Un anno di politica in Emilia-Romagna – Notizie

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DE PASCALE VINCE LE REGIONALI, L’E-R HA UN NUOVO ‘PRES’
Michele de Pascale è il nuovo presidente della Regione
Emilia-Romagna. Ha vinto con un distacco di 17 punti le
regionali del 17 e 18 novembre, contro la candidata del
centrodestra Elena Ugolini. Subito dopo l’elezione di Bonaccini
a Bruxelles, il sindaco di Ravenna è parso la persona in grado
di mettere d’accordo tutti, sia nel suo partito, il Pd, sia
nella coalizione di centrosinistra, dopo che erano girati anche
i nomi di Vincenzo Colla (poi nominato vicepresidente) sia di
Irene Priolo (poi confermata in giunta). Il nuovo mandato è
cominciato marcando subito qualche segno di novità: i terreni
tracciati sono la sanità e la ricostruzione post-alluvione. Le
polemiche con Giorgia Meloni e con il suo governo sono già
cominciate.


   
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BONACCINI SBARCA A BRUXELLES A SUON DI PREFERENZE
Stefano Bonaccini ha deciso di concludere qualche mese prima del
previsto il proprio mandato da presidente di Regione per andare
al Parlamento Europeo dove è stato eletto con una valanga di
preferenze: quasi 400mila, di cui 260mila in Emilia-Romagna. Il
suo parere non è stato ininfluente nella scelta del suo
successore. E’ diventato nonno e da due anni fa il presidente
del Partito Democratico, da dove può far sentire la sua voce
sulla scena nazionale. Con lui ritrova un seggio nella plenaria
di Strasburgo Elisabetta Gualmini ed entra per la prima volta un
eurodeputato di centrodestra: Stefano Cavedagna di Fratelli
d’Italia. Sono state a loro modo elezioni storiche: per la prima
volta hanno potuto votare i fuori sede.


   
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LA VIA EMILIA CONTA DI PIÙ NELLE STANZE DEL GOVERNO
Il centrodestra emiliano-romagnolo non esce soddisfatto dal
risultato delle regionali, ma guadagna posizioni negli equilibri
nazionali: con l’approdo di Raffaele Fitto alla commissione
europea, il piacentino Tommaso Foti, storico esponente di
Fratelli d’Italia, è diventato il nuovo ministro delle politiche
europee. Sulla sua scrivania c’è il delicatissimo dossier dei
fondi del Pnrr, che riguardano direttamente anche
l’Emilia-Romagna. Al suo posto, a dirigere il gruppo più
numeroso del Parlamento è arrivato Galeazzo Bignami, che lascia
il ministero delle infrastrutture dove era vice di Salvini per
fare il capogruppo di Fdi. La ministra dell’Università Anna
Maria Bernini rappresenta con Forza Italia l’anima più moderata
ed è sempre attentissima a quello che succede dalle sue parti.


   
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SCHLEIN COLTIVA IL CAMPO LARGO E DIFENDE IL FORTINO
Se nel centrodestra aumenta il peso dell’Emilia-Romagna, nel Pd
probabilmente non ne ha mai avuto uno così forte. Elly Schlein,
fino a qualche anno fa vice di Bonaccini in Regione, porta a
casa un 24% alle Europee e segna qualche punto pesante alle
Regionali e alle amministrative, consolidando la propria
ledearship. L’orizzonte tracciato è quello del 2027 per la sfida
delle politiche con il centrodestra e con il tempo di arrivarci
preparati. Coltivando con pazienza il campo largo, come quello
che ha fatto vincere de Pascale in Emilia-Romagna. Intanto le
correnti si rimescolano e molti emiliano-romagnoli fanno
carriera nel partito o rivestono ruoli organizzativi e politici
di primissimo piano. Avvantaggiati anche dal fatto che in molte
parti d’Italia il Pd semplicemente non esiste più.


   
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ISABELLA CONTI GUIDA LA RISCOSSA DELLE FASCE TRICOLORI
Sindaci, ma soprattutto sindache, sbancano alle regionali. A
Bologna Isabella Conti da San Lazzaro e Irene Priolo da
Calderara entrano con deleghe pesanti nella giunta guidata da
Michele de Pascale da Ravenna. Alessio Mammi da Scandiano è
confermato a suon di voti all’agricoltura, Gessica Allegni da
Bertinoro ottiene la delega alla cultura. Maurizio Fabbri da
Castiglion de Pepoli è il nuovo presidente del Consiglio
regionale. Ma anche nel centrodestra le giunte comunali si
rivelano bacino di classe dirigente: arriva in consiglio con
Forza Italia l’ex sindaco di Parma Pietro Vignali e il giovane
sindaco di Fontevivo Tommaso Fiazza è l’unico leghista eletto.


   
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ALAN FABBRI, L’INDIANO PADANO CHE A FERRARA È PRIMO PARTITO
Se la Lega come risultati elettorali ha avuto giorni migliori,
Alan Fabbri, militante di antica fede e dal look che non piaceva
a Silvio Berlusconi, non solo si conferma sindaco di Ferrara al
primo turno, ma la lista che porta il suo nome in città è il
primo partito, con il 30%, prosciugando i voti degli altri
partiti di centrodestra, ma pescando anche a sinistra. Modena e
Reggio Emilia hanno due nuovi sindaci espressione del campo
larghissimo, Massimo Mezzetti e Marco Massari, mentre vengono
confermati per un secondo mandato Enzo Lattuca a Cesena e Gian
Luca Zattini a Forlì.


   
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IL MOVIMENTO 5 STELLE PERDE L’EUROPA MA GUADAGNA LA GIUNTA
In Emilia-Romagna la pesca elettorale del Movimento 5 Stelle è
magrissima (7% alle europee, 3,5% alle regionali) e manca la
rielezione come eurodeputata uscente la reggiana Sabina
Pignedoli. I vertici locali convincono Conte a non rompere con
il centrosinistra sulla presenza dei renziani in coalizione e
alla fine conquistano un’assessora, la reggiana Elena Mazzoni
che si occuperà di legalità e agenda digitale. Non ricandidata
né nominata in giunta la consigliera uscente Silvia Piccinini.


   
Nel frattempo Max Bugani, accolto nel Pd, lascia la giunta di
Bologna per un incarico in Regione, Federico Pizzarotti ha
lasciato +Europa per candidarsi con Azione e l’ex
sottosegretario Vittorio Ferraresi è assessore ai quartieri del
Comune di Modena.


   

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