Ci sono anche interventi nell’Arcidiocesi di Gorizia che sono stati finanziati dal recente bando regionale per i veni mobili e immobili ecclesiastici. Si tratta di tre restauri che riceveranno un finanziamento – in parte o totale – su sedici domande presentate nell’intero territorio dell’arcidiocesi. La parrocchia di Fogliano, con lo storico organo Nachini del 1730, restaurerà lo strumento conservato nella chiesa parrocchiale di Santa Elisabetta d’Ungheria. Su 71.652,40 euro totali la Regione coprirà 33mila euro.
Seguono la parrocchia dei Cappuccini di Gorizia, con il restauro dell’organo a canne Cecilia del 1934 che, su 58.144 euro riceverà 50mila euro e la chiesa di Sant’Ignazio sempre a Gorizia che potrà restaurare lo strumento pneumatico Zanin del 1932: su 47.482,40 euro riceverà 45mila euro dalla Regione.
Fuori dalla graduatoria dei finanziabili, invece, la parrocchia di Strassoldo con il restauro della Pala della Beata Vergine del Rosario, 15 miniatura dei “misteri del Rosario”, restauro di tre dipinti, che aveva chiesto 36.478 euro, la parrocchia di Capriva del Friuli che, con una spesa di 24.664 euro voleva restaurare il gruppo scultoreo in cera su gesso di Edomn Furlan “Ecce Homo” della chiesetta della Santissima Trinità e la parrocchia di San Lorenzo Isontino che voleva restaurare quattro stendardi per 15.900 euro.
Tra i non finanziati, sempre all’interno dell’arcidiocesi goriziana, la parrocchia dei Santi Ilario e Taziano in Gorizia con il restauro e valorizzazione dell’insegna processionale raffigurante l’annunciazione e due reggitorce dai motivi fogliari per 15.023 euro e il dipinto di s. Omobono, in olio su tela, del XVIII secolo, per 10.074 euro. Non finanziata nemmeno la parrocchia di Tapogliano che, per 6.763,20 euro aveva richiesto il contributo per il restauro della statua lignea raffigurante San martino a cavallo datata 1544.
Nulla da fare nemmeno per il restauro dell’organo Kucler del 1937 di Farra d’Isonzo, il cui intervento sarebbe costato 62.150 euro, né per la parrocchia del Santissimo Salvatore di Gradisca d’Isonzo che, per la chiesa di San to Spirito, aveva chiesto 50mila su 53.330 per far suonare nuovamente lo strumento della ditta Cecilia di Gorizia del 1930.
Dovrà attendere anche l’organo di San Canzian d’Isonzo (62.458 euro di spesa prevista) e l’organo Ivan Kacin del 1927 di Lucinico (49.410 euro di preventivo), così come l’organo della chiesa parrocchiale di Santo Stefano di Ruda (70.760 euro di spesa) e lo strumento custodito a Mariano del Friuli nella chiesa di San Gottardo (12.444 euro di spesa) e della vicina Corona (7.808 euro di spesa).
In ogni caso, tre strumenti potranno tornare al loro splendore originale. Ne è certo il consigliere regionale Antonio Calligaris, capogruppo della Lega in consiglio regionale. «Il valore totale delle misure supera i 17 milioni di euro», spiega il consigliere. «Il bando per la riqualificazione dei beni immobili ha ottenuto un grande successo con richieste per circa 28 milioni di euro di fondi richiesti per le opere di intervento sugli edifici», spiega Calligaris. «Siamo felici che siano giunte ben 141 richieste a dimostrazione della necessità di intervenire in questo ambito. Tra le 24 opere finanziate spiccano uno degli organi più antichi della regione, il ‘Pietro Nachini’ di Fogliano Redipuglia del 1730 e diverse opere di inestimabile valore quali la pala Lignea policroma attribuita a Tironi della parrocchia tutti i santi di Lauco, la tela raffigurante la decapitazione di San Giovanni Battista di Pomponio Amalteo del 1577 nell’omonima chiesa a Casarsa della delizia e gli altari delle chiese di San Giacomo Maggiore Apostolo a Nimis, Santa Maria Maddalena di Fontanafredda (Giambattista e Andrea Ghirlanduzzi, 1662) e della Parrocchia di San Lorenzo a Sacile», conclude.
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