Il taglio del cuneo fiscale, la proroga del Fondo garanzia Pmi, le deduzioni sulle assunzioni delle categorie svantaggiate, le agevolazioni sull’accesso al credito. Il centrodestra del Nordest mette in vetrina i provvedimenti considerati impattanti sul territorio.
Il deputato Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro della Camera e coordinatore di Fratelli d’Italia del Friuli Venezia Giulia, parla di «grande spinta per l’occupazione». Al contrario, per il senatore Andrea Martella, segretario del Pd del Veneto, «non c’è una visione che possa incentivare e sostenere la crescita».
ECONOMIA, IMPRESE E FAMIGLIE
Posizioni opposte a Nordest nelle ultime ore di definizione della manovra 2025. Sandra Savino, sottosegretario al Mef e coordinatore di Forza Italia in Fvg, assicura che la legge di Bilancio in approvazione «rappresenta un importante passo avanti verso il sostegno alla crescita economica e al rafforzamento di imprese e famiglie. La manovra, migliorata grazie al contributo di Fi, include interventi significativi come la riduzione dell’Ires per premiare le imprese e la revisione di misure che avrebbero rischiato di compromettere la fiducia tra il ministero dell’Economia e il settore produttivo». Savino si dice inoltre soddisfatta «per il rafforzamento della sanità e per l’accordo che riconosce il valore del lavoro delle nostre forze dell’ordine».
CUNEO FISCALE E IRES PREMIALE
Per il senatore Luca De Carlo, segretario regionale di FdI del Veneto, «in un territorio a forte vocazione produttiva sono di significativa importanza il taglio del cuneo fiscale per imprese e lavoratori, la conferma della riduzione delle aliquote, l’Ires premiale, misura che nasce con l’obiettivo di incentivare gli investimenti produttivi e la creazione di nuovi posti di lavoro».
«Uno sguardo rivolto al futuro – aggiunge Rizzetto – perché sul cuneo fiscale parliamo di un provvedimento strutturale. Senza dimenticare le super deduzioni fino al 120% sulle assunzioni di lavoratori meritevoli di maggiori tutele».
IL CONTESTO
De Carlo sottolinea quindi «i 136,5 miliardi per la sanità, cifra che vale oltre il 6% del Pil, fatti che sbugiardano l’opposizione, in un contesto in cui siamo ai record su occupazione e bassa disoccupazione, con la conseguenza che, per la prima volta dal 2011, grazie a tredicesime più pesanti, bonus Natale e più lavoro, i consumi di fine anno sono in aumento».
ACCESSO AL CREDITO
Anche la Lega entra nel merito dell’impegno di queste ore. Massimo Bitonci, sottosegretario del ministero delle Imprese e del made in Italy, via agenzia cita emendamenti e subemendamenti approvati dalla Commissione Bilancio della Camera attraverso i quali si è provveduto a facilitare l’accesso al credito delle Pmi.
DEDUZIONI EXTRA UE
Su un altro fronte, la Lega, parole del deputato Marco Dreosto, segretario del movimento in Fvg, «è orgogliosa di aver portato una proposta nata dal territorio, che introduce restrizioni più rigorose per i ricongiungimenti familiari e limita le deduzioni per carichi di famiglia previste per i famigliari di cittadini stranieri extra Ue. Questa misura non solo rafforza il controllo sull’immigrazione, ma garantisce che le risorse siano destinate a chi ne ha davvero diritto, con un risparmio di 500 milioni statali. Un risultato che dimostra la nostra attenzione ai conti pubblici e il nostro impegno per una gestione responsabile delle finanze».
LE PROSPETTIVE MANCANTI
Dall’opposizione voci totalmente diverse. La deputata del Pd Debora Serracchiani denuncia «la mancata attenzione alle politiche industriali e agli investimenti, soprattutto su ricerca e sviluppo, pilastri che possono salvare intere filiere. Più in generale, tolto il cuneo fiscale, con così poche risorse, non c’è alcuna prospettiva».
I NODI IRRISOLTI
Il senatore Martella rincara la dose: «Non c’è spinta espansiva e il rischio serio è di non vedere impatti positivi sul tessuto produttivo. Per il Veneto gli unici investimenti sono su Milano Cortina, ma mancano tra l’altro finanziamenti sulla Zona Logistica Semplificata e per il settore automotive, rifinanziato con soli 400 milioni anziché i 4,2 miliardi previsti dal governo Draghi fino al 2030.
Non è nemmeno risolto il tema dell’industria 5.0 e sono stati ribaditi i tagli agli enti locali, con l’effetto di prevedibili tasse più alte o minori servizi in Veneto. Una manovra di galleggiamento – conclude Martella – ragionieristica, che vedrà pure il Fondo sanitario nazionale a un livello mai toccato da 15 anni: 6,05% del Pil, tra i più bassi d’Europa».
E ancora, «nessuna risposta sulla carenza di medici e infermieri e sul nodo del personale in fuga dagli ospedali. Alle voci Piano casa, salvaguardia ambientale, costi dell’energia, crescita della produttività e dei salari, corrisponde un avvilente e preoccupante “zero”».
I COMUNI
A intervenire è anche il presidente di Anci Veneto, Mario Conte, che plaude alla cancellazione dei limiti al turnover per gli enti locali, «la dimostrazione che il dialogo con il Governo porta a soluzioni equilibrate, in una fase storica nella quale i Comuni già faticano a trovare dipendenti. Questa apertura alle richieste più volte avanzate da Anci e Upi è un segnale positivo, ringrazio il ministro Giorgetti e i parlamentari firmatari dell’emendamento».
Conte promuove inoltre «lo sblocco dei 470 milioni da parte della Conferenza Stato-Città destinati ai Comuni per potenziare servizi sociali, asili nido e trasporto scolastico». —
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