Case auto vogliono chiarezza entro fine anno

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Le super multe se nel 2025 non rispetteranno le nuove (e più severe) norme UE sulle emissioni di CO2 pendono come una spada di Damocle sulle Case automobilistiche, col rischio di aggravare ulteriormente una situazione economica già molto difficile. Per questo il CEO di Renault e presidente uscente di ACEA, l’associazione europea dei produttori d’auto, Luca De Meo, ha lanciato un appello alle istituzioni europee affinché facciano chiarezza sulle multe, chiedendo di pronunciarsi il prima possibile e possibilmente entro fine anno, visto che non c’è più un minuto da perdere. Da settimane, infatti, si rincorrono voci su una modifica o un possibile rinvio della normativa ma nessuno fa nulla di concreto, lasciando il comparto nella più profonda incertezza.

IL REGOLAMENTO UE SUL LIMITE DI EMISSIONI DI CO2 PER LE CASE AUTO

Come è noto, il Regolamento UE 2019/631 ha stabilito, nell’ambito del Green Deal, che le vendite complessive delle case auto nell’Unione Europea non debbano superare annualmente il limite medio di 115,1 g/km di CO2 (ciclo WLTP, inizialmente era di 95 g/km ma con l’ormai abiurato ciclo NECD), pena l’applicazione di salatissime multe: 95 euro per ogni grammo eccedente il limite moltiplicati per ogni auto venduta, quindi un grammo per chi vende un milione di auto diventa una multa di 95 milioni, due grammi eccedenti costano 190 milioni e così via. I 115,1 g/km sono comunque un dato indicativo perché nel calcolo vanno considerati diversi fattori. Dal 2020 a oggi le case se la sono più o meno cavata, potendo sfruttare una serie di ‘scorciatoie’ tra cui l’acquisto di crediti dalle aziende più virtuose.

Nel 2025, però, la soglia si abbasserà del 15% (e poi di un altro 37,5% dal 2030) passando da 116 a soli 93,6 g/km di CO2. Rientrare nei limiti diventerà quindi molto più difficile e probabilmente non basteranno neppure le scorciatoie. La Case auto che non rispettano i parametri rischiano pertanto multe salatissime, che andrebbero ulteriormente ad aggravare i loro già magri bilanci.

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ACEA: “INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA RISCHIA DI PERDERE FINO A 16 MILIARDI”

Nell’imminenza dei conteggi 2024 che potrebbero tradursi in enormi multe per i costruttori di auto, l’ACEA, per voce del presidente uscente Luca De Meo (da gennaio gli subentrerà Kallenius di Mercedes-Benz), ha comunicato che senza una chiara dichiarazione politica della Commissione europea entro la fine del 2024, come sollecitato anche dal Governo tedesco, da quello francese, da quello italiano e di altri Paesi europei, l’industria automobilistica rischia di perdere fino a 16 miliardi di euro di capacità di investimento pagando sanzioni, riducendo la produzione, unendosi (per sopravvivere) a concorrenti stranieri o vendendo veicoli elettrici in perdita.

I produttori di auto e furgoni europei“, ha dettoDe Meo, “chiedono ai decisori dell’UE di fare chiarezza su posti di lavoro e investimenti prima della fine dell’anno per sostenere, anziché ostacolare, la transizione verde ed evitare danni inutili alla competitività dell’Europa. L’industria europea rimane impegnata nell’obiettivo di neutralità climatica dell’UE per il 2050 e nel passaggio alla mobilità a zero emissioni. Ma ora bisogna agire subito: aspettare l’inizio del dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica o la revisione della legislazione sulla CO2 nel 2026 non è un’opzione, benvenuta e necessaria come entrambe potrebbero essere. I produttori hanno bisogno di chiarezza ORA per finalizzare le strategie di conformità, prendere accordi di pooling e altre disposizioni per il 2025“.

MULTE CO2, I COSTRUTTORI CHIEDONO ALL’UE DI PRONUNCIARSI CON URGENZA: “TRANSIZIONE PIÙ LENTA DEL PREVISTO”

Nel proseguo del comunicato De Meo ha spiegato perché, pur con tutta la buona volontà, gran parte dei costruttori europei non riusciranno a centrare i nuovi obiettivi di riduzione della C02 nel 2025: “Rispetto alle vecchie soglie, stavolta concorrono fattori esterni al controllo diretto dei produttori: tensioni commerciali, aumento dei costi di produzione, crescita lenta delle infrastrutture di ricarica e calo dei sussidi all’acquisto. Le vendite di veicoli elettrici sono attualmente stagnanti a circa il 13% di quota di mercato o 10 punti percentuali al di sotto di dove dovrebbero essere, e questo divario è troppo ampio per essere colmato in tempo. Per questo, una dichiarazione di sostegno tempestiva e inequivocabile dell’UE in questo momento cruciale della transizione, sarebbe fondamentale per garantire competitività e posti di lavoro lungo la catena del valore. Purtroppo la transizione non sta andando come previsto e  attenersi alla rigidità delle norme porta a danni potenzialmente irreversibili. La flessibilità, invece, manterrà il flusso degli investimenti e la transizione in carreggiata“.





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