Benvenuto a Mimmo Barra, residente di Ischia. Ha ricoperto numerosi ruoli presso la Regione Campania, in particolare presso l’Agenzia del Turismo e vari dipartimenti regionali. È attualmente Ambassador per MSC Crociere ed è coinvolto in iniziative volte alla collaborazione intercomunale, compresi progetti finanziati dai fondi europei.
Ora arriva questa nomina come nuovo coadiutore del Consorzio ASI Napoli sulle tematiche regionali ZES, quali vantaggi può dare all’isola di Ischia?
“Grazie per l’invito, direttore. Rispondendo alla domanda sull’area ZES (zona economica speciale), ritengo che Ischia, soprattutto dopo le recenti vicissitudini come il terremoto e la frana, potrebbe beneficiare delle agevolazioni e dei benefici previsti. Inizialmente, questi incarichi riguardavano tutta la Regione Campania, ma ora sono stati estesi anche alle isole del Golfo di Napoli. Attualmente stiamo collaborando con il Presidente dell’Area ZES e il Presidente Romano, che è stato nominato commissario responsabile unico dell’area ZES per tutto il sud Italia, grazie alla nomina effettuata dal Ministro Fitto. Facciamo i nostri auguri al Ministro Fitto per essere diventato vicepresidente della Comunità europea. Ringraziamo anche il direttore generale dell’ASI Area ZES della Regione Campania, l’ingegnere Salvatore Puca, per le sue notevoli competenze. Queste figure hanno risolto diverse problematiche, tra cui quella della Whirlpool nella regione Campania, salvano gli operai e quindi evitando ulteriori complicazioni. Apprezzo molto il loro contributo. Stiamo lavorando a una legge speciale per una ZES unica dedicata al turismo, che includerà non solo le isole ma anche le zone costiere e l’entroterra”.
La questione delle ZES, estesa a tutto il Sud dal Governo Meloni, sembra ancora poco chiara al grande pubblico e alle imprese potenzialmente interessate. Quali sono i vantaggi per venire proprio al succo della nomina?
“Certamente, con una riforma come quella delle Zes, si attraversa un momento di transizione in cui imprese e imprenditori possono sentirsi disorientati. Avere un contatto locale nella regione è diverso rispetto ad avere un unico referente centrale a Roma, specialmente per la Sicilia e tutto il sud Italia. Inizialmente, le previsioni suggerivano una decontribuzione intorno al 16-17%. Tuttavia, negli ultimi giorni i giornali hanno riportato che questi vantaggi sono stati portati al 60%. Questo potrebbe essere ben accolto sia dalle imprese che dagli imprenditori, considerando che sono stati spesi parecchi miliardi di euro. Si parla di migliaia di posti di lavoro creati, con aziende che si ristrutturano, migliorano e si tengono al passo con i tempi e le nuove tecnologie. Questi benefici consentiranno sicuramente alle aziende di migliorarsi. L’idea della ZES sul turismo su cui stiamo lavorando potrebbe seguire l’esempio dei contratti di sviluppo di Invitalia, non una copia diretta, ma sempre inerente all’Area ZES. Prevediamo di offrire un fondo perduto per le nuove imprese. Attualmente, i contratti di sviluppo prevedono il 55% a fondo perduto oppure un 20-25% a tasso zero da restituire dopo tre-cinque anni, quando l’azienda entra in regime economico sostenibile. Vorremmo applicare un modello simile al settore turistico, che potrebbe beneficiare in modo particolare l’isola di Ischia”.
L’isola d’Ischia, a causa della sua frammentazione politica, non ha potuto beneficiare delle opportunità offerte dal piano relativo ai finanziamenti europei. Nonostante gli sforzi e i numerosi incontri, con la partecipazione di quasi tutti i consiglieri comunali, sono subentrate dinamiche politiche a livello locale, come accade anche a livello regionale, nazionale ed europeo che hanno complicato ulteriormente la situazione. Qual è la lezione appresa da questa esperienza?
“Come ha recentemente affermato un noto editorialista “Mimmo Barra si è stancato” in napoletano. A seguito di quella vicenda, ho rassegnato le mie dimissioni poiché, secondo le mie previsioni, abbiamo perso diverse centinaia di milioni di euro. Come avevo detto all’inizio agli amministratori, immaginiamo Ischia da qui a dieci anni con questi finanziamenti. Tutti hanno firmato l’accordo, tutti i sindaci, ma per motivi a me sconosciuti o, meglio, per problemi tra sindaci e problemi con il Comune capofila, che era Forio, non siamo riusciti ad andare avanti. Successivamente c’è stata un’elezione, e il nuovo sindaco, con cui ho parlato ripetutamente, non è mai riuscito a trovare una soluzione. Avendo dedicato molto tempo al piano strategico, ho deciso di fermarmi al Comune di Forio. Tuttavia, rimarrò dietro le quinte e se sarà necessario, sarò disponibile per fornire supporto.
