Nel 2023 le spese di tenuta di un conto corrente bancario sono state pari a 100 euro (117 con l’imposta di bollo), più del triplo dei costi dei c/c online. E i clienti più fedeli vengono bastonati poiché pagano quasi il doppio di chi ha aperto il conto da un anno
Nel 2023 per avere un conto corrente bancario gli italiani hanno speso 100 euro, anzi 117 se contiamo anche l’imposta di bollo. Per la prima volta, dopo 7 anni, i costi sono scesi anche se soltanto di 3 euro perché sono diminuite leggermente le spese fisse, mentre le commissioni sui pagamenti e sui prelievi di contante sono rimaste pressoché invariate.
La convenienza vera, tuttavia, è quella dei conti correnti online i cui costi sono molto più bassi e si attestano sui 28,9 euro, praticamente meno di un terzo rispetto ai c/c tradizionali. Anche in questo caso c’è stato un calo di quasi 5 euro, dovuto soprattutto alle minori spese fisse. Aumentano, invece, i costi dei conti correnti postali che superano i 67 euro, quasi 8 euro in più rispetto al 2022, a causa di un aumento dell’operatività dei propri clienti.
L’indagine di Bankitalia attesta che i clienti fedeli pagano il doppio
Sono i dati di Bankitalia che ha pubblicato la sua indagine sui costi del 2023, condotta su circa 12mila conti correnti bancari selezionati da 605 sportelli, 1.174 conti online non riferibili a sportelli e 1.000 conti correnti postali, selezionati da 50 sportelli postali. Gli esperti ricordano come dal 2011 al 2023 la variazione delle spese fisse “abbia contribuito in modo determinante all’andamento delle spese di gestione sia nel periodo di contrazione sia in quello di crescita”. Ma se si guarda al 2013, quando la spesa media di gestione dei conti correnti era pari a 81,9 euro, si deve purtroppo constatare che in 10 anni i costi sono aumentati di quasi 20 euro.
Ma la cosa ancora più grave è che le banche non premiano la fedeltà del cliente (e lo certifica direttamente Bankitalia). Nel 2023, chi aveva un c/c aperto da oltre 10 anni pagava spese di gestione totali pari a 123 euro, quasi il doppio rispetto ai 65,7 euro che paga chi ha il conto da un anno.
Stesso discorso sulle spese fisse che in media ammontano a 70 euro, mentre chi ha un conto aperto da oltre dieci anni ne paga 88. E, a fronte di un leggero calo delle spese variabili (pari a 30,6 euro), i clienti più fedeli hanno visto questa voce toccare quasi i 35 euro. Ecco dunque la necessità, per pagare meno spese, di cambiare conto corrente quando si è da troppo tempo con la stessa banca.
C’è poi il capitolo delle commissioni, in particolare quelle che si pagano in caso di sconfinamento (Civ) e sulla messa a disposizione dei fondi (Mdf). Nel 2023 l’importo della commissione applicata sugli sconfinamenti e sugli scoperti di conto è stato pari a 13,7 euro, 2,7 euro in meno rispetto al 2022. La commissione sulla messa a disposizione dei fondi invece resta invariata, pari all’1,7% del credito affidato.
Zero canone e troppi vincoli Il miraggio dei conti low cost
Sul numero di marzo del Salvagente, abbiamo pubblicato un servizio che ha analizzato le varie formule economiche dei conti correnti low cost. Dall’indagine era emersa la convenienza dei conti correnti online, nati proprio per far fronte agli aumenti dei c/c tradizionali, ma è risultato che spesso la convenienza resta solo sulla carta perché nella maggior parte dei casi in cui vengono pubblicizzati con la sirena delle “zero spese” bisogna guardare attentamente le condizioni contrattuali. Questa tipologia di conto può prevedere, infatti, delle specifiche condizioni: ad esempio requisiti legati all’età massima o minima per accedere alle promozioni; effettuare un deposito iniziale sul nuovo conto; mantenere una giacenza media superiore ad un certo valore; effettuare un certo numero di depositi ogni mese; effettuare un deposito mensile o, ancora, depositare lo stipendio o la pensione.
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