Le ciclabili trapanesi piscine durante la pioggia, esempio di incapacità e spreco di denaro

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La Provincia di Trapani sta vivendo un paradosso nelle sue politiche urbanistiche: da un lato, l’idea di un’infrastruttura sostenibile come le piste ciclabili, dall’altro, una serie di lavori incompleti, mal progettati e in alcuni casi, addirittura pericolosi. E i risultati? Sono tutt’altro che soddisfacenti.

Sulla Trapani-Erice: una ciclabile che fa storcere il naso

Nel capoluogo di Provincia, si sta cercando di realizzare una pista ciclabile che colleghi il lungomare Dante Alighieri al comune di Erice. Il progetto, avviato il 2 ottobre, prevede un tracciato di 2.000 metri, a doppio senso di marcia e con una larghezza di 250 cm. Lungo il percorso, sono previste segnaletiche orizzontali e verticali, come le strisce per il passaggio dei ciclisti e gli attraversamenti pedonali, il tutto completato da un trattamento protettivo azzurro chiaro per la superficie. Ma questo progetto non ha mancato di suscitare polemiche. Anni fa, infatti, la ciclabile fu oggetto di critiche aspre, come quelle lanciate da Striscia la Notizia, con l’inviata Stefani Petyx che, col suo bassotto al guinzaglio, definì il lavoro “brutto brutto“, lamentando errori di progettazione e la totale assenza di scivoli per il passaggio di pedoni e biciclette. Purtroppo, la situazione non sembra migliorare. Con le piogge, il percorso ciclabile si trasforma in una vera e propria piscina, un problema che affligge non solo Trapani ma anche altre zone della provincia. La ciclabile che collega Trapani ad Erice, ad esempio, diventa quasi impraticabile nei giorni di pioggia, con accumuli d’acqua che impediscono il transito sicuro dei ciclisti.

Mazara del Vallo e Marsala: problemi simili e risultati poco soddisfacenti

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La storia si ripete anche a Marsala, dove la ciclabile che va dalla Salinella fino al Porticciolo diventa una vasca, particolarmente nella parte protetta dal cordolo giallo. Nonostante siano state fatte molteplici segnalazioni, il problema sembra essere trascurato dalle amministrazioni. A Mazara del Vallo la situazione non è migliore. Qui, il progetto della pista ciclabile ha subito modifiche durante la realizzazione, a causa della mancanza di spazi necessari per consentire il passaggio dei mezzi a motore. Inoltre, in diversi tratti del percorso è risultato impossibile attraversare i ponti, rendendo l’infrastruttura inefficace. La situazione più paradossale si verifica nella via Monsignore Costantino Trapani, dove un tratto di 300 metri di ciclabile non ha sbocco, concludendosi nel nulla. Il fatto più grave è che la strada per bici ha già registrato un morto a Mazara: mentre un 60enne la attraversava a piedi per godersi una passeggiata, è stato travolto da un monopattino che lo ha scaraventato a terra. Battendo la testa l’uomo è deceduto. A Marsala, invece, la pista ciclabile che costeggia lo Stagnone, pur essendo stata certificata con collaudo nell’ottobre dello scorso anno, ha subito notevoli disagi. La ciclabile, infatti, è spesso piena di sabbia, alghe e detriti provenienti dal mare, con il cordolo giallo danneggiato in più punti. Ciò è dovuto al fatto che veicoli non autorizzati (auto, moto e pullman) circolano sul percorso, ignorando le regole e danneggiando la struttura. Un ulteriore problema riguarda la manutenzione: nonostante il collaudo, la ciclabile dello Stagnone non è mai stata adeguatamente manutenuta.

Piste ciclabili senza collaudo: un paradosso amministrativo

In tutta la provincia di Trapani molte delle piste ciclabili costruite sono ancora prive di un collaudo ufficiale. Questo è il caso di molte ciclabili in fase di realizzazione, che non solo sono mal progettate e inadeguate, ma non sono nemmeno sottoposte a verifiche di sicurezza e funzionalità. L’unica ciclabile che ha ottenuto il certificato di collaudo è quella della litoranea della Riserva. Il fatto che molte delle piste ciclabili non siano collaudate è un grave problema. Il collaudo è infatti un passaggio fondamentale per garantire che le infrastrutture siano sicure, funzionali e pronte ad essere utilizzate dai cittadini. Ma, nel caso delle nostre piste ciclabili, sembra che questo passaggio venga sistematicamente ignorato, con il rischio che i lavori vengano chiusi senza il minimo controllo di qualità.

Spreco di denaro pubblico e inadeguatezza dei progetti: tante domande

Tante le domande da porre, non essendo dei tecnici: perché questi progetti continuano a essere realizzati in modo così disastroso? Perché si continua a fare affidamento su ditte che non rispettano le normative, su progettisti che non sono in grado di fornire soluzioni adeguate e su un sistema amministrativo che non controlla a dovere i lavori pubblici? Uno degli aspetti più inquietanti di questa situazione è il potenziale spreco di denaro pubblico. Non solo i cittadini sono costretti a convivere con infrastrutture mal costruite e pericolose, ma le amministrazioni locali sembrano non fare nulla per garantire che questi progetti siano realizzati nel migliore dei modi. Non è raro vedere lavori mal eseguiti e senza una visione di lungo periodo, che lasciano le ciclabili inutilizzabili e inutili.

L’importanza di un cambiamento per la mobilità sostenibile

L’adozione di politiche ciclabili in Sicilia è un passo positivo verso la sostenibilità, ma non basta voler fare qualcosa di “green” per ottenere un buon risultato. Ciò che manca è una progettazione seria, un controllo di qualità rigoroso e una manutenzione costante. Le ciclabili devono essere pensate come vere e proprie infrastrutture, non come lavori a metà. E soprattutto, devono essere sicure per chi le utilizza. Se davvero si vuole incentivare la mobilità ciclabile, le amministrazioni locali devono impegnarsi a garantire che i progetti siano ben pianificati, che siano realizzati da professionisti competenti e che siano collaudati prima di essere aperti al pubblico. Solo così le ciclabili diventeranno realmente un’alternativa sostenibile alla mobilità su auto e motocicli. Fino ad allora, continueremo ad assistere a uno spreco di risorse pubbliche e a un disastro infrastrutturale che penalizza i cittadini e la qualità della vita nelle nostre città.



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