Nuovo motore silenzioso e sostenibile progettato dalle Università di Padova e Venezia. L’azienda: «Ora serve qualcuno che ci creda e lo utilizzi»
Si muove, ma non fa rumore e nemmeno moto ondoso. È il sistema di propulsione a idrogetto fuoribordo, pensato dagli atenei di Padova e Venezia per rendere il trasporto acqueo nella Laguna più silenzioso e sostenibile. Venerdì a Ca’ Foscari è stato presentato il progetto innovativo a forma di siluro che funziona con motore elettrico o ibrido ed è già diffuso in tutto il Nord Europa su traghetti e mezzi acquei. A differenza di un’elica, questo idrogetto non provoca moto ondoso, come dimostrato venerdì dalla barca ormeggiata per qualche ora sul Canal Grande.
Mancano gli incentivi
Il progetto «Impronta 0» si è concretizzato dopo un anno di lavoro ed è frutto della collaborazione tra il dipartimento di Ingegneria di Padova, rappresentato dal professore veneziano Ernesto Benini, e quello di Management di Venezia con Raffaele Pesenti, che hanno lavorato con Francesco De Vanna, Filippo Avanzi e Andrea Stocchetti e gli assegnisti Alberto Baù, Thu Tra Nguyen, Andrea Magrini. Finanziato dal Fondo Sociale Europeo Plus della Regione Veneto e supportato da diversi enti come Comune, Veritas e Porto, l’idrogetto è stato costruito dalla ditta lombarda Sealance ed è alla ricerca di qualcuno che ci creda e lo utilizzi. «Purtroppo a oggi non ci sono incentivi, ma il guadagno c’è su più livelli – spiega William Gobbo della Sealance – Se il costo iniziale è maggiore perché si aggira sui 150 mila euro per un taxi, bisogna pensare che ci sono meno costi di manutenzione e operativi di energia, non fa odore e dà al passeggero un’esperienza unica. Poi ci sono benefici su salute e ambiente». Il progetto è stato infatti ideato appositamente per la Laguna e ha una lunga storia.
Cambio di visione
«In realtà sono 20 anni che si studia come impattare di meno sulla Laguna – spiega De Vanna, ricercatore veneziano – Un’abitazione ha al massimo un contatore di 4 kW, questa batterie ne hanno 80 e in otto ore se ne consumano metà». Ovviamente l’utilizzo di questo idrogetto comporta un cambio di visione che è ancora all’inizio. «Oltre alla straordinaria innovazione tecnologica e ingegneristica, abbiamo studiato la fattibilità del reale utilizzo di questo sistema di propulsione a Venezia – ha detto Pesenti, professore della Venice School of Management di Ca’ Foscari e membro del centro di ricerca Cami, dedicato proprio alle innovazioni nella mobilità – Inserire questa innovazione nel contesto lagunare richiede un’azione specifica di analisi dell’adattamento tecnologico e dell’impatto economico. Tutto questo considerando i grandi benefici in termini di abbattimento dell’inquinamento acustico, delle emissioni inquinanti e del moto ondoso». All’incontro era presente l’assessore Sebastiano Costalonga che ha provato l’imbarcazione.
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