Sassari, 15 dicembre 2024 – Lunch match che conferma ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, che l’Unahotels Reggio Emilia in questa LBA fa tremendamente sul serio. Una vittoria per 72-79 su una Dinamo Sassari che ha retto fin dove ha potuto, prima di soccombere sotto i colpi di un Cassius Winston clamoroso e sempre più assoluto trascinatore degli emiliani.
In una pazza LBA, in cui squadre come Trento e Trapani stanno dominano a mani basse il campionato e corazzate come Virtus Bologna e Milano che arrancano, la Reggiana è ormai diventata una certezza, conquistando la quinta vittoria consecutiva, ma soprattutto la quinta esterna su sei gare disputate finora, con l’unico neo della sconfitta a Pistoia.
Squadra di coach Dimitris Priftis con un ruolino di marcia esterno da grande, capace di dominare come oggi con la difesa e a rimbalzo, dando il colpo di grazia agli avversari con i suoi tiratori migliori, Winston su tutti con 22 punti realizzati, o Kwan Cheatham, con l’ex Pesaro autore di 15 punti e di fatto quelli che hanno chiuso la contesa al PalaSerradimigni.
Palazzetto sassarese finalmente esorcizzato dal team emiliano, che non vinceva sull’isola in regular season dal lontano 16 marzo 1997, allora era ancora A2, successo che arrivò grazie ai 25 punti del compianto Mike Mitchell e 12 di Mannion, ma non Nico, bensì papà Pace, per dare un idea di quanto tempo è passato.
Biancorossi capaci di scuotersi dal -9 del secondo periodo, con i sardi in quel momento in totale controllo, e bravi ad impattare prima dell’intervallo, nel giro di 120 secondi, con l’affondata a due mani di “Manimal” Kenneth Faried, ancora un lontano ricordo del giocatore che faceva i buchi sui parquet di mezza NBA e in evidente ritardo di condizione, nonostante i 6 punti messi a referto, ma che ancora si ricorda come si fa a brutalizzare un ferro.
Gara vinta in maniera netta nella ripresa, grazie alla difesa ospite, capace di sigillare l’area con i suoi corazzieri e tenere i sassaresi a 30 punti segnati in 20 minuti, gestendo agevolmente il vantaggio anche nei minuti finali, con i biancoblu alla disperata ricerca di una rimonta ormai lontana.
Sconfitta per la Dinamo che arriva esattamente nel momento in cui sembrava in evidente ripresa, dopo i successi di fila su Trieste e Venezia, ma che proprio per questo lascia più di un interrogativo in vista del futuro: non per la sconfitta in sé, ma per come è arrivata, arrendendosi in maniera netta davanti alla supremazia degli avversari.
Sì, perché la Reggiana della ripresa è stata superiore in tutto al Banco di Sardegna, con una difesa che ha soffocato le certezze di Bibbins e compagni e un reparto lunghi più atletico e strutturato, che per ampi tratti del match ha scherzato il duo Halilovic e Renfro.
Lunghi sassaresi da tempo sul banco degli imputati, con il bosniaco apparso spesso fiaccato dai ritmi di questi mesi iniziali e se la condizione è questa a dicembre, chissà come potrà arrivare ad aprile; mentre l’americano è ormai sempre di più il punto debole di una Dinamo che se non riesce ad imbeccarlo nei pick and roll, con un’alzata ai limiti dell’umano, si dimostra letteralmente inutile offensivamente.
L’ex Paok, infatti, non è certamente un centro capace di creare qualcosa in post, che anzi quest’oggi per un paio di volte si è ritrovato la palla nelle mani dalla media e goffamente in palleggio è riuscito a perderle entrambe le volte, evidenziando i conclamati limiti tecnici.
Limiti che sembravano insormontabili anche negli esterni, ma che ora parrebbero in via di risoluzione, come per esempio Justin Bibbins, in grossa difficoltà nel primo mese e che ora si è erto a leader di un gruppo che solo adesso lo riconosce come totale, in doppia cifra anche oggi 13 punti e 7 assist, ma che ha perso in maniera netta il confronto con un Winston in giornata di grazia.
