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Reti gas, Ascopiave vuole lo sconto. I Comuni aumentano l’Imu #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


II caso

Chieste riduzioni anche di due terzi rispetto ad oggi. Le amministrazioni devono rivedere i bilanci gravando sui contribuenti

La società che gestisce le reti del gas chiede di rinegoziare il canone pagato ai Comuni e gli enti sono costretti ad aumentare l’Imu. È quanto accade a Schio, Valdagno e Malo. La questione riguarda anche gli altri centri in cui le condotte sono gestite da Ap Reti gas: Thiene, Montecchio Maggiore, Valli del Pasubio, Torrebelvicino, Castelgomberto, Recoaro. 

Le richieste di riduzione

L’azienda ha chiesto ad esempio a Schio una riduzione della somma da 1,9 milioni a 682 mila euro annui, mentre per Montecchio Maggiore la minore entrata sarebbe di 900 mila euro, per Malo di 800 mila euro. Schio e Valdagno hanno così costituito fondi rischi per circa 900 mila euro, Malo per 800 mila: una misura di precauzione necessaria per tutelare le amministrazioni in caso di possibili contenziosi, che però ha un impatto significativo sul bilancio comunale. Alcuni Comuni si sono trovati a non avere risorse per coprire queste somme.

Schio, Valdagno e Malo hanno adeguato l’Imu

Così, Schio, Valdagno e Malo, per evitare tagli ai servizi, hanno dovuto procedere con un adeguamento dell’Imu, che sarà sottoposto ai rispettivi consigli comunali. 

«Il pareggio di bilancio – sottolineano i sindaci di Schio Cristina Marigo, di Valdagno Maurizio Zordan e di Malo Moreno Marsetti – è un obbligo di legge. Tuttavia, raggiungerlo comporta sacrifici che siamo costretti a condividere con la cittadinanza, perché non vi sono alternative che evitino del tutto un incremento delle tasse locali. Siamo consapevoli che ogni aumento è un peso aggiuntivo per le famiglie e le imprese, soprattutto in un contesto già segnato da difficoltà economiche. Per questo, stiamo lavorando per contenere al massimo gli effetti di tali aumenti». 

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Thiene ha evitato il ritocco grazie al fondo rischi

Il Comune di Thiene, che ha creato un fondo rischi da 750 mila euro, è riuscito a non toccare le tariffe. «Sapevamo di avere prestiti in scadenza a fine 2024, che non abbiamo tuttavia rinegoziato, proprio per poter contare su una diminuzione del costo del debito, dal 2025 – spiega il sindaco Giampi Michelusi -. Oltre a ciò abbiamo posto in essere una serie di attività per ridurre le spese, sempre nell’ottica di non compromettere i servizi. Ci stiamo muovendo anche sulle entrate, non aumentando aliquote e tariffe, ma ottimizzando le risorse disponibili, combattendo l’evasione e migliorando la riscossione». 

«Quando avevamo la nostra municipalizzata disponevamo di utili e soldi da spendere – commenta il sindaco di Montecchio Maggiore Silvio Parise -. Poi ci siamo affidati a strutture più grandi e alla fine ci troviamo ad essere soggetti a scelte al di sopra delle nostre capacità decisionali, siamo costretti a soccombere e ad andare dai cittadini a dire che dobbiamo aumentare le tasse. Io non posso avere potere decisionale a casa mia e questo non mi va».

La convenzione è in scadenza

«La convenzione per la gestione delle reti, sottoscritta 12 anni fa, è in scadenza – spiega Ap Reti gas, società del gruppo Ascopiave -. Sono dunque in fase di rinegoziazione con i Comuni i canoni di concessione a condizioni economiche compatibili con la necessità di dare esecuzione ad un piano di investimenti che assicurerà continuità ad un servizio pubblico essenziale e garantirà la sicurezza secondo i dettami della normativa che, variata nel corso degli anni, impone criteri molto più stringenti. Relativamente ai canoni concessori, questi sono calcolati su una base percentuale dei ricavi stabilita da Arera e possono variare, in più o in meno, di anno in anno, ma ciò non dipende da Ap Reti gas Vicenza ma si lega anche ai livelli tariffari approvati dall’Autorità».





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