Ancora fumata nera per l’area ex Kartos di via Tevere. Nessun soggetto interessato ha presentato l’offerta irrevocabile di acquisto per il grande immobile della zona Sud nella vendita telematica asincrona, i cui termini scadevano ieri alle 11, che il tribunale fallimentare di Pistoia ha delegato all’avvocato Sonia Tripoli. Il prezzo base era di un milione e 181.500 euro, mentre l’offerta minima era di 886.500 euro. Dal 2022, quando la ex Kartos era valutata 2,8 milioni, si sono tenute numerose gare tutte andate deserte.
Oltre alle condizioni in cui versa la struttura, non bisogna dimenticare che l’immobile è gravato da due decreti di sequestro penale. Il creditore procedente ha già presentato istanze di dissequestro ai tribunali di Roma e Velletri. Nelle aule del primo il ricorso è ancora pendente, mentre il secondo ha respinto l’istanza dicendo che il ricorrente non era legittimato ad agire, che spetta al futuro acquirente. Il tribunale di Velletri comunque ha stabilito che il procedimento penale non ferma la futura vendita. Una volta era la sede di una grande azienda cartotecnica, dove lavoravano oltre 110 persone.
Nel 2005, il complesso Kartos, nell’area di via Tevere, venne acquistato per circa sei milioni di euro. Avrebbe dovuto ospitare tra i 100 e i 180 appartamenti, due medie strutture commerciali di vendita, un centro ricreativo per la zona Sud e, addirittura, un nuovo complesso scolastico. Dopo 18 anni trascorsi senza fare alcun passo avanti, il grande immobile e i terreni adiacenti, ancora non è dato di conoscere il futuro di questo complesso. La possibile realizzazione di un nuovo plesso scolastico in questo punto della città ha sempre incontrato problemi legati al vincolo idrogeologico.
Un luogo che per anni è stato considerato a rischio per ospitare una scuola. Da tempo però i tecnici e gli esperti sostengono che questa situazione potrebbe essere superabile, perché i problemi, in realtà, sarebbero assai minori di quanto stabilito in passato. Resta aperta comunque la questione legata al sequestro penale finalizzato alla confisca. Il Comune non potrebbe mai comprare un immobile su cui grava un provvedimento del genere, perché il sentenza del tribunale di Velletri non blocca automaticamente la vicenda penale. Superata questa difficoltà, l’amministrazione dovrebbe fare i conti con lo smaltimento totale dell’Eternit e i costi dei lavori successivi.
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