Migranti, Pasquino tira le orecchie a Pd e M5S

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Professor Pasquino, pensa che sulla questione migranti il centrosinistra abbia bisogno di una scossa piuttosto che contare sulle sentenze dei giudici?

La scossa servirebbe ma credo che servirebbe di più elaborare un programma e saper convergere di volta in volta sulle tematiche importanti che vengono fuori rispetto all’attività del governo. E quindi è giusto sottolineare quello che non sta succedendo in Albania, perché quei centri non funzioneranno mai ed è giusto sottolineare i costi, l’inutilità e forse anche la non umanità di quei centri. È giusto anche sottolineare che la magistratura fa il suo lavoro e non è invece giusto accusarla tanto quando condanna alcuni esponenti della destra tanto quanto quando li assolve. Ma sottolineo che la destra sbaglia a voler separare le carriere perché sono già distinte nello svolgimento del processo.

Come si fa a mettere insieme su un tema così sensibile opinioni così divergenti come quelle dei partiti del campo largo?

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Il problema è che ci sono troppi galletti nel pollaio. Renzi fa storia a sé, Calenda ha bisogno di gonfiare il suo ego, Conte non ha ancora deciso quel che fare da grande forse perché non lo sa nemmeno lui e la povera Schlein deve tenere tutti insieme. È un’operazione complicata e tanto più si complica di quanto più cresce il Pd, perché gli altri si sentono minacciati.

È possibile convincere gli elettori con una strategia che miri più all’accoglienza che ai respingimenti, quando il “vento” dell’opinione pubblica sembra dire tutt’altro?

Credo che il centrosinistra sia in grado di mettere in piedi un programma, ma per essere convincente deve dire che la soluzione in quanto paese più esposto non può che essere europea e che quindi occorre stabilire finanziamenti certi, procedure certe di rimpatrio e quant’altro. Il tutto a livello europeo. Il secondo elemento è che occorre coinvolgere i datori di lavoro, i quali sanno benissimo di aver bisogno di immigrati e quindi li accettano e spesso anche li sfruttano. Il terzo elemento è culturale. Non so se lo ius scholae sia la soluzione giusta ma è un elemento di divisione nel centrodestra e quindi su quello bisogna fare pressione.

I detrattori potrebbero risponderle che sono anni che l’Italia prova a farsi aiutare dall’Europa e che puntualmente ci viene risposto picche…

Non è vero che sono anni che ci proviamo e non è vero che rispondono picche. Certo uno come Orbán non è la soluzione ma uno che complica il problema e quindi su questo punto si può premere spiegando a Meloni che i suoi amici sovranisti non vogliono risolvere il problema ma complicarlo. Detto ciò, il Parlamento europeo è più avanti della Commissione su questi temi e quindi bisogna cercare una soluzione attraverso i parlamentari europei che hanno le loro radici nei singoli paesi e di conseguenza potrebbero premere su elettori e dirigenti. Capisco che suoni come un’operazione complessa ma è l’unica fattibile.

Ha parlato della Commissione, che è guidata da von der Leyen la quale con Meloni sembra avere un ottimo rapporto ma è stata anche votata dal Pd: come si esce da questo corto circuito?

La von der Leyen nel bene e nel male è un’opportunista. Ma bisogna che capisca che il problema dell’immigrazione non è un’opportunità immediata ma un modo di entrare nella storia. Se trova soluzioni a questo problema avrà dalla storia un trattamento benevolo. Essendo una popolare deve anche fare i conti con il suo partito, quindi bisogna premere sui popolari più ricettivi su questo fenomeno aspettando i risultati delle elezioni tedesche, che conteranno moltissimo. Dopodiché è chiaro che von der Leyen oscilli tra le due parti, spero solo che riusciremo a farla oscillare dalla parte giusta.

Conte in Europa è alleato di Bsw, i rossobruni favorevole al salario minimo ma con posizioni di destra sull’immigrazione, e lo stesso Conte ha firmato i decreti Sicurezza di Salvini: come si può trovare una strategia comune con il Pd su queste basi?

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Certamente Conte non è sulla linea del Pd in tema di immigrazione ma la sua è una posizione che può essere ammorbidita. Inevitabilmente bisogna trovare il modo di convergere su alcuni punti specifici talvolta anche accettando il conflitto. Sapendo però che i voti di Conte non si aggiungeranno in automatico al Pd e che bisogna andare a cercare uno per uno gli astensionisti. Il centrosinistra può tornare a vincere solo se riesce a mobilitare un 10- 15% di astensionisti i quali non votano perché non vedono soluzioni. Per questo, anche sull’immigrazione, è meglio prospettare soluzioni controverse piuttosto che non prospettarne alcuna.



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