Agnese Tumicelli, 21 anni, ha assunto l’incarico giovedì: «Reintrodurremo i pc in comodato d’uso agli studenti meno abbienti»
Agnese Tumicelli, 21 anni, veronese di Boschi Sant’Anna, da 4 è arrivata in quella Trento che vede come «faro culturale». Studia giurisprudenza, e su affitti, movida e trasporti sogna di migliorare il capoluogo da presidente del Consiglio studentesco dell’Università, carica a cui è stata nominata giovedì dopo le elezioni dello scorso novembre. Il Consiglio studentesco è un organo centrale, previsto dallo Statuto, ha funzioni consultive e può formulare proposte, pareri e mozioni da indirizzare agli altri organi e strutture dell’Università.
Come guardano gli studenti dell’Università di Trento al nuovo anno?
«Chiudiamo il 2024 con un bilancio che pare risanato, e di questo siamo soddisfatti. Da questa situazione positiva possiamo provare a sognare in grande per il nuovo anno e per tutto il prossimo mandato, che finirà nel 2026».
Quali sono i temi caldi su cui, per realizzare i vostri sogni, avete ancora da lavorare?
«Inizierò subito a battermi per l’istituzione delle carriere part-time, a cui stiamo lavorando da molto tempo. Permetterebbe di garantire l’accesso a lezioni universitarie e facilitazioni a tutti quegli studenti che, per lavoro o altre esigenze, non possono sempre frequentare».
E poi?
«Ci sono diversi temi legati al welfare studentesco, come reintrodurre il servizio dei pc in comodato d’uso per gli studenti che rientrano in un certo scaglione Isee. Un servizio che quest’anno è stato sospeso, perché non c’erano abbastanza macchine. Visto l’ottimismo finanziario dovuto al fatto che il bilancio si sta risanando, vogliamo far partire un nuovo bando acquistando nuovi computer».
Alle elezioni studentesche la vostra lista UniTin ha rivendicato alcuni risultati ottenuti sui trasporti. Cosa si può fare ancora?
«I nostri risultati più importanti dello scorso mandato sono stati i bus notturni a chiamata e i treni da e per Rovereto. Abbiamo raccolto dati che ci hanno mostrato quanto sia necessario potenziare l’abbonamento della libera circolazione per gli studenti. Oggi arriva ad Ala, ma vorremmo estenderlo fino a Verona. È utopistico, ma intanto apriamo un dialogo con il Veneto. Inoltre, gli autobus 5 e 13 verso le colline hanno ritardi e corse annullate: dobbiamo lavorarci con Trentino Trasporti».
Cosa proponete perché l’Ateneo migliori i propri spazi abitativi?
«L’Ateneo si sta muovendo, ma la situazione rimane una priorità. Ci sono state varie criticità, come il soffitto di Palazzo Prodi a Lettere, costantemente allagato con le piogge, e la struttura vecchia e inefficiente di Mesiano. Abbiamo avviato un progetto per riqualificare il parcheggio di Povo, pieno di buche e quasi inagibile. Spesso abitiamo strutture vecchie che non ricevono un’adeguata manutenzione. Per noi è molto importante garantire che gli studenti siano al sicuro e non debbano temere che cada un calcinaccio o che inizi a piovere all’interno dell’università».
Come giudicate l’approccio dell’Università di Trento al tema delle pari opportunità?
«L’Università sta sviluppando una sensibilità sul tema. Contro la violenza di genere lo scorso novembre sono state inaugurate due nuove panchine rosse. Ora però servono azioni concrete. Per un’università inclusiva i simboli non bastano».
Trento oggi è una città a misura di studente?
«Il prezzo per le stanze sale ogni anno e sembra non ci sia soluzione. L’università si sta ampliando, e la città sta diventando “inospitale”. Bisogna avviare una rete di relazioni con il rettore, ma anche con il Comune e la Provincia. Incentiviamo la costruzione di studentati pubblici, ma dialoghiamo con i privati perché mettano i loro immobili a disposizione degli studenti».
E per il tempo libero?
«Trento dà molte opportunità: è molto viva come Capitale europea del Volontariato, ed è un faro culturale con una scena invidiabile in Italia. Ma rimane un po’ ostile ai giovani: i residenti e le restrizioni attaccano la movida, ma noi studenti, con le nostre iniziative e festival, riqualifichiamo le zone malfamate. Non perdiamo l’entusiasmo del volontariato 2024. Troviamo un punto di incontro».
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