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Sta facendo (ancora) discutere il Ceo di Tesla Elon Musk che ieri, sul proprio profilo X, ha postato una sua foto, nei panni di Babbo Natale, in cui appare visibilmente dimagrito. Il commento: �Like Cocaine Bear, but Santa and Ozempic!�, e cio� �come Cocaine Bear, ma con Babbo Natale e Ozempic!�.
Classe 1972, sudafricano di Pretoria con cittadinanza canadese e naturalizzato americano, Musk ammette una volta di pi� di ricorrere a medicinali per perdere peso in fretta, precisando di utilizzare il Mounjaro — stesso principio attivo dell’Ozempic ed entrambi approvati dalla Food and Drug Administration — ma �con meno effetti collaterali e maggiore efficacia, senza flatulenze n� ruttini�. Una scorciatoia? Non proprio. A sua detta, infatti, Ozempic e altri costosissimi medicinali della stessa classe aiuterebbero a �combattere l’epidemia di obesit� negli Stati Uniti�. Una corrente di pensiero ben diversa da chi sostiene che la via pi� salutare ed economica per risolvere il problema dei chili in eccesso consista in una alimentazione sana e variegata.
Mounjaro, si diceva. Con lo stesso principio attivo del pi� noto Ozempic che non � un farmaco a caso. Come da foglietto illustrativo, infatti, si tratta di �un antidiabetico finalizzato a ridurre il livello di zucchero nel sangue e a prevenire malattie cardiache. Lo utilizzano gli adulti per il trattamento del diabete di tipo 2 nei casi in cui la dieta e l’esercizio fisico non fossero sufficienti a tenere sotto controllo la malattia�. Fa dimagrire? S�, ma l’assunzione a questo scopo � impropria e pericolosa. Lo scorso anno l’Aifa, Agenzia Italiana del farmaco, aveva inserito l’Ozempic nella lista dei farmaci carenti e in una nota informativa sul proprio sito aveva spiegato che �l’aumento della sua domanda ha portato a carenze che si prevede continueranno per tutto il 2023. Sebbene la fornitura continui ad aumentare, non � possibile prevedere con certezza quando risulter� sufficiente a soddisfare completamente la domanda attuale�. Contestualmente, l’agenzia Dire aveva consultato il professor Angelo Avogaro, presidente della Societ� italiana di diabetologia (Sid), che si mostr� �preoccupato perch� l’uso improprio del farmaco determina ricadute sull’utilizzo che ne fanno i pazienti diabetici. Un problema italiano, ma soprattutto americano (…). Non c’� carenza di tutti i dosaggi del farmaco, ma di un dosaggio maggiore. Ribadisco, c’� preoccupazione perch� si tratta di un farmaco efficace nel trattamento del diabete tipo 2 e la carenza di un farmaco cos� importante penalizza i pazienti che, sul lungo periodo, potrebbero andare incontro a complicanze della malattia�.
Interpellato sul tema, l’epidemiologo Franco Berrino ha subito messo in guardia dalle scorciatoie: �Quella di mangiare bene dovrebbe essere una irrinunciabile abitudine quotidiana. Ne va del nostro benessere psico-fisico�. E sulla obesit�: �Al mondo quasi un miliardo di persone — all’incirca una su otto — ne � affetta. In Italia, stando agli ultimi dati dell’Italian Barometer Obesity Report, gli obesi sono sei milioni, vale a dire pi� o meno il 12 per cento della popolazione adulta. Una emergenza in piena regola, che necessita di una rivoluzione culturale�.
Dottore, facciamo un passo indietro: ma cos’� l’obesit�?
�Si tratta di una condizione clinica caratterizzata da un accumulo patologico di grasso corporeo che � cos� in eccesso da avere un impatto negativo sulla qualit� della vita e sulla salute. Per stabilire se una persona sia obesa, o meno, in genere si utilizza l’indice di massa corporea (BMI, Body Mass Index): si tratta di una misura ottenuta dividendo il peso di una persona in chilogrammi per il quadrato della sua altezza in metri (kg/m�). Un BMI di 30 o superiore denota obesit�. Attenzione: l’obesit� � una patologia in piena regola che, oltretutto, aumenta il rischio di sviluppare altre importanti patologie: parlo del diabete di tipo 2, di malattie cardiache in generale, di ictus e di alcuni tipi di cancro, per fare solo alcuni esempi�.