Così come Brian Fobbs, il più continuo in casa Sassari con i suoi 21 punti, bravo a mantenere alta l’intensità nei due lati del campo, che faticava a trovare il proprio posto nell’attacco di coach Markovic nelle prime uscite e che ora è diventato un perno di una Dinamo ritrovata, più operaia e su cui tutto si basa sul mantenere alta l’intensità difensiva.
Cosa che nel primo tempo è riuscita alla grande ai sardi, capaci di inceppare una Reggio in evidente difficoltà nei 18′ iniziali. Ospiti che hanno ricambiato il favore nella ripresa, ma se nei primi due quarti gli emiliani sono rimasti in vita grazie alle alte percentuali dall’arco (45%), lo stesso non è riuscito a fare il Banco che negli ultimi due quarti ha tirato dai 6 metri e 75 con un eloquente 3/12, tradita dai propri tiratori.
Su tutti il capitano Eimantas Bendzius, appena 5 punti per lui con uno 0/2 dall’arco, arrivato cotto nei minuti finale per colpa dell’alto minutaggio, ben 36′ sul parquet e costretto ancora una volta a giocare per due per l’assenza forzata di Michal Sokolowski, ancora out per il problema al piede rimediato in nazionale e che solamente questo mercoledì avrà un quadro più chiaro in vista del suo possibile rientro, come confermato dal GM, Federico Pasquini, ospite della puntata di TriplaDoppia di lunedì 16 dicembre.
Insomma tanti fattori che evidenziano ancora una volta che questa Dinamo oltre un certo limite non può andare, anche perché alla squadra voluta da Markovic, che gioca sui dogmi del proprio sistema e che raramente esce dagli schemi, manca il grande solista, quello cioè capace di creare a gioco rotto e scompaginare le carte, anche davanti alla Reggio di oggi che ha incartato il match alla perfezione ad una Dinamo sprovvista di piano B ed apparsa inerme per tutta la ripresa.
Successo che catapulta la Reggiana al quarto posto, nei piani altissimi del campionato e mettendo una seria ipoteca alla sua partecipazione della Final Eight di Torino.
Per coach Priftis, prima di ospitare Varese domenica prossima, è però già tempo di pensare alla Basketball Champions League e alla delicata sfida di questo mercoledì al PalaBigi, una vittoria contro gli ungheresi del Falco Szombathely garantirebbe la seconda piazza nel Gruppo F e con esso il miglior piazzamento possibile in vista dei Play-In di gennaio.
Per Sassari una sconfitta che mina le certezza di un gruppo ancora troppo fragile, ma che ancora una volta tra le mura amiche potrà trovare nuova linfa già questa domenica, nel match prenatalizio contro una Treviso in grandissima crescita.
Un avversario rognoso, da prendere assolutamente con le pinze e lui sì, ancora in ballo per un piazzamento alla prossima Coppa Italia: torneo che ha generato grandi soddisfazioni nella storia recente biancoblu, con due coppe alzate al cielo, ma che per il terzo anno consecutivo vedrà la Dinamo spettatrice triste davanti alla televisione.
Dinamo Banco di Sardegna Sassari – Unahotels Reggio Emilia 72-79
Parziali: 20-20; 22-22; 15-22; 15-15.
Progressione: 20-20; 42-42; 57-64; 72-79.
Sala Stampa
Dimitris Priftis, Nenad Markovic e Brian Fobbs
Puntata di TriplaDoppia con ospite il General Manager della Dinamo Sassari, Federico Pasquini
Le Pagelle
Dinamo Banco di Sardegna Sassari
Alessandro Cappelletti 6: il più costante nel rendimento durante tutta la gara. Certo senza brillare in maniera scintillante, ma ordinato nella gestione della palle, perdendo un solo pallone. Nel finale trova anche lui punti pesanti, ma come il resto dei compagni lascia sul ferro liberi pesanti.
