Da Sondrio a Chiesa in Valmalenco in funivia, un progetto con benefici per l’intero territorio

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L’idea, lanciata dal Comitato Soval 2026, prevede un percorso di 16 chilometri della durata di 45 minuti con una serie di fermate intermedie pensate per favorire un collegamento sostenibile tra città e montagna. Il fine non è solo di sviluppo turistico, ma anche di rinascita socioeconomica per tutto il territorio.

Una funivia che colleghi Sondrio alla Valmalenco: “in modo da dare una montagna facilmente accessibile dalla città e al contempo favorire l’accesso alla medesima e ai suoi servizi ai valligiani che vivono la media ed alta quota e ai turisti che la raggiungono a scopo relax o per la pratica degli sport della neve”, a dirlo è Andrea Forni, architetto, già presidente dell’ordine provinciale di categoria e alla guida del Comitato Soval (Sondrio e Valmalenco) 2026. Il comitato, nato nel 2021 per ragionare e progettare il rilancio di Sondrio e dei comuni limitrofi della Valmalenco:”è frutto di un movimento partito dal basso, da cittadini, liberi professionisti, imprenditori, che, durante il periodo pandemico – dice Forni – hanno iniziato a pensare ad un futuro che vedesse Sondrio e le sue valli, la Valmalenco in primis, ma non solo, protagoniste del loro destino. In un’ottica, però, autenticamente sostenibile e di interesse sia per i residenti sia per i turisti. E qui è venuta avanti l’idea di una funivia che parta dal centro di Sondrio, nei pressi di piazza Garibaldi, faccia tappa a Mossini, non distante dal ponte sulle Cassandre, raggiunga Torre di Santa Maria, altra fermata, quindi Chiesa centro e, infine, Chiesa Vassalini, da dove, poi, parte la Funivia Snow Eagle per le piste da sci del Palù. Quattro fermate per 16 chilometri di percorso aereo, da compiersi in complessivi 45 minuti”.

Un mezzo di trasporto lento – dice Forni -, che vuole anche essere tale tenuto conto che non va a sostituire l’attuale trasporto su gomma, perché via fune non si potrebbero, comunque, raggiungere tutti i singoli paesi e borghi della Valmalenco, ma ad integrarlo. Potrebbe essere usufruito anche dagli studenti che devono scendere ogni giorno a Sondrio, ad esempio, così come potrebbe facilitare la discesa in città agli anziani che trovano sempre meno servizi sanitari in valle e ai tanti che la raggiungono tutti i giorni per esami e visite in ospedale”.

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Un flusso stimato in almeno 20mila persone l’anno, per le quali i promotori dell’iniziativa vorrebbero studiare un accesso gratuito in funivia con qrcode collegato all’impegnativa del medico.

E poi c’è il flusso turistico che, in località non troppo alte in quota come quelle malenche – spiega Forni – va ripensato in ragione del cambiamento climatico diversificando l’offerta turistica, e con l’esigenza di favorire il recupero a fini agricoli di un versante che, 40-50 anni fa era coltivato a vite fino a 1400 metri. Evitare lo spopolamento, anzi, riportare persone in valle, rivitalizzare i piccoli borghi e farli divenire anche poli di attrazione turistica è alla base di questa idea di collegamento via fune che, voglio precisare, non è campata per aria, anzi, è stata approfondita e validata da affermati tecnici del settore”.

Il riferimento è all’ingegner Piergiacomo Giuppani, di Sondrio, progettista e direttore d’esercizio di molti impianti di risalita lombardi e italiani. Membro del Comitato Soval ha sviluppato alcune indicazioni di massima sul nuovo impianto, che si comporrebbe di una serie di 4 funivie bifune con vetture va e vieni della capacità di 60 persone ciascuna.

Notevoli, i costi di realizzazione, stimati in 100-120 milioni di euro, per un’opera fattibile in tre anni, esclusi i tempi di progettazione e autorizzazione stimabili in 18 mesi. I costi di esercizio sono invece stimabili, considerando un funzionamento di 300 giorni annui e le possibili limitazioni nelle giornate di vento sostenuto, in circa 2 milioni di euro l’anno, con un fabbisogno complessivo quantificato in 30 persone impiegate.

Giuppani è membro di Soval, insieme a Fabio Cometti, Giuseppe Della Rodolfa, guida alpina, Paolo Del Vò, architetto, Andrea Forni, architetto, i fratelli Antonio e Francesco Grimaldi, il primo presidente della Fondazione Rsa città di Sondrio il secondo commercialista, Marco Negrini, sindaco di Lanzada, Matteo Pircher, imprenditore, Sergio Rota, agente di commercio, Stefano Taborelli, direttore del Governo del territorio nell’Asst Sette Laghi, e Paolo Tarabini, avvocato.

Di seguito si propone il video realizzato dal Comitato che ci guida lungo il possibile percorso dell’impianto.

Video :

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