Napoli, caro-affitti e guerra alle lockbox: alleanza tra Cgil e universitari

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di
Anna Paola Merone

Si alza la protesta. Il sindacalista Paudice: «Situazione selvaggia, s’intervenga»

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«Napoli non è un b&b». L’Udu, l’unione degli universitari, sull’onda di questo slogan ha travolto la turistificazione selvaggia, colpendo sia le lockbox sia i bed&breakfast. «In questo periodo quattro notti arrivano a fruttare ai proprietari di un bilocale tra i 600 e gli 800 euro. E di queste case, adibite a b&b, Napoli è straripante. Per studenti, lavoratori e per chiunque cerchi casa, trovare alloggio a Napoli è impresa titanica», sottolinea l’Udu, che si batte affinché «restare abitante sia un diritto». Dito puntato contro lockbox e check-in a distanza ma con la richiesta di regole certe sul numero di case destinate agli affitti brevi, quartiere per quartiere, e l’affermazione del canone concordato anche per gli affitti brevi, inferiori ai 30 giorni.

«Napoli sta vivendo una turistificazione selvaggia senza limiti e senza regole. È necessario intervenire, perché gli effetti sono devastanti sia sul piano culturale quanto su quello abitativo: il centro antico della città di Napoli sta diventando una Disneyland per turisti — sottolinea il segretario Cgil Napoli e Campania, Raffaele Paudice —. È necessario porre un argine, regolamentando questo fenomeno. Appoggiamo fortemente l’iniziativa messa in atto dall’Udu perché anche noi crediamo che sia necessario ridimensionare il numero di b&b in città. Cominciando dalle lockbox , che sono già state oggetto di un provvedimento da parte del ministero dell’Interno. Bisogna fare di più, bisogna avere più coraggio come già avvenuto in altre città, a partire da Firenze. Napoli e l’amministrazione comunale devono dare un segnale e noi ci batteremo affinché questo avvenga».




















































Secondo una ricerca di Federconsumatori sono ancora poche le strutture in regola con il Cin. Da gennaio le strutture sprovviste del Codice identificativo nazionale saranno passibili di sanzioni che vanno da un minimo di 800 a un massimo di 8.000 euro. Su quasi 1.000 immobili monitorati in 10 città-campione, gestiti sia da host privati che da professionisti e presenti sulle principali piattaforme di settore, solo il 52 per cento degli immobili in affitto turistico si è dotato dell’obbligatorio Cin. I dati peggiori si rilevano a Napoli, dove solo per il 32 per cento degli immobili in affitto breve è stato richiesto e ottenuto il Cin. Sul piano della sicurezza la situazione è peggiore: gli immobili in regola contemporaneamente sia con il Cin che con tutti e tre gli elementi di sicurezza sono solo l’8,5 per cento, cioè soltanto 1 su 12. La condizione peggiore, tra le dieci città è a Torino, seguita da Bologna, Napoli e Firenze, con il 5,6 per cento.

Intanto, l’Abbac chiede che Capodichino venga escluso dall’aumento della tasse aeroportuali previsto nel 2025. «L’emendamento alla legge di bilancio consente un ulteriore aumento di 50 centesimi per 10 aeroporti, tra cui Napoli. Ma le associazioni turistiche chiedono di escludere Capodichino. Napoli è stata già interessata, lo scorso anno, da un aumento di 2 euro per garantire equilibri del bilancio comunale in deficit. Un altro aumento può allontanare i flussi turistici che rischiano una contrazione anche per le destabilizzazioni e la frenata dell’economia internazionale. La città ha recentemente aumentato anche la tassa di soggiorno, cogliendo l’opportunità prevista per Giubileo — ricorda il presidente Abbac Agostino Ingenito —. Il rischio è una riduzione drastica di quei flussi low cost che hanno sinora garantito il maggior numero di presenze in città».

27 dicembre 2024

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