I 27 paesi membri dell’UE chiederanno alla Commissione di presentare una strategia sulla geotermia, con misure per affrontare gli alti costi di investimento iniziali e semplificare la normativa di riferimento
Per la prima volta, l’Unione Europea decide dimuoversi in blocco per promuovere e sviluppare l’energia geotermica. Gli obiettivi? Ridurre la dipendenza dal gas fossile in arrivo dalla Russia e abbassare i costi energetici.
Il cambio di passo sulla geotermia si concretizzerà durante il Consiglio Energia della prossima settimana. A Bruxelles, i ministri competenti dei 27 paesi UE chiederanno alla Commissione di elaborare un piano strategico dedicato all’energia geotermica. Lo anticipa l’agenzia Reuters, che ha visionato una bozza del comunicato finale della riunione.
Geotermia nell’UE: un potenziale non sfruttato
Nel 2022, la geotermia ha prodotto meno del 3% dell’energia nell’UE. Il potenziale però è molto alto. Secondo l’European Geothermal Energy Council, l’energia geotermica potrebbe coprire il 75% del fabbisogno di riscaldamento e raffreddamento europeo entro il 2040.
Oggi, sono pochi i paesi in UE che usano la geotermia per il riscaldamento e ancor meno quelli che la sfruttano per generare elettricità. Secondo un rapporto del Joint Research Centre (JRC) della Commissione UE, nel 2021:
- la capacità installata totale di teleriscaldamento e teleraffreddamento geotermico arriva a 2,2 GWth;
- la capacità lorda di elettricità da geotermico nell’UE è poco più di 1 GWe;
- la capacità netta è di 877 MWe;
- la produzione di elettricità nell’UE è stata di 6.717 GWh, con l’Italia che svolge il ruolo maggiore (6.026 GWh).
Altri paesi hanno produzioni notevolmente inferiori: Germania con 231,0 GWh, Portogallo con 217,2 GWh, Francia con 133,2 GWh, Croazia con 93,7 GWh, Ungheria con 16 GWh e Austria con 0,1 GWh.
Energia geotermica in UE, verso una strategia comune europea
Scommettere sull’energia geotermica in UE significa affrontare due scogli principali. Sfruttare l’energia che deriva dal calore del sottosuolo ha alti costi iniziali di investimento e si scontra con regole complesse che ne frenano lo sviluppo.
Sono le priorità identificate dai Ventisette, che chiederanno alla Commissione UE di concentrarsi su misure come la fornitura di garanzie finanziarie per ridurre i rischi degli investimenti e la semplificazione normativa.
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