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TRENTO – La Provincia, tramite Trentino Marketing ha pagato alla società di consulenza e pubbliche relazioni Comin & Partners 116.665 euro più Iva per occuparsi della comunicazione sul tema dei grandi carnivori e partecipare con il ruolo di «facilitatori» al Tavolo grandi carnivori istituito l’estate scorsa.
Lo rende noto l’assessore provinciale Roberto Failoni rispondendo a una interrogazione della consigliera Lucia Maestri (Pd).
La società di comunicazione, che ha sede a Milano e Roma, è stata scelta da Trentino Marketing fra tre agenzie con esperienza in particolare nella gestione scelte sulla base dell’esperienza nella gestione di problemi e situazioni di crisi, viste le difficoltà incontrate soprattutto sul fronte della comunicazione sulla convivenza con orsi e lupi.
Failoni spiega che il ricorso a questi consulenti è stato deciso dalla giunta «al fine di favorire il confronto tra rappresentanti di categorie diverse su argomenti spesso divisivi, quale è quello relativo alla gestione dei grandi carnivori, si è ritenuta opportuna la presenza di figure tecniche, definite “facilitatori”, quali gli esperti di comunicazione la cui neutralità si pone a garanzia del loro ruolo di agevolatori del dialogo».
«In tal senso – precisa l’assessore – va motivata la presenza dei consulenti nell’ambito del Tavolo grandi carnivori, istituito dalla Provincia. Tali figure consulenziali svolgono un ruolo di affiancamento dell’Ufficio stampa al fine di accrescere la professionalità e l’incisività sul tema della comunicazione in materia di convivenza tra orsi e popolazione sul quale la Provincia è stata talvolta oggetto di critiche».
La giunta provinciale ha sentito l’esigenza di affidarsi a dei professionisti su una questione così delicata, sia a livello provinciale che per quanto riguarda l’immagine che del Trentino si è creata a livello nazionale a questo riguardo, perché, dice sempre Failoni l’obiettivo è avere «una chiara strategia di comunicazione per sensibilizzare residenti ed ospiti sulla presenza dei grandi carnivori, promuovendo una corretta convivenza attraverso consapevolezza e buone pratiche di comportamento, e con un approccio di sistema integrato e coeso da parte di tutti i soggetti territoriali coinvolti (Provincia, Comuni, Parchi, Trentino Marketing, Apt)».
Nella stessa risposta all’interrogazione di Maestri si informa che il sondaggio che era stato commissionato da Trentino Marketing sul gradimento degli orsi fra la popolazione trentina è costato 28.500 euro.
Intanto, il report del Servizio faunistico provinciale sui grandi carnivori relativo al mese di novembre rileva che gli orsi stanno andando in letargo. Gli indici di presenza relativi alla specie si sono infatti «progressivamente ridotti: per una parte degli orsi (ad esempio le due femmine radiocollarate nel 2024) è già iniziata la fase di ibernazione».
«Gli avvistamenti di orsi sono stati pochi in generale. In un paio di occasioni – informa il Servizio faunistico – dei camosci (il cui manto invernale è bruno scuro) e, in ulteriori due casi, dei pony al pascolo, sono stati probabilmente scambiati per orsi».
Il che la dice lunga sulla “psicosi” da orso presente tra chi vive in alcune zone del Trentino.
Va peraltro ricordato che quattro anni fa una società specializzata trentina si era rivolta alla Provincia per presentare l’idea di una campagna pubblicitaria di sensibilizzazione sulla convivenza con gli orsi, ma non ricevette ascolto.
Era stata elaborata da Nazareno Ambrosi, art director e esperto di strategie di marketing trentino, in collaborazione con la figlia Giada: lo slogan scelto era «L’orso non è un gioco» e l’obiettivo – aveva spiegato Ambrosi all’Adige, nel luglio 2020, aveva il focus proprio sulle problematiche che sono diventate via via sempr epiù strignenti. «Era contribuire a collocare in una cornice verosimile e costruttiva la presenza dell’orso in Trentino. Sapere che questo animale selvatico si muove nelle nostre foreste è bello, però bisogna imparare a conviverci correttamente, a conoscerne e rispettarne la natura, evitando gli allarmismi o le trappole favolistiche.
Quindi – spiegava ancora Ambrosi – abbiamo elaborato una strategia con lo scopo di divulgare e spiegare, con un linguaggio chiaro e immediato, le caratteristiche di un fenomeno che appartiene al nostro territorio. Si tratta di educare a una maggiore responsabilità e consapevolezza di un corretto rapporto uomo-animale.
Dunque, accanto allo slogan “l’orso bruno non è un gioco”, si propongono una serie di immagini eloquenti e una breve comunicazione.
Il testo suggerito recita: “La presenza dell’orso bruno in Trentino è una cosa seria. Da parte della pubblica amministrazione sono in atto importanti iniziative che, unite alla vostra collaborazione, hanno l’obiettivo di stabilire una serena convivenza con una realtà del nostro territorio. Collaborare vuol dire soprattutto informarsi: sia per conoscere le abitudini dell’orso, che per acquisire utili consigli nell’eventuale avvistamento o incontro ravvicinato”. Il tutto corredato naturalmente dal logo della Provincia e dalle informazioni di contatto con l’ufficio che si occupa degli orsi», concludeva l’esperto trentino di comunicazione.
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