L’importanza dell’educazione alla legalità nelle scuole, della consapevolezza civica e del netto rifiuto della cultura mafiosa. All’istituto comprensivo primo di Frosinone, sotto la dirigenza scolastica della professoressa Edina Furlan, ieri è stato accolto l’ex magistrato ed ex presidente del Senato Pietro Grasso. La visita si inserisce nell’ambito del progetto “Legalità”, da anni uno dei pilastri dell’offerta formativa dell’istituto, e il titolo dell’evento è stato “Con Paolo, Giovanni e gli altri… Pietro Grasso incontra la scuola”.
Gli allievi dell’indirizzo musicale del comprensivo primo hanno accolto Grasso con l’Inno di Mameli e l’Inno alla Gioia. Gli alunni delle classi quinte della primaria e gli studenti della secondaria di primo grado, presenti assieme ai loro docenti, si sono preparati alla visita attraverso la lettura e l’analisi del libro “Paolo Borsellino parla ai ragazzi” (Feltrinelli editore), scritto da Pietro Grasso. Una testimonianza civile per le nuove generazioni, che ripercorre un pezzo importantissimo della storia italiana, descrivendo le figure di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone attraverso la voce di un uomo che ha lavorato accanto a loro, raccontando ai ragazzi la vita di chi si è battuto fino alla morte pur di sconfiggere la mafia. Presenti all’incontro il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli, il prefetto Ernesto Liguori, il questore Pietro Morelli, il comandante provinciale dei carabinieri Gabriele Mattioli, il comandante della Guardia di Finanza Stefano Boldrini, la preside Edina Furlan e la referente del progetto “Legalità” prof.ssa Luciana Protani.
Il presidente Grasso ha parlato dell’importanza di spingere i giovani alla legalità come di «un imperativo categorico per tutti noi, perché è la futura generazione che dovrà gestire questo Paese, e quindi è importante che ciò avvenga nella piena legalità. Del resto, per me la cultura della legalità è qualcosa di più del rispetto delle regole, è l’insieme di principi, idee, comportamenti che sono nella nostra costituzione. La libertà, l’eguaglianza, la tolleranza, la non violenza, la pace sono i cardini della società».
Incalzato dalle domande degli studenti, Grasso ha parlato dell’importanza di seguire sempre i principi della legalità, perché «una volta che tu ottieni un favore dalla mafia, poi rimani invischiato nel sistema. Non bisogna mai farsi coinvolgere quando qualcuno chiede cose illegali. Tutto deve essere conquistato coi propri meriti e sacrifici».
E poi le difficoltà del maxiprocesso di Palermo, e le minacce alla famiglia. Fino a parlare del mistero della scomparsa della famosa agenda rossa di Borsellino. Alla domanda rivoltagli da uno studente proprio su come fosse Borsellino, Pietro Grasso lo ha definito un grande amico «simpatico, che amava stare con le persone». E ancora: «Ragazzi, voi siete abituati ai supereroi che combattono i malvagi con i superpoteri. Io vi voglio rappresentare Borsellino e Falcone come persone normali, da imitare, non come delle persone assolutamente al di fuori dal mondo, a cui delegare di risolvere i problemi del mondo. Possiamo essere anche noi tanti Falcone e Borsellino. Dobbiamo essere noi a cercare di imitarli».
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