Pandorogate: Chiara Ferragni fa pace con il Codacons e scuce 200 mila euro

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La vicenda nota come “Pandorogate”, che ha coinvolto Chiara Ferragni, sembra avviarsi verso una conclusione con l’annuncio di un accordo tra l’influencer e il Codacons. Uno scandalo che ha messo a dura prova la credibilità della regina dei social, travolta da accuse di pubblicità ingannevole e truffa aggravata legate alla promozione del “Pandoro Pink Christmas” e di altre iniziative presentate come benefiche. Ora, l’intesa raggiunta sembra un tentativo di voltare pagina, ma non senza lasciare domande aperte.

Come riportato dai legali della Ferragni, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, l’accordo rappresenta “la duplice volontà delle parti, da un lato, di chiudere le pregresse vertenze e, dall’altro, di guardare positivamente al futuro, instaurando un clima di collaborazione e rispetto con l’obiettivo di favorire iniziative concrete e un dialogo costruttivo su temi sociali di comune interesse”. In pratica, l’intesa prevede il versamento di una somma destinata al risarcimento dei consumatori rappresentati dal Codacons e dall’Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi, ovvero coloro che avevano acquistato il famigerato pandoro, presentato come un prodotto solidale.

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Oltre al risarcimento diretto dei consumatori, il patto stabilisce che Chiara Ferragni effettuerà una donazione di 200.000 euro a un ente che supporta le donne vittime di violenza. La scelta dell’ente sarà concordata con il Codacons, che sta già portando avanti il progetto “Oltre il Silenzio” per aiutare le vittime di violenza di genere. “La stessa Chiara Ferragni parteciperà a un importante evento nazionale legato a questa iniziativa”, sottolineano i legali, evidenziando come l’influencer voglia dimostrare il suo impegno su tematiche sociali delicate.

Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, ha espresso apprezzamento per l’intesa, definendola “di completa soddisfazione per le associazioni e per i consumatori che le stesse rappresentano”. Rienzi ha inoltre evidenziato “l’importanza della donazione concordata, che potrà fornire un aiuto concreto alle donne più fragili”. In una nota, si spiega che nei prossimi giorni il Codacons e l’Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi contatteranno i consumatori che avevano segnalato il caso, per distribuire i risarcimenti concordati.

L’accordo arriva in un momento cruciale. Chiara Ferragni è sotto indagine dalla Procura di Milano per truffa aggravata e pubblicità ingannevole. Le accuse ruotano attorno alla promozione di prodotti come il pandoro e le uova di Pasqua “solidali”, venduti a prezzi maggiorati con la promessa che parte dei ricavi sarebbe stata destinata a beneficenza. Tuttavia, è emerso che la donazione di 50.000 euro all’Ospedale Regina Margherita di Torino, al centro della campagna promozionale del “Pandoro Pink Christmas”, era stata effettuata dalla Balocco, indipendentemente dalle vendite del dolce. Questo dettaglio ha alimentato le polemiche, portando all’apertura dell’inchiesta e alla denuncia da parte del Codacons e di altre associazioni.

L’influenza di questo accordo sulle decisioni della Procura resta da vedere. La querela presentata dal Codacons verrà ritirata, ma ciò non significa necessariamente la chiusura dell’indagine. La Procura potrebbe comunque decidere di procedere con un rinvio a giudizio. Questo nodo verrà sciolto nei prossimi mesi, ma è chiaro che l’intesa raggiunta rappresenta un tentativo di alleggerire la posizione dell’influencer e limitare i danni reputazionali.

Chiara Ferragni, considerata una delle figure più influenti al mondo nel campo della moda e del lifestyle, si trova ora a dover gestire un’importante sfida per riconquistare la fiducia del pubblico. Non è la prima volta che un personaggio pubblico si trova al centro di uno scandalo legato a iniziative benefiche, ma la portata del “Pandorogate” ha sollevato interrogativi profondi sulla trasparenza e sull’etica delle operazioni commerciali legate a cause sociali.

Questa vicenda mette in luce quanto sia delicato il confine tra marketing e beneficenza, soprattutto quando si tratta di sfruttare cause sociali per promuovere un prodotto. Se da un lato l’accordo raggiunto segna un passo importante per chiudere le polemiche, dall’altro rimane il dubbio su quanto queste vicende possano influire a lungo termine sulla credibilità dell’influencer. La Ferragni ha costruito il suo impero sul concetto di autenticità e vicinanza al pubblico, ma scandali come questo rischiano di minare le fondamenta di un’immagine apparentemente perfetta.

Il “Pandorogate” non si limita a essere una questione giudiziaria o commerciale, ma è diventato un caso emblematico che invita a riflettere sulla responsabilità sociale delle celebrità. L’accordo con il Codacons, per quanto significativo, potrebbe non essere sufficiente a cancellare le ombre di uno scandalo che ha fatto molto rumore. La vera sfida, per Chiara Ferragni, sarà dimostrare che dietro al marketing c’è un reale impegno per le cause sociali, e non soltanto un’abile strategia per riparare i danni.

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