Ovviamente il treno passa, e qualcuno si chiede perché non abbiamo ottenuto questi finanziamenti. La mia risposta è semplice: se non partecipi, non puoi vincere. Recentemente, la Regione Campania ha stanziato 362 milioni di euro per i piani di coesione, coinvolgendo 23 comuni. Ischia non è incluso perché deve presentarsi come un’unica entità. Se solo Lacco Ameno o Serrara Fontana partecipano, non potranno accedere ai fondi. L’area omogenea di Ischia è l’unico modo per essere considerati. Ho spiegato ampiamente ai sindaci, agli amministratori e agli intellettuali dell’isola d’Ischia. Conosco personalmente i sindaci e riconosco la loro competenza sul territorio. Tuttavia, il problema risiede nel passo successivo, ovvero collaborare come squadra. Se comprendessero che lavorare insieme può portare a risultati significativamente migliori. Questo è il mio rammarico, abbiamo delle potenziali incredibili e le stiamo perdendo per il solo fatto che non siamo riusciti a candidarci univocamente rispetto alle progettualità anche il PNRR offre”.
Hai vissuto le varie “repubbliche” che ci siamo trovati a vivere: la prima, la seconda, la terza, quella dei Cinquestelle e la quarta quella della Meloni. Però, ecco, questa mancata unione non è figlia anche della rivoluzione che ha vissuto la politica?
Sì, Ischia potrebbe essere considerata un esempio di unità. Poteva diventare un hub e un progetto pilota come quelli creati nel 2015. Potrebbe servire da modello per altre località, così come per la politica regionale e nazionale. Forse avevamo anticipato i tempi, forse gli amministratori dell’isola non erano pronti a questo salto di qualità. Voglio anche dire che non ci possiamo manco permettere che Ischia per avere dei finanziamenti deve aspettare ogni due o tre anni una catastrofe. Se si sta vivendo sul terremoto, se si sta vivendo sulla frana, se si fanno assunzioni sismiche o alluvionali e il commissario deve porre rimedio a delle cose che sicuramente avrebbero potuto fare i sindaci. Abbiamo dovuto aspettare il Ministro San Giuliano per avere i finanziamenti per la Colombaia, il Comune di Forio non poteva candidare le sue progettualità a fonti di finanziamento che pure esistono? Se ci colleghiamo alla politica il nuovo sindaco di Forio è di area centrodestra e anche questa è una chiave di lettura, ma lo dico per il bene dell’isola, uno non deve smettere la casacca e dobbiamo innalzare il tiro. Dobbiamo alzare l’asticella.
A Ischia abbiamo un decadimento in questi anni che fa paura e non ci rendiamo conto che Ischia, dove io vengo da quando stavo nella pancia di mamma e valuto sia da ischitano da adozione ma anche dalla terraferma, questo decadimento. C’è bisogno di uno scossone e quello poteva essere il Piano Strategico. Dobbiamo dare una novità all’Isola che oggi si presenta vecchia e fragilissima. Quando il commissario Legnini dice all’incontro della CISL “i fondi sul dissesto idrogeologico ci sono sempre stati” mi viene alla mente il grande rammarico perché al terzo punto del Piano Strategico Patto di Sviluppo per l’isola d’Ischia c’era proprio la mitigazione del rischio idrogeologico. Voglio dire, era un’idea del 2015 e la frana è del 2022, probabilmente avremmo potuto fare qualche cosa in più e forse avremmo evitato la disgrazia. O, forse, sicuramente l’avremmo attenuata avendo puliti i canaloni, avremmo fatto dei terrazzamenti, delle vasche di contenimento. Ischia è bellissima e, ripeto, anche fragilissima”.
Per provare a tracciare una linea, quali possono essere i prossimi step della Zona Economica Speciale?
“Sulla zona economicamente speciali aspetterei l’impianto di questa nuova legge che con direttore generale e il presidente stiamo portando avanti. Per completare il discorso di prima, se noi riusciamo a portare qualche grossa novità sull’isola e penso alla mia idea quelle della funivia non solo in verticale per far visitare il Monte Epomeo, che pure è bellissimo, ma per offrire un’esperienza circolare e anche per alleggerire il drammatico problema del traffico veicolare, la novità poteva essere “sai, a Ischia hanno fatto la funivia?” Dico la funivia, ma ci saranno altre cose che pure scritto in passato. Penso ai trasporti e alle nostre navi che sono obsolete.
Quando un turista vede accendere il motore di un traghetto o di un aliscafo e vede quell’immagine bruttissima del fumo nero che fuoriesce dai fumaioli di nave e aliscafi, non facciamo una grandissima figura. Quel fumo va in parte ad inquinare il mare circostante, ma l’altro lo andiamo a respirare noi con le polveri sottili. E dicevo, appunto, stanno producendo dei motori ibridi che permettono la navigazione in modalità termica durante il viaggio e invece, all’ingresso del porto, possono navigare in modalità elettrica e, allo stesso tempo, stazionare nei porti in modalità elettrica. Tant’è vero la Liberty Lines siciliana ha ordinato sei navi e sei aliscafi ibridi che hanno una velocità di crociera di 30 nodi e di 10 nodi in modalità elettrica e non hanno neanche bisogno della presa in banchina per caricare le batterie perché si ricaricano durante il tragitto. Penso all’Isola Verde, all’Isola Green. Insomma, anche le compagnie di navigazione potrebbero approfittare dei finanziamenti del PNRR e adeguare i loro motori a queste nuove esigenze che l’attualità ci impone”
Ti ringraziamo e ti aspettiamo quando il disegno di legge sarà definitivo per poterlo illustrare.
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