Quali sono le cause alla base dell’obesit�?
�Partiamo dal presupposto che ognuno ha una storia a s�. Se proprio volessimo generalizzare, i fattori che possono portare a questo stato sono diversi: dalla componente genetica alla mancanza di attivit� fisica, da problemi di salute come, ad esempio, la depressione, a fattori ambientali e socioeconomici. Poi ci sono naturalmente la sregolatezza e la dipendenza dal cibo. L’obesit� � una malattia complessa: la cura richiede un approccio olistico per affrontare sia le cause fisiche sia quelle psicologiche�.
Oggi si parla sempre pi� spesso di farmaci anti-obesit�. Sono efficaci?
�Intanto va detto che ci troviamo di fronte a un fenomeno sociologico bizzarro e preoccupante dal momento che, soprattutto negli Stati Uniti, sono davvero tante le persone che vi ricorrono, senza che vi sia una effettiva necessit�. Tra queste molti personaggi di fama e traino. Gente che muove le masse, per intenderci, senza pensare alle conseguenze. A queste persone andrebbe detto che i farmaci anti-obesit� possono essere pericolosi tanto pi� se usati impropriamente�.
Ci spieghi.
�Esiste un farmaco — a dire il vero pi� di uno, ma questo va per la maggiore anche perch�, come s’� visto, viene usato da personaggi di fama mondiale — che � un antidiabetico finalizzato a ridurre il livello di zucchero nel sangue e a prevenire malattie cardiache. Lo utilizzano gli adulti per il trattamento del diabete di tipo 2, quando dieta ed esercizio fisico non bastano a tenere sotto controllo la malattia. Fa dimagrire, senza dubbio. Ma � vero che l’assunzione a questo scopo � impropria. Inoltre l’aumento della sua domanda per risolvere problemi di peso l’ha reso inaccessibile a molti diabetici che ne hanno bisogno�.
Quanto pu� essere pericoloso questo farmaco?
�Per la scienza, si tratta di un prodotto il cui principio attivo, la semaglutide, � un analogo sintetico del GLP-1, l’ormone che fa s� che il pancreas produca insulina. Il principio attivo agisce da “agonista” per il recettore dell’ormone stesso attivandolo. Stimolando da una parte la secrezione di insulina e riducendo, dall’altra, quella di glucagone quando i livelli di glucosio sono alti. Durante l’ipoglicemia, invece, la semaglutide riduce la secrezione di insulina senza con ci� ostacolare quella di glucagone. Il peso corporeo e la massa grassa si riducono mediante una diminuzione generale dell’appetito. Tradotto: la semaglutide imita l’azione dell’ormone GLP-1, generalmente rilasciato dall’intestino dopo un pasto. Il GLP-1, a sua volta, suggerisce al cervello che siamo sazi: in questo modo ci scoraggia dal mangiare ancora o troppo. Attenzione agli effetti collaterali che sono importanti: tra i pi� comuni la paralisi gastrica, gonfiori e bruciori di stomaco, nausea, vomito, astenia, reflusso gastroesofageo, capogiri, stipsi e via discorrendo�.
Come si contrasta, dunque, l’obesit�?
�Mangiando correttamente giorno dopo giorno. E distribuendo con attenzione i pasti durante le ore di luce. Porto a esempio uno studio israeliano, circoscritto ma molto significativo, condotto su 90 donne in sovrappeso suddivise in due gruppi da 45 persone ciascuno. Per tre mesi ognuna di queste donne, all’interno di una dieta ipocalorica, ha mangiato gli stessi identici cibi in uguali quantit�. Solo che un gruppo ha sempre fatto una colazione abbondante e una cena leggerissima, l’altro l’esatto contrario. A perdere pi� chilogrammi, 9 per l’esattezza, sono state le donne del primo gruppo. Le donne del secondo, ovvero coloro che per tutto quel tempo hanno mangiato molto la sera e meno a colazione, hanno perso 3 chilogrammi soltanto. Questo per dire che non sono solo le calorie a farci ingrassare, ma quando si mangia e come�.
Quando dovremmo mangiare?
�Gli studi suggeriscono che, per perdere peso, dovremmo far passare almeno 14 ore fra l’ultimo pasto della giornata e la colazione del mattino seguente. La cena, inoltre, dovrebbe essere leggerissima. Ancora meglio se la si saltasse. In ogni caso non bisogna mangiare di notte�.