Justin Bibbins 6: perde a mani bassissime il duello con Winston, ma non per questo si merita di finire nel taccuino dei cattivi. Anche perché senza i suoi 13 punti e 7 assist, la Dinamo rischiava di sprofondare in maniera molto più pesante. Certo le 5 palle perse evidenziano un Bibbins più nervoso del solito, ma è più merito della difesa reggiana che demerito suo.
Miralem Halilovic 5: maltrattato come Renfro da Faye e compagni. Se poi si aggiunge il fatto che inizia a commettere troppi falli inutili, raddoppiando a dieci metri dal ferro con un’aggressività immotivata, la frittata è bella che fatta. Chiude con 7 punti e l’ennesima dimostrazione di come fatichi tremendamente a tenere il campo con un avversario più atletico di lui.
Brian Fobbs 7: in doppia cifra già all’intervallo, frutto di un primo tempo da stella assoluta mettendone solo lì ben 8 con due triple consecutive. Per lungo tempo un rebus per la difesa reggiana, soffre anche lui la fiammata avversaria del terzo periodo, ma è proprio lui a suonare la carica nella frazione conclusiva, restando praticamente il solo a muovere la retina tra i sassaresi. Per disperazione viene messo a difendere su Winston, dopo aver annullato Barford, ma neanche lui può fare miracoli contro la vena realizzativa clamorosa del numero 5. Top scorer del Banco con 21 punti, 3 rubate e 18 di valutazione.
Matteo Tambone 6.5: nel primo tempo è protagonista dalla tentata fuga con il quale la Dinamo prova scrollarsi di dosso Reggio, segnando due triple che incendiano il palazzo. In difesa come sempre è l’ancora di salvezza di Markovic e di tutto lo staff, ma come il resto della squadra subisce un vistoso calo nella ripresa, sbagliando anche alcuni tiri aperti che avrebbero potuto rintuzzare la rimonta finale.
Giovanni Veronesi 5.5: in fase calante dopo l’esplosione di un paio di settimane fa, riesce comunque a dare il proprio contributo in difesa, con un bel primo tempo fatto di tanta intensità. Manda a bersaglio la solita tripla, ma è meno preciso del solito, con in più l’aggiunta dell’errore clamoroso a 22” dalla sirena: schiantandosi da solo sul ferro con un layup da riscaldamento, canestro che avrebbe riportato i suoi sul -3 e con una minima speranza di recuperare.
Eimantas Bendzius 5: salvate il soldato Benji! Senza Sokolowski il capitano biancoblu è costretto a farsi spremere come un limone. Anche oggi ben 36′ sul parquet, minutaggio altissimo che gli toglie lucidità nella ripresa, quando di solito alza il livello dei colpi e inizia a fatturare dall’arco. Questa volta invece non è proprio giornata, con il lituano troppo nascosto nelle pieghe della giornata, capace di prendersi appena 5 tiri e segnando altrettanti punti, troppo pochi per una squadra che quando soffre in questo modo, dipende terribilmente dalla vena realizzativa del proprio veterano.
Luca Vincini 5.5: il meno colpevole nel reparto lunghi, scagionato anche dalla giovane età. Markovic gli concede tanti minuti visti i problemi di falli di Renfro e Halilovic, ma in mezzo ai muscoli dei reggiani diventa docile come un agnellino.
Nate Renfro 4: l’impegno come sempre non si discute, ma davanti a gente come Faye e Faried, più grossa e più alta, tutti i nodi vengono al pettine. I falli inizialmente lo limitano anche, ma una volta tornato sul parquet dimostra, ancora una volta se ce ne fosse stato bisogno, che se gli viene negato di rollare dentro in maniera dinamica, viene completamente disinnescato.
