MotoGP, crisi Ktm, la soluzione potrebbe essere… Hamilton

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La casa austriaca ha un buco di tre miliardi. E Lewis pare interessato a rilevarla grazie anche ai contatti con Red Bull. Se tutto naufragasse, ipotesi Borgo Panigale per “Pedrito”

Massimo Falcioni

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La Ktm è alla ricerca di una via d’uscita da una crisi che, con un buco da tre miliardi di euro e lunghe file di moto invendute, rischia di portarla persino a chiudere i battenti, o comunque a un forte ridimensionamento. E le corse? Continuano messaggi altalenanti: più insistenti quelli negativi di quelli positivi. Rassicurante, quanto detto pochi giorni fa del pilota di punta della Casa austriaca Pedro Acosta “Non dobbiamo preoccuparci”. Niente è escluso, persino la chiusura del reparto corse, bene che vada, messo in standby. Positivo che la società della gestione racing, di fatto di proprietà del Gruppo Pierer e Ktm, è comunque fuori da quelle inserite nei libri contabili portati in tribunale. Pedro Acosta non è certamente un estraneo e ha il diritto di dire la sua anche su questa questione. Tuttavia il ventenne, due volte iridato Moto3 e Moto2, fra i papabili alla conquista del mondiale MotoGP nei prossimi due-tre anni, non è dentro ai meandri dei mercati e, più in generale, dell’economia e può essere stato portato a certe dichiarazioni ottimistiche anche per pressioni interne ed esterne alla Ktm. “Pedrito”, o chi per lui, è comunque attento a cogliere ogni segnale che potrebbe aprirgli altre strade. Dorna, la società che gestisce la MotoGP e Liberty Media, la società pronta a sostituirla in attesa dell’ok della Ue, puntano su Acosta ritenuto non più solo potenzialmente number one in pista ma presto emblema della “nuova” MotoGP. Se Ktm supera l’attuale crisi e, soprattutto, resta competitiva e con forze adeguate in MotoGP, allora Acosta è pronto a dare il suo contributo. Altrimenti, Pedro ha chi gli apre le porte, addirittura – in caso di emergenza – sin dalla prossima stagione 2025: Borgo Panigale. 

aria negativa

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Questo perché resta negativa l’aria che tira sui piani alti delle istituzioni e della politica in Austria rimbalzati sui media dove persino membri del governo nazionale hanno chiuso la questione Ktm-racing definendo “immorale” proseguire in questa situazione gli investimenti nelle corse. È un fatto che le corse costano, costano tanto. Nel motociclismo, più in generale nel motorsport, quando un’azienda entra in crisi a pagarne le conseguenze, per primo, è il settore racing. È così da sempre. Tuttavia, va anche detto, che il reparto corse di grandi case fa comunque gola e, in questi casi, non manca chi si fa avanti, assegni in mano, per acquistare e rilanciare quel che altrimenti rischia di andare in rovina. A questo punto, una sola certezza: o in questa partita Ktm entrano subito nuovi investitori o addio corse. Come non ricordare, in epoche diverse, quel che accadde alle grandi Case italiane MV Agusta, Benelli, Morini e prima ancora a Gilera, Guzzi, Mondial? Negli ultimi giorni, anche le dichiarazioni del responsabile racing Ktm Pit Beirer non consentono più dubbi: “Non bastano nuovi sponsor, servono nuovi investitori”. Per correre in MotoGP e per rimanere competitivi servono investimenti adeguati, soldi provenienti “da fuori” anche perché in questa situazione di grave crisi il curatore fallimentare non darà mai l’ok per mettere un solo euro nelle corse. 

buona notizia

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In questo contesto, una buona notizia c’è. Il campione di Formula 1 Lewis Hamilton è interessato alla MotoGP e potrebbe cogliere la palla al balzo della crisi Ktm per entrare “da padrone” in un team di primo livello nella classe regina. Ciò può essere favorito anche dall’arrivo della società di gestione Formula 1 Liberty Media come nuovo “proprietario” del motomondiale (anche se, come detto, non è ancora sciolto il nodo Ue di Bruxelles). Pur in questa situazione di grande difficoltà per Ktm, o proprio anche grazie a questo, si sono intensificati incontri fra Pit Baier e il management di Hamilton. Si è entrati nel merito, non solo tecnico, anche relativamente alla questione sponsor, a cominciare dal rapporto con Red Bull (sempre con Ktm), quando Hamilton è, come noto, uomo di Monster. Oggi, fra i piloti Ktm, l’unico ad avere in testa il cappellino Red Bull è proprio Pedro Acosta. Significa che comunque finirà la questione Ktm, per Acosta una via d’uscita c’è, è già pronta, al massimo livello. Red Bull non ha più Marc Marquez, ma c’è sempre Binder e, soprattutto, “Pedrito”, considerato il migliore di un futuro che è già presente. 

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opportunità

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Insomma, la crisi Ktm potrebbe anche trasformarsi in opportunità per la Casa di Mattighofen, almeno rispetto al settore racing, in primis la MotoGP. Idem per Pedro Acosta che può guardare sereno al suo futuro, comunque finisca la questione KTM. Per il pilota-fuoriclasse c’è sempre una nuova porta che si apre. Quando Agostini capì che la MV Agusta 350 e 500 4 tempi non era più competitiva passò alla Yamaha 2 tempi vincendo gli ultimi suoi due mondiali.





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