Il buio della notte del 14 aprile 1912 cala ancora una volta e avvolge i presenti con il suo manto gelido, inghiottendo pensieri, progetti e speranze. E lo farà ancora, perché in molti ogni giorno scelgono di visitare la mostra “Titanic: an immersive voyage”, che conquista gli appassionati di un caso che ha ancora tanto da dire. A Milano, in via Valtellina, nello Scalo Farini, il nuovo polo multifunzionale nato da un progetto di rigenerazione urbana innovativo che ha dato nuova vita all’ex scalo ferroviario, rendendolo sede di molti eventi esclusivi, si aprono le porte di uno spazio enorme, che soddisfa le aspettative anche dei più curiosi.
La mostra. Sala dopo sala si racconta la storia della nave: la sua progettazione, la costruzione, il varo e poi l’avvio del viaggio. Alle pareti poster e quadri che riproducono le tappe di un’impresa epocale. Nelle teche i biglietti originali, i reperti che l’Oceano ha restituito dei bagagli, degli abiti, dei complementi d’arredo. L’immaginazione vola a quel tempo, supportata da materiali che arrivano dal set del film di James Cameron, campione d’incassi nel 1997 (in Italia nel 1998): il vestito che Rose indossava quando è salita sulla nave, la sua borsetta, il suo capello nero a tesa larga. Poco oltre, il copione in cui ha preso forma la sua storia d’amore con Jack. E poi l’anello, il cuore dell’Oceano, replica esatta dell’originale: il suo blu così intenso evoca una profondità che lascia senza fiato. Ad attendere i molti visitatori, che ogni giorno vivono l’esperienza, ecco l’ingresso al ponte principale. Le bande nere e bianche, con l’inserto giallo oro, gli oblò illuminati, le valigie di cartone ai lati della predella che segna l’inizio di un’immersione emotiva in quel viaggio che non vedrà mai la meta, ma che colpisce la mente e il cuore come una promessa non mantenuta, un sogno spezzato e trasformatosi in tragedia.
I reperti. Oltre 300 reperti, ricostruzioni delle stanze, animazioni video e tecnologia all’avanguardia permettono il viaggio senza tempo, per un racconto fedele e coinvolgente nel relitto a più di 4 chilometri sotto l’Oceano. Le riproduzioni sono perfette: le porte maestose, i pavimenti bianchi e neri, i lunghi corridoi, le sale più prestigiose. Alcune sono riprodotte fisicamente, altre sono proiettate su grandi schermi. I tavoli imbanditi, le porcellane, i cristalli, l’argenteria: uno sfarzo ostentato con l’orgoglio di chi vuole stupire. Intanto il silenzio accompagna la visita: i molti ospiti procedono con ordine, seguendo un percorso ben ritmato e chiaro, che crea un delicato passaggio dalla zona giorno alla zona notte con le sue stanze, divise per classi. Si arriva poi a uno dei momenti più toccanti della visita: l’imponente scalinata di legno, decorata ai lati in ferro battuto nero e cristalli illuminati. Sembra di essere insieme Jack e Rose, se ci si accontenta di tornare sul set cinematografico, oppure insieme alle migliaia di persone che hanno davvero salito quei gradini. Si sale poi sul ponte di comando e si assiste alla comparsa dell’iceberg, in un buio scurissimo, illuminato solo dalle stelle. Mentre la vista cerca quello che aspetta, al lato scorrono i testi che danno il ritmo degli eventi: le comunicazioni, le perplessità, la paura, il terrore, la consapevolezza dell’imminente tragedia. E ancora una volta le domande si rincorrono: come è stato possibile? L’acqua, con le proiezioni in 3D e i video, inizia ad entrare di prepotenza. Si riproducono le fasi dell’affondamento, finché non ci si trova su una scialuppa e si assiste, attoniti e inermi, all’epilogo. Come risvegliandosi da un sogno, una voce fuori campo giunge a riportare al presente: è il momento della realtà virtuale.
Proiezioni 3D. Chi ha acquistato il biglietto completo ha una fila prioritaria, gli altri possono acquistare l’integrazione al momento e fanno una fila solo poco più lunga. Muniti di visore e informati sulle modalità di svolgimento della tappa, ci si trova ancora una volta sul Titanic. Si vive la fase della felicità ma anche quella dello sconforto: la bellezza del mare che porterà dall’altra parte del mondo e poi l’altra faccia della stessa medaglia: un mare che copre tutto, che stravolge le posizioni degli oggetti, che minaccia con la sua voracità. Ma a un certo punto si sente una mano, qualcuno ci sta salvando. La visita è finita. Si può scendere dal Titanic.
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