Quanto deve essere lunga la lama per non essere considerato reato portare un coltello? E quello da cucina, a prescindere dalle misure, è consentito trasportarlo in luoghi pubblici? E i tirapugni, sono vietati o consentiti?
Da oggi questi dubbi che tanti si pongono in tutta Italia a Castel Volturno sono superflui, perché il sindaco ha emanato un’ordinanza che li vieta a prescindere.
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È stata pubblicata ieri all’albo pretorio del municipio domiziano, dopo una lunga consultazione, oltre che con le forze di polizia locale, anche con la prefettura di Caserta, un’ordinanza che è probabilmente avanguardia nazionale per questo specifico tema. I divieti che contiene sono due. Oltre a quello del porto di armi da punta e taglio, pugnali, bastoni e stiletti, quello ai commercianti di vendere gli stessi oggetti ai minorenni e di apporre il relativo cartello in maniera ben visibile nei propri locali.
«Sono decine gli empori aperti sette giorni su sette nella nostra città che vendono ogni tipo di articolo, compresi pugnali, bastoni e tirapugni – spiega il sindaco Pasquale Marrandino – e nessun commerciante si è mai posto il problema della cessione anche ai minorenni. Anche per questo abbiamo ritenuto indispensabile la regolarizzazione della materia, così come il porto degli stessi oggetti per chiunque».
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Ma i coltelli servono anche e soprattutto per l’attività di determinate categorie di lavoro. E infatti l’ordinanza ha previsto anche questo aspetto, nel passaggio in cui indica che il divieto non è previsto nei propri domicili e nei posti di lavoro e per i relativi spostamenti necessari. «Lo scopo di questa ordinanza – spiega ancora il primo cittadino – è di dotare le forze di polizia di uno strumento aggiuntivo per svolgere il servizio di prevenzione e di agire soprattutto nei luoghi sensibili, primi fra tutti scuola e movida».
Il sindaco fa sapere che, confrontandosi con i dirigenti delle scuole della Domiziana, è emersa una stima altamente preoccupante degli studenti che andrebbero alle lezioni negli istituti con indosso un coltello, vicina al 20%. Sarebbero decine gli studenti sorpresi negli ultimi mesi dagli insegnanti con coltelli nei pantaloni, giubbotti e zaini. «E fino a ieri – dice Marrandino – non avevano alcuna possibilità di reazione. Se la lama era piccola, non avevano neanche la possibilità di sequestrare i pericolosi oggetti, se non erano stati usati dagli studenti. Adesso, invece, il corpo docente può denunciare i giovani alle autorità preposte e saranno gli assistenti sociali del municipio a seguire le vicende. Ma confido che non si arriverà a tanto, che maturerà una cultura dell’inutilità, oltre che del rischio, di girare per luoghi pubblici con oggetti atti a offendere».
Singolare il passaggio dell’ordinanza dove è vietato anche la vendita e il porto di strumenti in metallo riproducenti armi da fuoco. In pratica, le pistole giocattolo. Le cronache recenti sempre più spesso a livello nazionale raccontano di tragedie nate con l’uso di questi oggetti. Anche in questo caso, a Castel Volturno da ieri sono vietati. L’ordinanza prevede delle sanzioni di tipo amministrativo, al netto di eventuali reati, che vanno dai 25 ai 500 euro. «Da quanto emerge dalle indagini della polizia sul tentato omicidio di un ragazzino di 16 anni, da parte di un gruppo di coetanei – dice il sindaco Marrandino – la causa scatenante dell’aggressione culminata con 12 coltellate al torace sarebbe stata la richiesta negata di una sigaretta. Ad agosto un 21enne fu aggredito da ragazzini in motorino che per fracassargli mandibola e scapola usarono bastoni e tirapugni. E due anni fa abbiamo perso un cittadino esemplare, padre di famiglia, per ragioni assurde, pugnalato con una trentina di coltellate. Non sappiamo se l’ordinanza anti-armi possa contribuire a fermare questa scia assurda di dolore e tristezza, ma ci proviamo. Facciamo la nostra parte con gli strumenti che abbiamo. E se le risorse sono poche, cerchiamo soluzioni alternative e originali. La violenza è decisamente fori controllo e ognuno, nel proprio compito, è chiamato a dare risposte per arginarla. Questa è una delle nostre, e continueremo fino a quando sarà necessario».
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