La Banca Centrale Europea (BCE) ha recentemente annunciato il quarto taglio dei tassi d’interesse nel 2024, riducendoli di 25 punti base (lo 0,25%). Questo intervento segna un’inversione di rotta rispetto ai due anni precedenti, quando i tassi erano stati aumentati per combattere l’inflazione. Il risultato immediato del taglio è che chi ha un mutuo a tasso variabile, così come chi sta cercando un prestito, potrà beneficiare di condizioni più favorevoli. Tuttavia, chi ha un mutuo a tasso fisso non vedrà alcun cambiamento nelle proprie rate. L’effetto principale per le famiglie italiane riguarderà una riduzione parziale del costo delle rate mensili sui mutui già accesi, in particolare per quelli a tasso variabile, come i mutui per la casa o per l’acquisto di beni durevoli come automobili.
Marco Rossi, professore di Economia politica alla Sapienza di Roma, intervistato da Fanpage, spiega che, seppur il taglio dei tassi rappresenti un vantaggio, questo effetto sarà piuttosto limitato. Le rate mensili per le famiglie italiane potrebbero diminuire, ma in modo marginale. In sostanza, il beneficio si farà sentire più sul lungo periodo piuttosto che in maniera immediata, e non porterà a cambiamenti drastici nella vita quotidiana di chi ha già un mutuo. Rossi sottolinea anche che, sebbene il governo Meloni e altri analisti avrebbero preferito un taglio più ampio, la BCE ha deciso di operare con maggiore cautela per evitare rischi inflazionistici, mantenendo così l’equilibrio.
Un aspetto cruciale del taglio riguarda anche il debito pubblico italiano. La riduzione dei tassi di interesse avrà infatti un impatto positivo sulle finanze statali, riducendo il costo del debito pubblico. Questo significa che lo Stato italiano dovrà pagare meno interessi sul proprio debito, liberando risorse che potrebbero essere utilizzate per ridurre la pressione fiscale o, al contrario, per aumentare la spesa pubblica. Come spiega Rossi, si tratta di una scelta politica che potrà influire sulle politiche fiscali future del governo italiano.
Le prospettive per il 2025 sono comunque incoraggianti, con Christine Lagarde, presidente della BCE, che ha già indicato la possibilità di nuovi tagli dei tassi, sempre che non si verifichino eventi esterni destabilizzanti. La diminuzione dell’inflazione e il continuo abbassamento dei tassi potrebbero creare un ambiente favorevole per chi desidera accendere un mutuo o fare investimenti. Tuttavia, come avverte Rossi, bisogna tenere presente che situazioni geopolitiche come conflitti internazionali o shock economici potrebbero influire sulle prospettive future. Il contesto globale rimane incerto, e ogni evento imprevisto potrebbe cambiare rapidamente il quadro economico.
In definitiva, sebbene i tagli dei tassi portino benefici tangibili, l’incertezza globale e le scelte politiche interne continueranno a giocare un ruolo fondamentale nelle dinamiche economiche italiane. Le famiglie e le imprese italiane possono aspettarsi un po’ di respiro, ma dovranno comunque restare vigili di fronte a possibili turbolenze.
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