Unahotels Reggio Emilia
Jaylen Barford 5.5: ordinato quando gioca da play, ma senza acuti degni di nota. Soffre parecchio la difesa di Fobbs, che gli toglie aria e spazio. Segna appena 6 punti con un rivedibile 3/11 al tiro, anni luce dai 22 messi a segno a Napoli.
Cassius Winston 8: trascinatore assoluto di una Reggio che con lui in campo diventa travolgente. Capace di risvoltare la difesa di casa come un guanto a suo piacimento, domina nettamente il confronto con il pari ruolo Bibbins. Il più continuo tra gli emiliani con i suoi 22 punti, 13 dei quali nella ripresa quando Reggio alza i giri del motore e non si guarda più indietro. Oltre ai 22 punti messi a referto, l’MVP impreziosisce la sua prestazione con 7 falli subiti, 4 rimbalzi, 3 rubate e due assist.
Mouhamed Faye 7.5: due falli in pochi minuti rischiano di compromettergli la gara. Ma già al suo rientro nel secondo periodo fa capire a tutti che sotto i tabelloni non si passa, è il suo territorio ora. Sfiora una doppia doppia da 9 punti e 11 rimbalzi, che non fotografa a pieno la sua supremazia sotto le plance, con la Dinamo che fatica a trovare un canestro facile da sotto quando c’è lui.
Stephane Gombauld 6: forse spinto dalla voglia di rivalsa, dopo la stagione scorsa a dir poco altalenante con la maglia della Dinamo, parte con il freno a mano tirato. Il solito gatto di marmo, che però nel terzo periodo si guadagna la sufficienza con un paio di canestri che alimentano la fuga di Reggio. Chiude con 6 punti e 4 rimbalzi.
Lorenzo Uglietti 7: quando mette piede in campo tutta la Reggiana si trasforma, dando un’energia debordante a tutta la squadra. Con lui in campo la difesa di Priftis appare impenetrabile con l’ex Napoli costantemente sugli scudi. Gara difensiva encomiabile, impreziosita dai suoi 7 punti, con il 100% dal campo, e la tripla del +10 che a 2′ dalla sirena mette la parola fine al match.
Michele Vitali 6: offensivamente batte solo un colpo, con una tripla realizzata nel secondo periodo. In una mattinata in cui fatica ad entrare in ritmo, gioca una bella gara di sacrificio in difesa, tenendo sempre alto il ritmo e con le sue 3 rubate alimenta il successo di Reggio.
Kenneth Faried 6: ancora in evidente ritardo di condizione, con i piedi talmente piombati che fatica a reggere due scivolamenti e le rollate dentro degli avversari. Ma quando si ricorda come si vola torna ad essere il “Manimal” che ha terrorizzato tutta l’NBA dieci anni fa, come nella schiacciata tonante con il quale si è chiuso il primo tempo. Nella ripresa fatica ulteriormente ad entrare nei giochi e Priftis gli preferisce Faye.
Sasha Grant 5.5: il sardo di Reggio parte bene, mettendo subito una tripla in avvio. Difensivamente il suo impatto fisico si fa sentire, ma con il passare dei minuti cala vistosamente, perdendo anche un paio di palloni di troppo. Alla fine della fiera, l’unica nota stonata in una Reggiana che ha messo su la solita sinfonia con il quale le ha suonate, ancora una volta, agli avversari.
Matteo Chillo s.v.: una manciata di minuti per lui, in cui la sua presenza passa quasi inosservata.
Kwan Cheatham 7.5: l’unico in canotta Reggiana in doppia cifra già all’intervallo. Silente per larghi tratti, colpisce come un killer punendo una difesa troppo permissiva nei suoi confronti. Decisivo nel break di 9-1 del secondo tempo, che ricuce in un paio di minuti il +9 con cui la Dinamo prova la fuga. Chiude con 15 punti e la consapevolezza di essere diventato uno dei migliori tiratori dall’arco di tutto il campionato, toccando il 47% nelle ultime cinque uscite.
Giovanni Olmeo
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