Messina e i 10 buoni propositi per il 2025

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A Natale si è tutti più buoni, si dice. Magari non sempre ci si riesce, ma sulla carta è così. E a Natale si è particolarmente generosi con i buoni propositi per il futuro a breve e medio termine, i quali partono tutti, manco a dirlo, con l’anno che verrà. Messina di buoni propositi per il 2025 ne ha parecchi, del resto anche il prossimo anno, come quello che si sta per concludere, sarà costellato di cantieri – alcuni ancora ipotetici, altri pressoché immediati – e di passaggi cruciali per future trasformazioni.

Ne abbiamo scelti dieci, di questi buoni propositi, immaginandoli scritti nero su bianco in una delle letterine infilate dentro la grande cassetta della posta per Babbo Natale che fa mostra di sé nel cuore dell’isola pedonale di viale San Martino. Isola pedonale che, peraltro, in questo decalogo dell’anno che sta per iniziare, ha già un proprio spazio.

I tre passi per il waterfront

Il 2025 dirà molto su come e quanto Messina riuscirà a riconquistare del suo affaccio a mare. Ci sono tre passi importanti previsti per l’inizio dell’anno. Il primo, già a gennaio, sarà la firma del protocollo d’intesa tra Comune e Rfi per la cessione del diritto di superficie per 99 anni dell’immensa area (55 mila metri quadrati) dell’ex Officina grandi riparazioni delle Ferrovie dello Stato, a Gazzi. Da qui – e dalla riqualificazione dell’ex Macello, i cui lavori entreranno nel vivo proprio nel 2025 – partirà la grande trasformazione urbana del Piau, il piano particolareggiato che ridisegna il waterfront dalla zona sud fino all’area della stazione centrale. Parte integrante e fondamentale sarà la nuova via Don Blasco, i cui ultimi due step si dovrebbero concludere, salvo imprevisti, nel primo semestre del 2025. È ormai imminente il completamento dei lavori nel tratto di via Santa Cecilia, in parte già asfaltato, poi toccherà all’ultimo miglio: verrà chiuso il ponte che dal cavalcavia Cannizzaro conduce alla via don Blasco, in quanto il piccolo viadotto sarà demolito e ricostruito (tempo previsto, 5 mesi). Terzo tassello di questo mosaico, non meno importante: la bonifica di Maregrosso, con la demolizione di 13 fabbricati la cui concessione demaniale non è più attiva da anni e senza i quali sarà concretamente liberato l’accesso alla spiaggia del centro città.

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La cittadella fieristica

Sempre di waterfront si tratta, ma in un necessario capitolo a parte, quando il tema è l’ex cittadella fieristica. Qui il nuovo lungomare, sostanziale prolungamento e arricchimento della Passeggiata, sarebbe dovuto pronto già in questi giorni, ma con i lavori giunti a circa il 70 per cento del cronoprogramma, è subentrata una pericolosa e farraginosa fase di stallo, legata al verde pubblico. Il problema, ancora oggi, è come irrigare gli oltre 15 mila metri quadrati di prato e le circa 7.500 essenze arboree e piante previsti nel progetto del parco urbano sul mare. Trovata la soluzione (fonti idriche vicine a cui già si sta lavorando, con Autorità portuale e Amam in stretto contatto), si potrà sbloccare l’ultima tranche di lavori, che includono, appunto, il verde e gli arredi ad esso legato, per riconsegnare alla città un altro pezzo troppo a lungo negato.

I cantieri della tranvia

Chi ha vissuto gli anni della costruzione della linea tranviaria ricorda anche gli enormi disagi che, in quegli anni, la città fu costretta a vivere, con intere strade sventrate. La riqualificazione della tranvia che partirà a stretto giro (entro gennaio) e comporterà l’interruzione del servizio tram per circa un anno non ha nulla a che vedere con quei cantieri, ma porterà con sé comunque importanti novità. Alcune saranno più visibili di altre: la nuova pavimentazione del viale San Martino, che diventerà così una “vera” isola pedonale; la riqualificazione di piazza della Repubblica, dove il tram non dovrà più fare il giro completo della piazza, risparmiando tempo e usura; il restyling del capolinea dell’Annunziata. Parallelamente, in quest’anno verranno recuperate le vetture del tram mancanti all’appello e diverranno finalmente realtà i cosiddetti “semafori intelligenti”, con l’obiettivo, a lavori conclusi (inizio 2026), di avere un tram più veloce ed efficiente (10-13 minuti di attesa). Nel frattempo arriveranno altri bus elettrici: 54, tra il 2025 e il 2026.

Le assunzioni dei vigili

Dopo la grande “infornata” di amministrativi al Comune nel 2024, l’anno che sta per iniziare porterà in dote alla polizia municipale cento nuovi agenti. Non è la soluzione definitiva ad un problema, quello della carenza d’organico, di cui il Corpo soffre da tantissimo tempo (una costante gli allarmi lanciati negli anni dall’ex comandante Calogero Ferlisi), ma un fondamentale aiuto certamente sì, anche perché la presenza di numerosi cantieri e l’introduzione di modifiche all’assetto della viabilità richiedono più presenza di agenti in strada. Ed è in questo senso che vanno le scelte adottate nelle ultime settimane dell’anno (non sempre apprezzate dai sindacati, anzi), su input del neo assessore alla Polizia municipale, Roberto Cicala.

