LECCE – Si aprirà il prossimo 11 marzo dinanzi alla giudice del tribunale di Lecce Valeria Fedele, il processo col rito abbreviato nei riguardi Davide Corlianò, 43enne leccese, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi e ricettazione.
Sono queste le accuse che nove mesi fa determinarono il suo ritorno nel carcere di “Borgo San Nicola” e per le quali l’uomo, nei giorni scorsi, ha chiesto e ottenuto attraverso il suo difensore, l’avvocato Francesco Fasano, di essere giudicato col rito speciale che gli consentirà di beneficiare dello sconto di un terzo della pena.
Già noto in inchieste giudiziarie legate al traffico e allo spaccio di stupefacenti in città (come riportato in questo articolo), il 43enne finì nuovamente nei guai, il 26 marzo scorso, in seguito alla perquisizione svolta dai carabinieri della stazione di Santa Rosa nel suo appartamento.
Fu lo stesso Corlianò a consegnare quasi mezzo chilo di cocaina e una pistola calibro 7.65 con matricola abrasa, completa di serbatoio e sei proiettili, nascosta tra due cuscini, sul letto, nella sua stanza.
Nella sala da pranzo invece, all’interno di un mobile, c’erano quasi 750 grammi di sostanza da taglio, presumibilmente mannite, bilancino di precisione e diverso materiale per il confezionamento. Tutto fu sequestrato con la somma in contanti di quasi 2mila euro e nove telefonini cellulari.
Durante l’interrogatorio, dinanzi al gip Angelo Zizzari che convalidò la misura in carcere, il 43enne raccontò di aver custodito la sostanza stupefacente per conto di terzi, di cui non riferì nomi, per necessità economiche.
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