L’analisi «I parametri di valutazione sono cambiati e l’imprenditore oggi deve pianificare strategie adeguate ai tempi». Lo spiega Enrico Rovere di Kroll
Com’è cambiata la scala del valore di un’azienda, quella dei parametri più opportuni per «pesare» la sua posizione sul mercato, i suoi asset, l’allineamento del capitale ma anche quelle peculiarità immateriali che la rendono forte e capace di affrontare il futuro? E quanto è importante per un imprenditore essere consapevole di un quadro generale e reale che può garantire una pianificazione strategica per avviare il passaggio generazionale?
«La valutazione d’azienda è un campo in costante evoluzione, tra analisi fondamentale, crescita tecnologica e sfide globali» spiega Stefano Sanna, presidente dei Giovani imprenditori Uib che nei giorni scorsi ha organizzato un convegno sul tema. «La velocità con cui lo scenario economico si modifica non è mai stata così rapida, richiede nuovi approcci e una comprensione approfondita delle dinamiche».
Negli ultimi anni, l’abbondanza di liquidità ha spesso portato molti operatori del mercato a sottovalutare la complessità delle variabili qualitative che caratterizzano il valore di un’azienda. «Tuttavia, il contesto attuale, caratterizzato da condizioni economiche meno favorevoli e da una crescente attenzione alla sostenibilità d’impresa, ha posto al centro della definizione delle strategie aziendali questi concetti. La valutazione non è più solo un esercizio finanziario, ma uno strumento fondamentale per la scelta delle priorità di crescita fino alla gestione dei rischi».
L’approfondimento è stato condotto con il supporto di Enrico Rovere, managing director e responsabile Italia della divisone Business Valuation di Kroll, leader mondiale indipendente nella valutazione finanziaria. «La consapevolezza è un fattore importante. Capire qual è e cos’è il valore per un’azienda non si circoscrive solo ai profitti.
L’imprenditore ha una funzione sociale perché un’impresa sana arricchisce tutti e crea benessere. Il fatto di misurarla è importante per capire se sta lavorando bene: se non si crea valore non ci sono prospettive. Ci sono scelte che dovrebbero essere considerate, in particolare il percorso di crescita, che può avvenire tramite alleanze con altri, al fine di raggiungere una dimensione stabile, più attraente e meno rischiosa; valutando un eventuale ingresso di un socio finanziario, come un fondo di private equity o, in casi di società mature, la quotazione in borsa».
La valutazione è utilizzata per molteplici scopi. dai meri fini bilancistici, fiscali e legali, a quelli più specifici quali supporto a possibili operazioni straordinarie, nuove iniziative o semplice consapevolezza interna. «Siccome il valore di un’azienda dipende dalla sua capacità di generare flussi di cassa nel futuro, oltre alla struttura economico-finanziaria, vi sono variabili che vanno considerate, quali il suo posizionamento competitivo, i beni aziendali disponibili, gli investimenti in beni capitale e risorse umane necessari» prosegue Rovere.
«Una buona strategia e una governance attenta non bada solo al conto economico ma pianifica il futuro in modo ambizioso e realistico. In un contesto come quello attuale in rapido mutamento è fondamentale mettersi in gioco innovando e cercando nuovi sbocchi di mercato, considerando l’eventuale apertura a nuovi capitali evitando di affidarsi solo al debito. Piccolo non è sempre bello, si diventa vulnerabili. Diversificare e allargare la capacità di offerta e di business lavorando sulle economie di scala sono concetti sui quali impostare una buona strategia di crescita».
L’analisi permette all’imprenditore di fare scelte adeguate ai tempi. L’elemento «valore» non si ritrova solo in un immobile nei capannoni o nelle linee produttive, come spesso avveniva una volta. La capacità di una gestione oculata, di attrarre talenti, di formarli e, soprattutto di trattenerli; il potere del brand; la predisposizione all’innovazione, alla qualità, alle ricadute sul territorio; il potenziale di apertura ai mercati, sono oggi punti fermi di una valida generazione di cassa. In questo contesto il valore di un’azienda permette di ampliare le ricadute su un più ampio numero di soggetti: non solo benefici per l’imprenditore e i suoi soci ma anche sugli stakeholders e sul territorio.
«Siamo certi che, anche nel Biellese, di fronte a uno scenario competitivo sempre più attento alla capacità delle imprese di operare in questo senso per la società e l’ambiente e per il Made in Italy, si stiano presentando delle opportunità che siamo desiderosi di cogliere» conclude Stefano Sanna.
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