Il turismo organizzato non ha paura dell’Ai

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E se l’intelligenza artificiale non facesse poi così paura? Il turismo organizzato, lato aziende, sembra infatti non esserne intimorito più di tanto. Non lo è neanche il fronte della distribuzione. Le reti cercano di spronare le proprie agenzie a prendere in considerazione i vantaggi che lo strumento può offrire. Anche se oggi ciò che vediamo dell’Ai è ancora molto poco, “siamo affascinati da chatGpt, da alcuni tool che ci fanno immaginare un mondo in evoluzione e che sarà sempre più invasivo nella nostra quotidianità, ma la verità – afferma Domenico Pellegrino, ceo del Gruppo Bluvacanze – è che l’Ai che avremo sarà più pregnante, ma meno visibile”.

Tra investimenti e capacità professionale

Il manager fa alcuni esempi concreti, come la riconciliazione del ciclo attivo di una azienda. “Pensiamo ad una realtà che produce centinaia di migliaia di fatture all’anno e riceve altrettanti pagamenti, ha tanto personale che fa le riconciliazioni, che verifica il numero di ordine. Invece, l’Ai lo fa automaticamente, non si vede, ma genera un impatto importante”. E’ vero che in questo caso ci può essere “un taglio occupazionale – osserva il manager -, ma è anche vero che ci vogliono persone in grado di farla funzionare l’intelligenza artificiale e prima ancora che la costruiscano”.

C’è quindi un tema di “capacità professionale di utilizzo di sistema. E poi c’è un tema di investimento, perché queste tecnologie sono estremamente costose”. Pellegrino lo riconosce, è costoso produrle, ma anche gestirle e implementarle. “Per le pmi può diventare distruttivo”. E’ importante quindi che nascano “collaborazioni tra centri di ricerca, centri universitari, operatori di settore, istituzioni perché si possano rendere disponibili le tecnologie in modo controllato anche alle aziende più piccole”, avverte il manager. Il tutto è da leggersi in un’ottica futura, perché “nei prossimi anni saranno vincenti quelle aziende che sapranno accogliere nuovi talenti e sapranno cavalcare le nuove tecnologie, non le temeranno, non le contrasteranno, ma le domineranno”.

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Le nuove leve la chiave di volta

In questo processo la chiave di volta sono i giovani “che nascono già con un dna tecnologico – osserva Ivano Zilio, presidente di Primarete – grazie al quale troveranno nel turismo una loro collocazione ed espressione, forti delle nuove discipline scientifiche che in questi anni si sono moltiplicate. Credo che questo seme, se coltivato da tutti, potrà essere la strada vincente. In Primarete è un percorso che abbiamo già avviato, che sta crescendo e i risultati si vedono”. Quello delle tecnologie all’avanguardia è un ambito che trova il network concorde, in quanto ha sempre investito, credendo nell’opportunità di offrire alle agenzie “gli strumenti necessari per renderle competitive nei confronti del consumatore che utilizza la tecnologia per informarsi”. Da qui la scelta di investire in diverse piattaforme, ad oggi sono quattordici, per velocizzare il lavoro delle agenzie e le risposte nella fase della chiusura pratica. In questo l’intelligenza artificiale giocherà il suo ruolo.

Un déjà vu

Sarà una sorta di déjà vu con l’Ai. Il pensiero di Zilio, e non è solo il suo, è che all’inizio l’impatto con l’intelligenza artificiale sarà come avvenuto “nell’era di internet e successivamente dei social network, nuovi strumenti che abbiamo dovuto conoscere e comprendere e che poi sono entrati a far parte del nostro lavoro quotidiano. L’intelligenza artificiale – prosegue il manager – è un ulteriore strumento che dovremo implementare nella relazione con il cliente e che dobbiamo vedere come aiuto, non come minaccia. Dobbiamo utilizzarla e comprendere la parte tecnologica che ci può aiutare a migliorarci e a offrire qualcosa in più al consumatore”.

Concorda Leonardo Massa, vicepresidente Msc, quando è arrivato internet “c’è stata una trasformazione – aggiunge il manager -, è diventato un acceleratore, un valore aggiunto che ha dato una mano. Il web si è dimostrato un alleato della distribuzione tradizionale, mentre il timore iniziale era che le adv potessero sparire dal mercato”. Il messaggio quindi che lancia il manager è chiaro: “Non è pensabile fare business senza tener conto della tecnologia”.

Stefania Vicini

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