La differenziata in Italia a quota 66%, il sud recupera sul virtuoso nord

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La raccolta differenziata in Italia è al 66,6%, con percentuali del 73,4% al Nord, del 62,3% al Centro e del 58,9% al Sud. Sul podio Bologna, che arriva a quasi al 73%, qualificandosi come la prima città con popolazione superiore ai 200.000 abitanti a superare l’obiettivo del 65%. E’ quanto emerge dall’ultima edizione del Rapporto Rifiuti Urbani dell’ISPRA, presentato oggi alla presenza dellla viceministro per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica Vannia Gava.

Nel complesso, quasi il 71% dei comuni italiani ha conseguito una percentuale di raccolta differenziata superiore al 65%. A livello regionale, il Mezzogiorno ha mostrato negli ultimi anni la crescita maggiore della raccolta differenziata, tanto che lo scostamento tra Nord e Sud si è ridotto di 4,5 punti e tra Centro e Sud di 3,8.

Tutte le province/città metropolitane raggiungono percentuali di raccolta differenziata superiore al 30%.
Per ciò che riguarda il trattamento e la gestione, la percentuale di riciclaggio dei rifiuti urbani si attesta al 50,8%, in crescita rispetto al precedente anno (49,2%), al di sopra dell’obiettivo del 50% previsto dalla normativa per il 2020 (al 2030 l’obiettivo è ben più ambizioso e pari al 65%). I rifiuti urbani complessivamente smaltiti in discarica rappresentano il 15,8% dei rifiuti urbani prodotti, attestandosi a 4,6 milioni di tonnellate, in calo rispetto ai 5,2 milioni di tonnellate del 2022.

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Nell’ultimo anno, l’88,3% dei comuni intercetta oltre la metà dei propri rifiuti urbani in modo differenziato. Superano il 55% o si avvicinano a tale percentuale Torino, Firenze, Messina e Verona i cui tassi si attestano, rispettivamente, al 57,1%, 55,6%, 55,4% e 53,4% Segue Roma, in leggera crescita rispetto al 2022, si colloca al 46,6%, Genova si attesta al 46,1% (+3% rispetto al 2022) mentre Bari e Napoli superano il 40%, rispettivamente con il 43,2% e il 41,9%. Per quanto riguarda le città della Sicilia, Catania passa dal 22% al 34,7%, facendo rilevare una crescita di quasi 13 punti percentuali (+26,5% in termini di aumento dei quantitativi intercettati) e Palermo si attesta al 16,9% con un leggero incremento rispetto al 15,2% del 2022.

A dimostrazione che le regioni del Mezzogiorno sono quelle che hanno mostrato negli ultimi anni la crescita maggiore della raccolta differenziata, analizzando gli andamenti delle percentuali di raccolta nel periodo 2019-2023, lo scostamento tra Nord e Sud si è ridotto di 4,5 punti e tra Centro e Sud di 3,8.

Le percentuali più alte si registrano in Veneto (77,7%) e in Emilia-Romagna (77,1%). Seguono Sardegna (76,3%), Trentino-Alto Adige (75,3%), Lombardia (73,9%) e Friuli-Venezia Giulia (72,5%).
Il Friuli-Venezia Giulia e l’Emilia-Romagna, che nell’ultimo anno supera la Sardegna e il Trentino Alto Adige avvicinandosi alla percentuale del Veneto, sono quelle che fanno registrare la maggiore progressione della percentuale di raccolta, con incrementi rispettivamente pari a 5 e 3,1 punti rispetto ai valori del 2022.

Superano l’obiettivo del 65% anche Marche (72,1%), Valle d’Aosta (69,4%), Umbria (68,3%), Piemonte (67,9%), e Toscana (66,6%); prossime all’obiettivo la Basilicata (64,9%) e l’Abruzzo (64,6%).
A livello provinciale tutte le province/città metropolitane raggiungono percentuali di raccolta differenziata superiore al 30%.

I livelli più elevati di raccolta differenziata si confermano per Treviso che nel 2023 raggiunge l’89,1%, seguita da Mantova (87%), Belluno (85,8%) e Pordenone (85,4%). Superiori o prossimi all’80% sono anche i tassi delle province di Reggio Emilia (83,3%), Forlì-Cesena (81,7%), Oristano (81,3%), Trento (81,2%), Bergamo (80,5%), Novara (80,4%), Monza e della Brianza (79,9%) e Parma (79,7%).

“Questi dati – dice la viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava – confermano che siamo sulla strada giusta. Ridurre i rifiuti è essenziale, ma è altrettanto importante recuperarli, soprattutto in un Paese povero di materie prime critiche come il nostro, dove diventano risorsa preziosa. Attraverso semplificazioni normative e sostegno agli investimenti, il ministero dell’Ambiente sta rendendo questo percorso più efficace, offrendo strumenti concreti a cittadini, imprese e territori. È un lavoro di squadra: è questa la chiave per raggiungere obiettivi ancora più ambiziosi”.

“Un ottimo rapporto”, dice Gava, che fornisce “un elemento di analisi a supporto del legislatore”, grazie al quale “capiamo se quello che stiamo facendo e abbiamo fatto è un lavoro positivo o meno. Dai dati direi di sì perché comunque abbiamo visto un incremento importante della differenziata su tutto il territorio nazionale, 2/3 dei comuni hanno superato il 65%, oltre a un incremento di oltre 5 punti per la raccolta del rifiuto da imballaggio attorno all’85%”.

Risultati “frutto del lavoro di squadra e del sistema delle agenzie, di Anci e delle aziende comunali ma anche e soprattutto frutto dei cittadini”, dice la viceministro, “stiamo cercando di fare cultura ambientale, cercando di far capire che il rifiuto non è un problema ma se opportunamente differenziato può diventare risorsa, un’occasione di crescita e grande opportunità”.

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Certo, “dal flusso dei rifiuti emerge la necessità di una rete impiantistica adeguata, perché dopo aver raccolto i rifiuti dobbiamo trattarli correttamente”, conclude Gava, ribadendo che l’impegno resta quello per arrivare a “regole chiare per chi mette a terra gli investimenti e per chi deve fare i controlli in seguito”.

Fonte Agenzia Dire



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