Il nuovo dg all’Università

Si può considerare un cantiere, sebbene non in senso stretto, anche l’Università. Il primo anno targato Giovanna Spatari si chiuderà, lunedì prossimo, con l’indicazione del nuovo direttore generale. Un passaggio tutt’altro che secondario, visto che molto, nella macchina amministrativa dell’Ateneo, è rimasto fermo o rallentato, in questi mesi, dall’assenza di un vertice burocratico in sintonia con la governance. Un cambio di rotta, da questo punto di vista, è fortemente auspicato da tutta la comunità accademica e la rettrice punta molto sul prossimo (o prossima?) dg, mentre parallelamente prova a capire come uscire indenni dalla causa multimilionaria (17,5 milioni) col Comune per l’affaire Imu, che preoccupa e non poco i piani alti di piazza Pugliatti. Un’inaugurazione dell’anno accademico di enorme prestigio, come quella che avverrà il 22 gennaio col capo dello Stato Sergio Mattarella, può essere letta anche come un buon auspicio verso mesi più sereni.

La settima municipalità

Sembra un dettaglio burocratico, ma non lo è: l’istituzione della settima Municipalità è la risposta forse più concreta alle istanze (più che legittime) che il territorio dell’estremità più a nord di Messina aveva manifestato, arrivando persino a chiedere, con un referendum, la scissione con un nuovo Comune. La giunta Basile ha consumato il primo passaggio nei giorni scorsi, ad inizio 2025 la palla passerà al consiglio comunale, poi il settimo Quartiere diverrà realtà, anche se sorgerà a tutti gli effetti con le elezioni amministrative del 2027.

Ancora grandi eventi

Anche il 2025 sarà un anno di grandi concerti, in una Messina che si è ormai guadagnata un posto d’onore tra le location della musica top. La stagione estiva si preannuncia tra le più calde di sempre, da questo punto di vista, col ritorno di Vasco Rossi e di Ultimo e le prime volte di Marco Mengoni, Marracash e Cesare Cremonini, senza dimenticare Il Volo (a gennaio) e i Negramaro (a ottobre) al PalaRescifina, Fiorella Mannoia (ad aprile) e Claudio Baglioni (a novembre) al teatro Vittorio Emanuele. Il buon proposito? Chiudere altri importanti accordi per il 2026, visto che ormai le programmazioni viaggiano di anno in anno. Confermare questo trend, per l’immagine (ma anche l’economia generata dall’indotto) diventa fondamentale. Del resto ad accogliere il 2025, il 31 notte, sarà Laura Pausini al PalaRescifina…

Il 65% di raccolta differenziata

Qui più che di buon proposito si può parlare di grande ambizione. Messina ha chiuso il 2024 con il 58% di media di raccolta differenziata, prima città al Sud, settima d’Italia, e soprattutto a novembre ha superato il 60%. Raggiungere finalmente nel 2025 l’agognato traguardo – che per l’Europa, del resto, sarebbe un obbligo da anni – del 65% a questo punto è una sfida che tanto la Messinaservizi quanto e soprattutto la cittadinanza ha il dovere di accogliere. Ci guadagnerebbero tutti. E se la Tari, dopo il ribasso record del 33% ottenuto quest’anno, dovesse confermarsi meno cara, impegnarsi di più in questo campo sarebbe ancor più dovuto.

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Le trasformazioni da accelerare

Non saranno completate nel 2025, questo si sa già, ma ci sono due importanti e simboliche trasformazioni-rigenerazioni, in campi diversi, che nell’anno che inizia dovranno accelerare per essere pronte nel 2026: la Casa Museo di Antonello da Messina, avamposto culturale di una città legata al suo grande artista e che del suo grande artista vuol fare un brand, a partire dal restyling completo dell’area dell’ex Ismig, alle spalle di quel Palacultura che di Antonello porta il nome; il progetto “Dopo di noi” nell’ex Città del ragazzo, dove i lavori sono iniziati nei mesi scorsi e che rappresenterà, a Gravitelli, un presidio fondamentale la formazione e l’accompagnamento verso l’autonomia dei ragazzi con handicap.

E poi c’è il Ponte…

Come non citare l’opera più discussa di sempre? Stando agli annunci del Governo, il 2025 dovrebbe essere l’anno dei cantieri. In prima battuta dovrà essere, a gennaio, l’anno del via libera definitivo del Cipess, che a questo punto potrebbe non arrivare entro fine 2024. Primi cantieri, quelli preliminari, forse anche prime pietre. Ed ennesime polemiche, su quello c’è da giurarci, anche perché si tornerà a parlare di espropri, il tema più delicato dell’intera partita. In questo, il 2025 non sarà poi così diverso dall’anno che sta per concludersi.



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