“Sono giorni difficili ma ho vissuto anche momenti peggiori”. Lo dice con quel tocco di ironia Davide Pecorelli all’indomani della sentenza della Cassazione che ha confermato il via libera all’estradizione. Dovrà scontare una pena di 4 anni in carcere, in Albania, per aver inscenato la sua morte. Per farlo dette fuoco ad un auto che aveva nolleggiaao e ci lasciò alcune ossa umane, insieme ai suoi avari. “Doveva sembrare un omicidio”, disse.
Le gazzelle dei carabinieri non sono andati a prenderlo a San Giustino anche perché è probabile che la sentenza della Suprema Corte debba essere ancora depositata: e sarà da allora che decorreranno i 45 giorni entro i quali il ministro della Giustizia può o meno bloccare l’estradizione. Per ora è stato letto solo il dispositivo che in sostanza esprime un concetto molto semplice: arrestatelo e rispeditelo in Albania. Nella terra delle aquile l’arbitro della sezione di Arezzo è stato condannato per incendio, truffa e detenzione di ossa umane. Il tribunale di Perugia interrogato sulla legittimità dell’estradizione si era espresso a favore e quindi la palla era passata nelle mani dei giudici capitolini che lunedì sera si sono espressi rigettandoli ricorso dei legali. Pecorelli è di poche parole: “Prima di rilasciare dichiarazioni voglio aspettare le mosse del ministro – ci racconta – per me adesso sono giorni difficili ma ho vissuto momenti peggiori”.
Non è l’ora più buia forse ma saranno 45 giorni di tensione. Come spiega il codice di procedura penale il ministro Carlo Nordio può adesso decidere se procedere con l’estradizione o, al contrario, bloccarla. Per dare il via libera ha un mese e mezzo, se accoglierà la decisione dei giudici Pecorelli dovrà essere accompagnato alla frontiera e tornare in cella, in Albania.
Amare, ma prudenti, le parole dell’avvocato Massimo Brazzi che insieme al collega Andrea Castori difende Pecorelli: “Attendiamo le motivazioni della Corte di Cassazione e poi si valuterà se proporre il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Adesso si apre la fase innanzi al ministero della Giustizia in cui si valorizzeranno le condizioni personali dell’estradando, nonché l’eccessiva sproporzione del trattamento sanzionatorio inflitto”. I legali proveranno ancora a far leva sulla sproporzione tra quanto commesso e la pena inflitta oltre a continuare a esprimere i propri dubbi riguardo le condizioni delle carceri in Albania.
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