Ong Mediterranea, gli uomini e le donne a bordo della Mare Jonio con l’attivista e Beppe Caccia: dopo l’assoluzione di Salvini per il caso Open Arms hanno annunciato che torneranno in mare
La statistica, l’operatrice sociale, la medica, il parroco, lo studente di Economia, gli attivisti rientrati dall’estero. Ecco la squadra della Ong Mediterranea Saving Humans, fondata nel 2018 dal mestrino Luca Casarini, con Beppe Caccia, anche lui veneziano, studioso del pensiero politico ed ex consigliere e assessore comunale, armatore sociale di Mediterranea così come Alessandro Metz di Trieste, ex consigliere regionale del Friuli Venezia Giulia, e Sandro Mezzadra docente di Filosofia politica all’Università di Bologna.
La statistica, l’ex assessora, la dottoressa
Ecco la squadra pronta a tornare in mare così come dichiarato da Luca Casarini all’indomani dell’assoluzione di Matteo Salvini, ex ministro dell’Interno (ora alle Infrastrutture) scagionato dall’accusa di sequestro di persona dopo aver tenuto per 19 giorni in mare una nave di Open Arms carica di migranti. Nel direttivo della Ong c’è la veneziana Stefania Porchia, laureata in Statistica, si occupa di sostegno alle organizzazioni pubbliche e private che lavorano nel sociale in percorsi di ricerca, valutazione, formazione, sviluppo organizzativo. La presidente dell’associazione è Laura Marmorale, campana di Benevento, tra il 2016 ed il 2019 è stata assessora municipale prima e comunale poi del Comune di Napoli. La vice presidente è Vanessa Guidi, specializzanda in Medicina d’emergenza, attivista dal 2019 e presidente di Mediterranea dal 2020 al 2023. Guidi coordina il team sanitario e ha partecipato a missioni in mare come medica di bordo e capomissione.
Il sacerdote
E poi c’è don Mattia Ferrari, che due giorni fa è stato ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa. Nato a Sassuolo, 31 anni, è entrato in seminario nel 2012, è stato vice – parroco a Nonantola (Modena) e assistente diocesano dell’Azione Cattolica Ragazzi nel 2018. Durante il seminario si è legato ai centri sociali bolognesi TPO e Làbas, che nell’estate del 2018 sono stati tra le realtà fondatrici di Mediterranea. Dall’aprile del 2019 svolge l’incarico di cappellano di Mediterranea, si occupa delle relazioni con la Chiesa e i movimenti sociali e popolari nel mondo. Don Mattia Ferrari nel 2021 ha ricevuto minacce per il suo attivismo, sul caso aveva aperto un fascicolo la procura di Modena. A una recente richiesta di archiviazione del pm si è opposto il giudice, che ha rimandato gli atti alla procura chiedendo nuove indagini, agli atti risulta che i «mandanti» degli attacchi sono gruppi vicini ai trafficanti libici.
L’informatico
C’è anche il capomissione Danny Castiglione, 32 anni di Mogliano Veneto. Nella vita fa il tecnico informatico, utilizza permessi e vacanze per operare come volontario per Mediterranea. Era lui alla guida della spedizione che a novembre ha portato in salvo 79 persone a bordo della barca a vela Safira. Nell’aprile scorso era alla guida della Mare Jonio che aveva appena soccorso 58 persone da un’imbarcazione alla deriva quando un gruppo di miliziani libici ha sparato verso i naufraghi e i soccorritori. A bordo tante volontarie e volontari giovani, che prima d’imbarcarsi devono seguire rigorosi corsi di formazione e addestramento. Ora, dopo sei missioni e quasi settecento persone soccorse negli ultimi 12 mesi, il rimorchiatore Mare Jonio è in cantiere per manutenzione in vista del rinnovo triennale delle certificazioni tecniche.
Quanto costa l’attività di soccorso
Quanto ai ricavi e ai costi per le missioni, sul sito della ong si possono vedere i bilanci, che vengono annualmente depositati nella piattaforma fiscale per le associazioni di promozione sociale (Aps), è solo così che Mediterranea può accedere ai finanziamenti del cinque per mille. L’ultimo bilancio pubblicato è quello del 2022 (quello del 2023 verrà depositato a breve). Quell’anno i ricavi hanno raggiunto quota 1.389.166,26 euro. La parte più importante dei finanziamenti arriva da persone fisiche: 759 mila euro versati con bonifici da sostenitori, amici, campagne di crowdfunding. Da enti ecclesiastici arrivano 275.736 euro, di qui l’accusa di «essere pagati dalla Cei». «Non ci sarebbe nulla di male ma in realtà a questa quota contribuito alcune Diocesi, ma soprattutto tante parrocchie che hanno fatto versamenti volontari» fanno sapere da Mediterranea. Nel capitolo entrate ci sono gli introiti che arrivano da merchandising, vendita di libri, elargizioni volontarie di artisti, attori e attrici, fumettisti. Tra le donazioni più importanti del 2023 c’è il gommone di soccorso Bayna, donato dal rapper Ghali a Mediterranea che lo usa nei soccorsi in mare. Tra i costi ci sono quelli per la navigazione: un milione di euro nel 2022. E poi ci sono le spese per la contabilità e il personale, circa 100 mila euro. Il resto sono spese di gestione e di avvocati per poter sostenere le cause amministrative e penali. «La guerra senza senso condotta dal governo contro la Flotta civile, sottrae ogni anno risorse preziose, che potrebbero invece aiutare chi è in pericolo in mare» concludono da Mediterranea.
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