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Life Cycle Design: quando il design abbraccia la sostenibilità

Sai, il design oggi non si ferma più alla bellezza o alla funzionalità di un oggetto. In un mondo che (finalmente!) si interroga sul suo impatto ambientale, noi designer abbiamo una responsabilità enorme: pensare all’intero ciclo di vita di ciò che creiamo, dalla sua nascita alla sua, diciamo così, “dipartita”. È proprio qui che entra in gioco il Life Cycle Design (LCD) derivato dal Life Cycle Assessment), un approccio a 360 gradi che cerca di ridurre al minimo l’impatto ambientale dei prodotti in ogni fase della loro esistenza. In poche parole, si tratta di creare un modello di produzione e consumo più sostenibile e circolare.

Un viaggio a 360 gradi: dalla culla alla culla

Facciamo un esempio concreto: pensa alla tua t-shirt preferita. Il suo viaggio inizia dal cotone coltivato nei campi, passa per la trasformazione in tessuto, la confezione, l’uso che ne fai tu, fino ad arrivare al suo riciclo o, purtroppo, allo smaltimento. Il Life Cycle Design analizza e ottimizza ogni singolo passaggio di questo percorso per ridurre l’impronta ecologica del prodotto.

Come? Seguendo quattro principi fondamentali:

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  • Risparmiare risorse: scegliere materiali riciclati, rinnovabili, biodegradabili e provenienti da filiere responsabili, evitando sprechi inutili.
  • Minimizzare gli sprechi: ottimizzare i processi produttivi per ridurre scarti, emissioni inquinanti e consumo di energia.
  • Allungare la vita del prodotto: creare oggetti durevoli, riparabili, che si adattino ai cambiamenti nel tempo, in modo da non doverli sostituire continuamente.
  • Facilitare il riciclo: utilizzare materiali facili da separare e riciclare, progettando i prodotti in modo che a fine vita possano essere smontati e recuperati.
Life Cycle Design: quando il design abbraccia la sostenibilità

Perché il Life Cycle Design ci fa bene

I vantaggi? Beh, sono tantissimi e toccano diversi aspetti:

  • Ambiente: meno inquinamento, meno emissioni di gas serra, meno rifiuti e un minore consumo di risorse naturali.
  • Economia: processi produttivi più efficienti, riduzione dei costi di produzione e smaltimento, nuove opportunità di business legate all’economia circolare.
  • Società: migliori condizioni di lavoro lungo tutta la filiera, un consumo più responsabile e consapevole, prodotti più accessibili e durevoli per tutti.
  • Innovazione: il Life Cycle Design spinge la ricerca di nuove soluzioni, materiali eco-compatibili e tecnologie produttive a basso impatto, favorendo l’innovazione e la creatività.

E noi cosa possiamo fare?

Anche noi consumatori possiamo fare la differenza e contribuire a un futuro più sostenibile. Come?

  • Informiamoci: cerchiamo prodotti con etichette e certificazioni ambientali (tipo Ecolabel, Cradle to Cradle), scegliamo aziende trasparenti che usano il Life Cycle Design e ci dicono chiaramente qual è l’impatto ambientale dei loro prodotti.
  • Acquistiamo meno e meglio: privilegiamo la qualità, la durata e la riparabilità alla quantità e al prezzo basso, investendo in prodotti fatti per durare nel tempo.
  • Ripariamo e riutilizziamo: diamo una seconda vita agli oggetti, riparandoli invece di buttarli via, trovando nuovi modi per usarli o donandoli ad associazioni che si occupano di riciclo.
  • Noleggiamo e condividiamo: se ci serve un oggetto solo raramente, perché non noleggiarlo o condividerlo con altri? In questo modo si riduce la produzione e il consumo di beni.
  • Ricicliamo correttamente: facciamo la raccolta differenziata e informiamoci su come funziona nel nostro comune.
  • Facciamo sentire la nostra voce: sostieniamo le aziende che adottano pratiche sostenibili e chiediamo ai produttori di usare il Life Cycle Design, premiando le aziende responsabili con i nostri acquisti.

Life Cycle Design: una rivoluzione in atto

Il Life Cycle Design sta davvero cambiando il modo in cui pensiamo, produciamo e consumiamo. Non si tratta solo di ridurre l’impatto ambientale, ma di creare un sistema in cui i prodotti sono fatti per durare a lungo, essere riparati, riutilizzati e riciclati, evitando sprechi e riducendo l’uso di nuove risorse.

