30% in più.

Un caso limite è quello di Ferentino. Nello scorso tesseramento cittadino si consumò la frattura tra Antonio Pompeo ed il suo predecessore Piergianni Fiorletta, culminato con la scelta di non partecipare al Congresso e lasciare la sezione all’allora sindaco; oggi Fiorletta vuole partecipare e come lui anche il consigliere provinciale Luigi Vittori. Ma sulla base dell’interpretazione del regolamento sono state date a Pompeo 130 tessere (lo stesso numero sottoscritto lo scorso anno) ed a Vittori solo 10 (quelle sottoscritte prima di decidere che non si doveva partecipare).

È per questo ed altri casi simili che il 23 dicembre è arrivato a Frosinone il responsabile regionale Organizzazione del Pd Lazio Andrea Ferro. Ha consegnato le tessere a tutti quelli che le chiedevano.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Impossibile proseguire

Sara Battisti e Matteo Orfini

Una scelta che ha fatto scattare la levata di scudi nell’area di Rete Democratica e Base Riformista. I loro cinque componenti nella Commissione che vigila sul congresso hanno minacciato le dimissioni: lasciando intuire che si stesse andando verso un tesseramento gonfiato. Perché? “Se le mille tessere in più vanno tutte ad una sola area con quella che può essere considerata un’imboscata, allora c’è un problema”. Accusa respinta citando i numeri di Fratelli d’Italia: a Frosinone città sta andando al Congresso ed ha sottoscritto 1.200 tessere, allo stesso tempo nel Capoluogo il Pd ha fatto 200 tessere.

Oggi il passo successivo. “Alla luce della mancata risposta da parte degli organi competenti alle gravi questioni da noi sollevate sullo svolgimento del Congresso del Partito Democratico della provincia di Frosinone, e preso atto che le condizioni necessarie per garantire trasparenza, regolarità e rispetto delle regole non sono state ripristinate, riteniamo impossibile proseguire il nostro lavoro all’interno della commissione congressuale”. In pratica, i cinque componenti della Commissione di Garanzia hanno dato seguito oggi alle dimissioni annunciate alla vigilia di Natale.

Il Regolamento contestato

Andrea Ferro

Accusano il responsabile regionale Organizzazione del Pd Lazio Andrea Ferro di avere “di fatto esautorato il ruolo del presidente della commissione Congresso Alberto Tanzilli e dell’intera commissione, distribuendo le tessere senza alcun criterio”. Lo sostengono in base ad un Regolamento che “è stato votato nel corso dell’ultima Direzione Regionale su proposta dello stesso Ferro. Prevede una soglia massima del 30% di incremento per tutti i Circoli, con obbligo di segnalazione al Nazionale in tutti i casi in cui quel tetto venga superato”.

I cinque dimissionari sostengono che Andrea Ferro abbia “profondamente minato il rispetto delle regole stabilite e il ruolo di garanzia che il Partito regionale avrebbe dovuto esercitare. Nonostante i nostri ripetuti richiami e il ricorso presentato, non è stato preso alcun provvedimento per sanare questa grave situazione”. Da qui le dimissioni rassegnate questa mattina dai componenti Massimo Lulli, Carlo Di Santo, Giampiero Di Cosimo, Maria Rita Cinque e Alberto Festa.

Il paradosso

Il paradosso è l’impressione che sta maturando a margine di tutta questa storia. Sembra che ci sia una parte del Pd provinciale che non vuole fare le tessere per difendere lo status quo ed una parte che intende tesserare chiunque. Non è così.

Anche in provincia di Frosinone il Pd inizia a risentire dell’effetto Schlein che, piaccia o no, ha saputo lanciare segnali ad una generazione che in questi anni era stata tenuta ai margini. Non si tratta di una questione anagrafica: fosse quello, Luca Fantini ed Achille Migliorelli non avrebbero rivali, vengono entrambi dal Giovanile ed entrambi con successo; il primo è Segretario provinciale uscente dopo essere stato Segretario dei Giovani Democratici del Lazio. Il secondo ha militato in Primavera Studentesca cioè il movimento universitario.

A muovere il Partito è tutta quella parte di mondo che non si sentiva rappresentata da un Pd sempre più concentrato sui temi del Governo. E sempre meno attento ai temi degli ultimi, dei diritti negati, delle difficoltà quotidiane per prenotare una visita. O timbrare una ricetta medica, trovare una casa in affitto per andare all’università. Basta questo a giustificare l’aumento delle tessere? Forse.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Ma chi oggi dovrebbe dirlo si è dimesso. E se si aggiungesse un’altra rinuncia, oltre la metà della Commissione avrebbe gettato la spugna. Si bloccherebbe il Congresso?



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Conto e carta

difficile da pignorare