La mattinata in Senato si è tinta di giallo con l’annuncio del senatore Guido Liris di Fratelli d’Italia, che ha rinunciato al ruolo di relatore della Manovra. Liris ha spiegato di non poter portare avanti il compito, vista l’impossibilità di esaminare in maniera approfondita i 900 emendamenti e ordini del giorno presentati. Questo episodio ha riacceso il dibattito sul cosiddetto “monocameralismo di fatto” e sull’assenza di una doppia lettura parlamentare per la legge di bilancio, pratica abbandonata dal 2018 e che anche la stessa maggioranza ritiene di dover riprendere.
Manovra in Senato, le dimissioni del relatore Liris e l’impossibilità di una lettura in aula
Liris ha chiarito la sua posizione, puntando il dito contro la mole di emendamenti e i tempi ristretti per una nuova lettura dopo quella della Camera: “Non ci sono state le condizioni per esaminare 900 provvedimenti in meno di tre ore. Dal 2018, con il governo giallo-verde, non si procede più con la doppia lettura della legge di bilancio. È tempo di tornare a una modalità più ortodossa, che permetta di migliorare il testo attraverso il doppio passaggio nei due rami del Parlamento”.
Liris ha poi invitato a riflettere sull’importanza di ripristinare la doppia lettura: “La legge di bilancio, trasmessa in tempi utili dal governo, può e deve godere di un approfondimento nei due rami del Parlamento. Serve un percorso condiviso per migliorare questo processo già dal prossimo anno”.
Lucio Malan (FDI): “Monocameralismo, una prassi dal 2018”
Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, ha respinto le critiche delle opposizioni, sottolineando come il monocameralismo non sia una novità introdotta dall’attuale governo: “Questa prassi è in vigore dal 2018. Condividiamo l’auspicio di tornare alle tre letture, ma bisogna considerare le complessità tecniche e i rapporti con l’Unione Europea. Va detto che il governo ha trasmesso il testo alla Camera in tempi utili per un adeguato approfondimento”.
Malan ha inoltre chiarito la situazione legata a Liris: “Il senatore Liris non si è dimesso. La mancanza di un mandato al relatore è dovuta al fatto che non è stato possibile esaminare il provvedimento in Commissione a causa degli 820 emendamenti presentati dall’opposizione”.
Marcello Pera: “Monocameralismo? Serve una riforma costituzionale”
Anche l’ex presidente del Senato e senatore di FDI, Marcello Pera, ha sottolineato le criticità della situazione: “Ormai siamo nel monocameralismo di fatto. Questa situazione danneggia il Parlamento e il Paese. Serve una riforma costituzionale per garantire il ritorno a un dibattito parlamentare più ampio e approfondito”.
Massimiliano Romeo (Lega): “La Manovra rafforza l’Italia”
Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega, ha difeso l’operato del governo, elogiando i risultati della legge di bilancio: “La Manovra rappresenta un passo avanti per la credibilità internazionale dell’Italia, con il dimezzamento dello spread e il miglioramento del rating. Le misure strutturali, come il taglio del cuneo fiscale e i fondi per natalità e sanità, sono fondamentali. Pur con margini di miglioramento, il Senato ha dimostrato efficienza nell’approvazione del testo”.
Claudio Borghi (Lega): “Dal prossimo anno servono più letture”
Claudio Borghi (Lega) ha invece espresso la necessità di un cambiamento per il futuro: “Mi spiace questa brutta abitudine di fare una sola lettura della legge di bilancio. L’ultima volta che abbiamo avuto tre letture è stato nel 2018. Dal prossimo anno, serve tornare a un sistema più approfondito”.
Borghi ha anche aperto alla possibilità di un rimpasto: “Togliere alcuni ministri e aggiungerne altri può dare nuovo vigore all’attività di governo. L’importante è che chi entra abbia l’entusiasmo di lavorare per i cittadini”.
Le opposizioni, l’allarme del PD: “Un Parlamento svuotato”
L’annunciata mancanza di una lettura in aula al Senato ha scatenato dure reazioni dalle opposizioni. La capogruppo del PD al Senato, Simona Malpezzi, ha attaccato il governo accusandolo di svilire il ruolo del Parlamento: “La Manovra arriva in Senato senza che il Parlamento abbia potuto esercitare la propria funzione. Lo stesso relatore ha detto di non poter presentare la relazione. È un disprezzo complessivo delle istituzioni democratiche”.
Nonostante le visioni contrastanti sembra dunque che sia per la maggioranza che per l’opposizione sia all’ordine del giorno il ripristino di una doppia lettura parlamentare per la legge di bilancio. Se da un lato la maggioranza difende il proprio operato, dall’altro le opposizioni chiedono maggiore rispetto per il ruolo delle istituzioni. Il dibattito sulla Manovra in Senato non si esaurisce qui, con la prospettiva di una riforma costituzionale e l’ipotesi di un rimpasto che potrebbe ridisegnare l’assetto governativo.
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