E la cosa bella è che questo approccio sta contagiando tutti i settori: dall’arredamento all’elettronica, dalla moda all’automotive, fino all’architettura e all’urbanistica. Il risultato? Prodotti, servizi e sistemi sempre più sostenibili e di alta qualità.

Fast fashion: un modello da cambiare

Prendiamo l’industria della moda. Il fast fashion, con i suoi cicli di vita brevi, i costi bassi e il continuo rinnovo delle collezioni, ci ha abituati a consumare troppo e a buttare via i vestiti dopo poco tempo. Ma a che prezzo?

Studi recenti hanno dimostrato che il fast fashion ha un impatto devastante sull’ambiente. Pensate che, secondo le Nazioni Unite, questo settore è responsabile di circa il 10% delle emissioni globali di gas serra, del 20% dello spreco idrico globale e del 9% dell’inquinamento da microplastiche negli oceani! E non finisce qui: ogni anno più di 92 milioni di tonnellate di abiti finiscono in discarica o vengono inceneriti.

Per fortuna, il Life Cycle Design ci offre un’alternativa. Come? Promuovendo la produzione di capi durevoli, realizzati con materiali eco-compatibili, facili da riparare e riciclare. Si utilizzano fibre naturali e innovative, come il cotone organico, la canapa, il lino, il Tencel, e si riciclano tessuti e filati, riducendo la dipendenza da materie prime vergini e l’impatto ambientale.

Aziende che ci credono

Esistono aziende che hanno già abbracciato il Life Cycle Design, dimostrando che si può avere successo rispettando l’ambiente.

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  • Patagonia: questa azienda di abbigliamento outdoor è un vero pioniere del Life Cycle Design. Da anni produce capi durevoli, riparabili e realizzati con materiali riciclati e organici. E non solo: incoraggia i clienti a riparare i propri capi invece di buttarli, offrendo un servizio di riparazione a vita e promuovendo la cultura del riuso.
  • Ikea: il gigante svedese dell’arredamento ha scelto la sostenibilità. Utilizza materiali riciclati e provenienti da fonti responsabili, progetta mobili facili da smontare e riciclare, e si impegna a ridurre l’impatto ambientale della sua produzione e distribuzione.
  • Fairphone: questa azienda produce smartphone modulari e riparabili, progettati per durare nel tempo e contrastare l’obsolescenza programmata. I loro telefoni sono realizzati con materiali provenienti da fonti etiche e sono facili da smontare per sostituire i componenti guasti o aggiornare il dispositivo.

In conclusione…

Il Life Cycle Design è una vera rivoluzione. È un invito a ripensare il nostro rapporto con gli oggetti e con l’ambiente, a scegliere prodotti che rispettino il pianeta e contribuiscano a un futuro migliore.

E come dice Joy Severini: “Credo profondamente che il Life Cycle Design sia la chiave per un futuro in cui la creatività e l’innovazione siano al servizio della sostenibilità. Come designer, abbiamo il dovere di creare oggetti che non solo siano belli e funzionali, ma che rispettino anche l’ambiente e contribuiscano a un mondo migliore.”

Quindi, se stai cercando un’agenzia creativa che si occupi per te, con te, per il tuo ufficio stile o per il tuo brand, di creare un progetto dirompente, di recupero e sostenibile di uno spazio o di un luogo scrivici a io@conjoya.it e fisseremo un incontro di consulenza con la Designer Joy Severini per iniziare insieme a costruire progetti JOYosi.

Quindi, se stai cercando un’agenzia creativa che si occupi per te, per il tuo ufficio stile o per il tuo brand, di creare un progetto o una collezione di design stimolante ed efficace scrivici a io@conjoya.it e fisseremo un incontro di consulenza con la Designer Joy Severini per iniziare insieme a costruire progetti JOYosi.

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Se invece vuoi scoprire altri argomenti interessanti sul mondo dei progetti di design, oltre all’articolo che racconta Il Design salverà il mondo? Forse sì! Peccioli, dove la discarica diventa teatro!, leggi anche: Il Design salverà il mondo? Forse sì! Peccioli, dove la discarica diventa teatro!

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