PALERMO – L’asta giudiziaria per aggiudicarsi i terreni rischiò di sfociare in una guerra di mafia. La faccenda si risolse con una punizione corporale per chi avrebbe disatteso il diktat mafioso e un “risarcimento” economico in favore di chi era stato danneggiato.
Il fallimento e l’asta giudiziaria
Un capitolo dell’inchiesta che ieri, lunedì 16 dicembre, ha portato all’arresto di 17 persone a Mazara del Vallo riguarda la presunta turbativa della vendita all’asta dei terreni tra Mazara del Vallo e Petrosino un tempo di proprietà della sas “Orto verde” dichiarata fallita nel 2015 dal Tribunale di Palermo.
La base d’asta era di 759 mila euro. Tre udienze andarono deserte, alla fine ad aggiudicarsi i lotti fu una cooperativa collegata a Gaspare Tumbarello. A colpi di rilanci ebbe la meglio su Giovanni Billello. Entrambi sono fra gli indagati dell’inchiesta. Cifra di aggiudicazione: 320 mila euro, molto più dei soldi preventivati.
Due fazioni contrapposte
Bilello era affittuario dei terreni e si sarebbe rivolto a Domenico Centonze, arrestato assieme al padre Pietro, con l’accusa di essere diventato l’uomo forte a Mazara del Vallo. Tumbarello, invece, avrebbe cercato protezione da Emilio Alario, nipote di Vito Gondola, ritenendo che fosse stato il vecchio capomafia, oggi deceduto, a passare la preferenza a Tumbarello.
Una volontà che andava rispettata nonostante la morte. Alario citava anche l’appoggio di “palermitani” la cui identità non è stata scoperta.
Centonze dal canto suo credeva di essere nel giusto e avrebbe chiesto l’intervento di Dario Messina, ultimo reggente del mandamento e detenuto, tramite il fratello Alessandro.
La punizione
La soluzione individuata fu quella che Tumbarello avrebbe dovuto dividere il terreno con Bilello. Al suo rifiuto Domenico Centonze lo avrebbe picchiato. Nei nastri delle intercettazione dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria sono rimasti impressi i rumori dei colpi subiti da Tumbarello. Bilello avrebbe pure incassato un risarcimento economico per il mancato affare.
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