La sua famiglia è originaria di Castel San Lorenzo, è direttore negli Usa del Patronato Acli
E’ nato a Modena 42 anni fa, Stefano Marruso, il direttore nazionale del Patronato Acli negli Usa. Le sue origini sono però salernitane. Entrambi i suoi genitori sono infatti originari di Castel Sal Lorenzo. Dal 2020, il professionista, con base a New York, con il suo team affronta e risolve i problemi che la burocrazia continua a creare per gli emigranti italiani presenti sul territorio a stelle e strisce ma anche per chi è tornato in Italia dopo un periodo di residenza negli Stati Uniti. Un lavoro al fianco di chi si sposta o vive in un paese differente da quello in cui è nato per il quale, Stefano Marruso, mette l’anima. Perché ciò che prova chi girovaga per il mondo, lo sa bene.
Anche la storia della sua famiglia, è una storia di emigrazione. Partita dall’Italia, passata per l’Argentina e arrivata negli States. Nel suo caso con tappe ulteriori come gli anni trascorsi in Cina, a Shanghai, dove lavorava come “ricercatore di tendenze” per una grande azienda con oltre mille punti vendita. «Ma il cinese lo conosco poco, diciamo sono al livello basic», afferma con il sorriso, ricordando che parla quattro lingue… e mezzo. Oltre all’italiano, inglese, francese, tedesco e, appunto poco, il cinese. La sua è una storia professionale e personale che potrebbe essere un esempio per due tematiche di grande attualità. Una prima, riferita all’importanza delle conoscenze multiculturali.
«In Italia non ce ne rendiamo conto – dice – ma quando sei in una realtà come quella di New York e sei a contatto con persone che hanno modi di fare differenti, culture diverse, abitudini lontane da te, a volte provi anche una sorta di fastidio iniziale, d’impatto. Poi capisci che tutto ciò che queste persone ti stanno trasmettendo, è in realtà un enorme arricchimento. Perché devi adattarti, ma mentre lo fai, stai aprendo la tua mente. Stai diventando una persona migliore. Qui, ogni giorno incontro almeno dieci persone di dieci nazionalità differenti. In Italia non è così ma ci arriveremo. Non siamo ancora pronti, ma non è colpa nostra. Credo sia un fatto culturale collegato alla storia del nostro paese».
Stefano Marruso è probabilmente il “portatore sano” del sogno americano. Ovvero la reale possibilità di potercela fare. Di modificare la propria vita e reinventarsi anche professionalmente. «Io sono un architetto – ci svela – dopo la mia esperienza in Cina, nel 2018 ho risposto ad un annuncio del Patronato Acli in Italia. Ho cominciato facendo le fotocopie. Poi sono arrivato qui negli Usa. Oggi sono il direttore e con il mio team seguiamo almeno 8mila pratiche l’anno e collaboriamo con il Consolato. La cosa più difficile del nostro lavoro da far capire agli americani? Innanzitutto, proprio il concetto di patronato. In America non esiste. Siamo un’organizzazione no profit paragovernativa che cerca di aiutare tutti coloro che restano imbrigliati nella giungla della burocrazia italiana».
Si percepisce il sorriso anche al telefono quando gli si chiede se la sua storia professionale può essere un esempio per chi, anche over 40 o 50, si trova alle prese con la necessità di cambiare lavoro e stravolgere la propria vita. «Non è stato facile. Non è facile, ma il proverbio dice ‘no lamento, si al movimento’. E’ chiaro che si deve essere consapevoli che si parte dal basso, con grande umilta’ e si deve essere pronti sempre a imparare. A studiare».
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