“Crescita, imprese da sostenere. La sfida su sicurezza e cantieri”

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“Non credo che il modello emiliano-romagnolo o bolognese nello specifico sia in crisi, certo in tutti i territori dove si registra un calo di ordini e una forte frenata degli investimenti si intravedono scricchiolii che vanno assolutamente cementati, se vogliamo guardare con fiducia al futuro”. Il presidente di Cna Bologna, Antonio Gramuglia, commenta così i dati della Camera di commercio usciti nelle scorse settimane, che vedono un aumento dell’1,6% nell’anno che si va a chiudere e prospettive di crescita dell’1,2% nel 2025. Il tutto, però, con non poche difficoltà per gli scambi internazionali (-4,4%) generate dall’incerto scenario geopolitico.

“Il 2024 è stato un anno complesso ma significativo per Cna Bologna – osserva Gramuglia –, con una buona tenuta delle nostre imprese associate, anche grazie alle azioni messe in campo per sostenere i settori più colpiti. Tuttavia, alcuni dati emersi sono preoccupanti: il ricorso agli ammortizzatori sociali è cresciuto del 100% rispetto al 2023, e sei aziende su dieci hanno avuto un calo di fatturato nei primi sei mesi dell’anno. La crisi del settore automotive e la difficoltà di reperire personale specializzato, mai cessata neppure durante il periodo Covid, sono temi che richiedono attenzione immediata”.

Si può dire che il nostro modello sia in crisi? “La nostra struttura regionale è forte, abbiamo aziende forti, anche in Appennino c’è chi continua ad andare molto bene, controcorrente alla frenata di alcuni settori, insomma in crisi non direi. Certo, anche nel questionario che abbiamo rivolto agli iscritti sono stati evidenziati segnali di sofferenza: il 70% delle aziende riuscirà a mantenere il personale, ma in tanti prevedono riduzioni nel 2025, inoltre il trend negativo del fatturato si è aggravato nell’ultimo bimestre. Ancora una volta, segnaliamo al governo e agli enti locali la necessità di mettere in campo risorse, incentivi e operazioni fiscali per sostenere soprattutto le piccole imprese”.

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Guardando al 2025, cosa si aspetta? “Il prossimo sarà un anno strategico. Le imprese dovranno affrontare sfide importanti, ma vediamo anche opportunità nella transizione ecologica, che deve diventare un volano di crescita. Cna sarà al fianco delle aziende, offrendo servizi per accedere a finanziamenti e migliorare la digitalizzazione. La collaborazione è più efficace della competizione: noi favoriamo la creazione di filiere e consorzi”.

Sarà anche un anno importante per Cna, che festeggia gli 80 anni di vita… “Siamo soddisfatti del 2024, il reclutamento di nuovi associati ha dato risultati positivi, e il numero di cittadini che si rivolgono a noi per servizi fiscali è in crescita. Nel 2025, celebreremo un traguardo importante: sfrutteremo l’occasione per rafforzare il legame con il territorio. Siamo un’associazione che sviluppa trenta milioni di fatturato e associa diecimila imprenditori e novemila pensionati che si rivolgono per una serie di servizi come compilare il 730. Organizzeremo eventi fino a giugno per coinvolgere imprese e comunità. Ma voglio sottolineare anche il rinnovo delle cariche, con le assemblee di territorio e di mestiere, fondamentale per portare nuova energia e idee, garantendo il modello democratico e associativo che ci contraddistingue”.

C’è qualche misura in particolare che chiedete all’amministrazione comunale? “Gli artigiani stanno affrontando difficoltà legate al degrado urbano, alla sicurezza e alla mobilità. Chiediamo all’amministrazione un maggiore sostegno per le attività di prossimità, baluardo contro il degrado. Inoltre, servono ristori per le imprese penalizzate dai cantieri, come quelli del tram e del passante, che incidono pesantemente sulle attività commerciali. E soprattutto, chiedo di coinvolgerci il più possibile nelle decisioni, interpellandoci non solo a cose fatte”.

A livello di infrastrutture c’è molto in ballo… “Non siamo contrari al tram, e sul Passante speriamo ci siano passi avanti. In Appennino, poi, serve un ammordernamento delle infrastrutture, da quelle fisiche – Bretella Reno-Setta o Porrettana, ma che si vada avanti – a quelle digitali, con la banda larga che è davvero una necessità”.



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