In che modo dovremmo mangiare?
�Masticando molto. Faccio una domanda che fa sempre riflettere: gli obesi ingurgitano il cibo senza masticare perch� sono grassi o sono grassi perch� non masticano? La seconda spiegazione � probabilmente quella pi� corretta. Uno studio sperimentale che ha confrontato chi mastica ogni boccone per 15 volte con chi mastica lo stesso boccone per 40 volte ha riscontrato un diverso effetto sugli ormoni prodotti dal tubo digerente: masticando a lungo lo stomaco produce meno grelina, l’ormone che stimola l’appetito. L’intestino, invece, produce pi� colecistochinina, l’ormone che tranquillizza il centro dell’appetito, e GLP1 (glucagon-like peptide 1), come gi� detto l’ormone che abbassa la glicemia e aiuta a dimagrire. Pi� studi hanno riscontrato che masticando molto si riducono l’appetito e il desiderio di cibo�.
Che cosa dovremmo mettere d’abitudine nel piatto?
�Tutti i vegetali, eccezion fatta per le patate: alzano molto la glicemia. Poi: tutti i cereali integrali, in particolare il riso che � il pi� povero di proteine. Per il pane integrale occhio che sia davvero tale, e non farina bianca mescolata a crusca. Ottimi i pani, sempre integrali, con semi di zucca, di girasole, di lino e sesamo: riducono l’indice glicemico del pane stesso. Tornando ai cereali, se si sceglie di mangiarli a colazione, sotto forma di muesli ad esempio, bisogna stare attenti che non contengano zuccheri o altri dolcificanti. Utile sapere, poi, che le tante fibre in essi contenute da un lato saziano molto, dall’altro nutrono i microbi intestinali benefici (un sano microbiota aiuta a non ingrassare). In tavola abitualmente anche i legumi. Oltre ad avere un basso indice glicemico e un alto contenuto di fibre, hanno inibitori degli enzimi che digeriscono gli amidi, quindi rallentano la digestione e l’assorbimento del glucosio, di conseguenza l’impatto glicemico complessivo del pasto. In pi�, inibiscono la lipasi pancreatica, in altre parole riducono l’assorbimento dei grassi. Sono tutte qualit� �antinutrizionali�, ma in questi tempi di ipernutrizione sono benefiche. Discorso a parte merita la frutta, da mangiare con moderazione se zuccherina come l’uva, i fichi e le banane. Le noci, le nocciole, mandorle e pistacchi, invece, sono molto calorici, ma aiutano a non ingrassare. In tavola, anche piccole dosi di kefir, yogurt e verdure fermentate, per un microbiota efficiente�.
A tavola pi� proteine o carboidrati?
�Intanto sfatiamo un luogo molto comune. Sono tanti i dietologi secondo i quali i carboidrati fanno ingrassare e le proteine portano a dimagrire. Non � cos�. Nei nostri studi DIANA abbiamo ottenuto significative riduzioni di peso — mediamente 4 kg in 5 mesi — e miglioramenti metabolici aumentando, non diminuendo, i carboidrati, ma solo quelli integrali e i legumi. Togliendo poi zuccheri, patate e farine raffinate, e riducendo le proteine animali. Nella nostra societ� consumiamo troppe proteine, soprattutto animali: circa il 16 per cento delle calorie che mangiamo, il doppio del reale fabbisogno. Senza contare che pi� ne mangiamo pi� ingrassiamo. Solo le diete esageratamente iperproteiche (con il 40-50 per cento delle calorie sotto forma di proteine) fanno dimagrire, ma perch� intossicano. Intossicando il centro dell’appetito si mangia meno. Chi fa queste diete, appena smette l’eccessivo consumo di proteine ingrassa pi� di prima. Meglio mangiare il cibo dell’uomo: cereali integrali, legumi, verdura, frutta e solo occasionalmente carni�.
Cibi, infine, da evitare?
�Quelli �ultralavorati� dall’industria. Gli epidemiologi dell’Universit� di Harvard hanno stilato una classifica dei cibi che fanno ingrassare. Al primo posto ci sono le patatine, poi le patate, le bevande zuccherate, le carni lavorate (hamburger, hot dog, salcicce e salumi), le carni rosse, i succhi di frutta non zuccherati, le farine raffinate, i dolciumi commerciali e il burro�.
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