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Dalla rottamazione quater alla rottamazione quinquies, cosa cambia sulle cartelle esattoriali? #finsubito prestito immediato


Il Decreto Fiscale è stato approvato definitivamente. Arrivato all’ultima lettura con testo blindato, in modo tale da non poter più introdurre correttivi, il collegato della Legge di Bilancio ha visto i natali in maniera ufficiale. Sul Decreto Fisco, molti contribuenti avevano riposto la speranza di assistere al varo di una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali. Confidando che qualche proposta di nuova sanatoria potesse trovare posto per il 2025. Tali speranze, però, non sono tramontate.

Infatti, la Lega di Matteo Salvini continua a spingere verso questa soluzione.

Anzi, nel giudicare negativamente il concordato preventivo biennale e nel contestare le lettere che l’Agenzia delle Entrate ha spedito ai contribuenti per aderire al concordato, la Lega ha confermato il proprio indirizzo. Questo significa che per il Carroccio, la soluzione preferita è proprio la rottamazione delle cartelle esattoriali piuttosto che un invito al concordato. A tal punto che si parla di un disegno di Legge leghista proprio sulla cosiddetta rottamazione quinquies.

Rottamazione quinquies a confronto con la rottamazione quater

Perché l’ipotetica nuova rottamazione delle cartelle esattoriali si chiama rottamazione quinquies? La domanda è lecita, ma ha anche una risposta semplice. Con il varo di questa nuova sanatoria si arriverebbe alla quinta versione della rottamazione delle cartelle esattoriali.

Quella dello scorso anno, che tra l’altro ha nel 9 dicembre la scadenza della sua sesta rata, era la versione quater. Una rottamazione delle cartelle esattoriali molto criticata per via del suo meccanismo, non esente da evidenti problematiche. Che sicuramente i legislatori non hanno considerato e che devono essere risolte.

Ecco perché, secondo i proponenti della nuova rottamazione quinquies, tutti gli errori considerati nella precedente sanatoria verrebbero risolti. In questo modo, si varerebbe una nuova sanatoria capace di raggiungere quei livelli di incassi che la versione quater non aveva garantito come previsto.

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Dalla rottamazione quater alla rottamazione quinquies, cosa cambia sulle cartelle esattoriali?

La rottamazione quater delle cartelle esattoriali è quella in vigore dal 2023.

Le domande per l’adesione alla definizione agevolata delle cartelle esattoriali sono scadute il 30 giugno 2023. I contribuenti interessati hanno presentato domanda, scegliendo quali cartelle rottamare tra quelle presenti nel loro estratto di ruolo, ma solo se affidate all’Agente della Riscossione entro il 30 giugno 2022.

Sempre nella domanda di adesione, il contribuente doveva scegliere se pagare in unica soluzione entro il 31 ottobre 2023 oppure a rate trimestrali, con scadenze fisse anno dopo anno e fino a un massimo di 18 rate.

Il piano prevedeva le prime due rate entro il 31 ottobre 2023 e il 30 novembre 2023, corrispondenti al 20% del debito complessivo (due rate pari al 10% ciascuna). Il restante 80% doveva essere suddiviso in 16 rate con scadenza ogni 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre di ciascun anno dal 2024 al 2027.

In tutto, 16 rate di uguale importo, pari al 5% del debito complessivo, che, va ricordato, con la rottamazione vengono ridotte di aggi di riscossione, sanzioni e interessi per ritardata iscrizione a ruolo. Le scadenze godevano di 5 giorni lavorativi di tolleranza, ma presentavano anche una rigidità senza eguali: anche una sola rata scaduta e non saldata dopo i 5 giorni di tolleranza comportava la decadenza dal beneficio.

La nuova sanatoria senza tutti i problemi della precedente

Quali sono i problemi maggiori della rottamazione quater? Sicuramente, in base al funzionamento descritto precedentemente, il primo problema è la troppa rigidità. Con il semplice mancato pagamento di una rata, le agevolazioni previste dalla rottamazione venivano perse.

Inoltre, le rate precedentemente pagate venivano considerate come un acconto sul totale da pagare. Con la decadenza, si tornava al valore originario, comprensivo di sanzioni, interessi e aggi di riscossione. Un altro aspetto contraddittorio della rottamazione quater riguarda il numero e l’onerosità delle rate, particolarmente gravose per chi aveva debiti ingenti. Soprattutto le prime due rate rappresentavano un acconto da versare in poche settimane di tempo per avviare il piano di dilazione.

Molti contribuenti, nel momento in cui hanno ottenuto l’approvazione della rottamazione quater, si sono resi conto di non poter pagare in soli 30 giorni le prime due rate del piano, che coprivano il 20% del debito complessivo. Per debiti da 10.000 euro equivale a 2.000 euro da versare subito, o per debiti da 20.000 euro equivale a 4.000 euro. Questi problemi, nella rottamazione quinquies proposta dalla Lega di Matteo Salvini nel suo disegno di Legge, si correggerebbero.

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La nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, ecco come sarebbe la quinquies

In base alla proposta della Lega e alle evidenti contraddizioni della versione quater della rottamazione delle cartelle esattoriali, si può già delineare come funzionerebbe la nuova.

Prima di tutto, sembra che la data entro cui il disegno di Legge andrà in aula per il voto sia il 31 marzo 2025, con il suo via libera e le domande che scadrebbero il 30 aprile successivo.

Ai contribuenti indebitati sarebbe innanzitutto estesa la possibilità di rottamare anche le cartelle esattoriali più recenti. Ovvero dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2023. In pratica, anche le cartelle esattoriali affidate all’Agente della Riscossione dopo il 30 giugno 2022 (data limite della rottamazione quater) potrebbero essere rottamate con la nuova sanatoria.

Resteranno non rottamabili solo quelle affidate al Concessionario nel 2024 e nel 2025. Inoltre, cambieranno le rate: basta rate trimestrali e stop al limite delle 18 rate. Si passerebbe infatti a 120 rate mensili, con la prima in scadenza il 31 luglio 2025. Data utile anche per chi desidera pagare in unica soluzione, e poi mese dopo mese per 10 anni.

E senza la rigidità della decadenza immediata alla prima rata scaduta e non pagata. Infatti, sarebbe concessa una salvaguardia fino a 8 rate anche non consecutive. In pratica, nell’intero periodo di ammortamento, i contribuenti rischierebbero la decadenza dalla rottamazione delle cartelle solo dopo 9 rate non pagate.



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