Pesaro, 22 dicembre 2024 – Interrompere gli studi senza prendere nemmeno il diploma di scuola superiore è un salto nel buio che incide, pesantemente, sul dato allarmante della disoccupazione o meglio della “inattività“ giovanile.
Il paracadute della Regione Marche alla dispersione scolastica – a guardare i dati dell’Osservatorio sul Mercato del lavoro 2024 – sembra funzionare perché dal 2020 ad oggi le cose, anche se a macchia di leopardo, stanno andando meglio: nelle Marche, nel 2023, i cosiddetti Neet – chi non studia, non lavora e nemmeno cerca un’attività tra 15 e 34 anni – battevano quota 33.186 in calo del 19,4% rispetto all’anno precedente.
Al risultato hanno contribuito l’apporto della formazione professionale duale e l’apprendistato. La prima è una modalità di apprendimento che si divide tra banchi e formazione direttamente in azienda fatta nella nostra provincia da centri paritari accreditati dalla Regione e che vede coinvolti Endo-Fap Don Orione di Fano; la Fondazione Enaip Zavatta con sede a Urbino.
Da quest’anno la Regione ha introdotto un antidoto alla dispersione scolastica, cercando la sponda della scuola statale: l’assessore Stefano Aguzzi ha ampliato l’offerta formativa innestando 16 corsi nel biennio delle scuole superiori ad indirizzo professionale.
La novità assoluta per l’utenza pesarese, una volta uscita dalla scuola media, è rappresentata dalla possibilità di iscriversi al corso per operatore agricolo istituito dall’Istituto agrario Cecchi.
Altra novità è il corso per operatore informatico istituito dall’Istituto professionale Benelli. Già dall’anno scorso il Benelli aveva il triennale per operatore del benessere e acconciatore.
Altri corsi triennali portati avanti dalle scuole superiori in tutta la provincia sono quelli dell’alberghiero Santa Marta e l’operatore del legno del Bramante Genga; l’operatore dell’abbigliamento e quello di Operatore meccanico dell’Istituto Della Rovere di Urbania.
Percorsi già sentiti, ma che dall’anno prossimo daranno la possibilità, già con un triennio di conseguire un attestato di qualifica professionale che permetterà al giovane di optare anche per il mondo del lavoro.
Sintetizzando al massimo, già dopo i primi tre anni si può terminare il percorso formativo con in mano una qualifica professionale rilasciata dalla Regione Marche, spendibile a livello nazionale. Ma è valido il viceversa: se dopo i tre anni si volesse continuare per prendere il diploma lo studente può proseguire in continuità nella stessa scuola.
Gli studenti dell’Agrario Cecchi alle prese con la raccolta dell’oliva
“E’ il percorso ideale per studenti che hanno fretta di entrare nel mondo del lavoro e che amano imparare facendo – dice il preside del Santa Marta, Roberto Franca –. Invece di un biennio uguale per tutti, il giovane iscritto al triennale professionalizzante inizia subito con l’indirizzo di suo gradimento che nel nostro caso può essere pasticceria piuttosto che sala o accoglienza”.
Quali sono le caratteristiche in classe?
“Le materie sono nella maggior parte di tipo pratico e vengono approfondite tramite attività in laboratorio – spiega il preside dell’Agrario Riccardo Rossini –. Al termine del triennio si ottiene, dopo il superamento di un esame, la qualifica professionale di operatore agricolo. Il corso prevede la possibilità di frequentare un quarto anno per il conseguimento del Diploma Professionale di Tecnico per il corrispondente profilo professionale o di inserirsi nel percorso ordinario e prendere la maturità facendo gli ultimi due anni”. Insomma è un percorso “sartoriale“.
“Il giovane non si scoraggia – conclude Rossini – perché la scuola gli permette di apprendere facendo. Questo tipo di formazione, naturalmente aumenta il grado di occupabilità perché lo studente usa attrezzature e fa molta più pratica”.
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