Arrivava dalla vicina Slovenia la cocaina di buon taglio, destinata a un mercato ben specifico della piazza triestina: quella dei professionisti e di alcuni frequentatori e gestori dei locali della movida notturna.
Lo ha scoperto la Polizia locale in un’indagine che ha portato all’arresto di tre persone finite in carcere: un quarantunenne triestino (S.M. le sue iniziali), trovato in possesso di oltre 100 grammi di sostanza nascosta in diverse parti del suo appartamento e anche di 10 mila euro in contanti ritenuti i proventi dello spaccio. L’uomo ora è al Coroneo.
In manette pure due cittadini sloveni, fermati in auto a San Giusto: un trentasettenne (P.P. le sue iniziali) e la moglie quarantenne (G.K.). A bordo avevano del denaro di cui non sapevano spiegare la provenienza, ma soprattutto custodivano oltre 200 grammi di cocaina racchiusa in vari involucri. Anche loro sono al Coroneo.
L’operazione della Polizia locale è stata denominata “Crazy Horse 2024” e ha visto impiegati, oltre agli investigatori del Nucleo di polizia giudiziaria, anche il personale del Nucleo interventi Speciali intervenuti in supporto per le fasi operative degli arresti.
Tutto è cominciato a metà ottobre in seguito a semplici controlli di routine condotti dalla municipale in borghese nelle zone del centro, in particolare nei dintorni dei locali della movida. È così che il Nucleo di polizia giudiziaria ha eseguito un primo sequestro di alcuni grammi di sostanza. In quell’occasione gli agenti hanno denunciato un uomo per la cessione e segnalato alla Prefettura una seconda persona come acquirente e assuntore.
A quel punto sono partite le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica e affidate al pubblico ministero Lucia Baldovin. Il 28 novembre, dopo una perquisizione domiciliare, gli investigatori hanno arrestato in flagranza per detenzione ai fini di spaccio il quarantunenne triestino. In casa, come detto, nascondeva oltre 100 grammi di cocaina, oltre ai 10 mila euro frutto della vendita.
L’arresto della coppia slovena, invece, è stato messo a segno il giorno successivo nei pressi del castello di San Giusto dopo aver intercettato la vettura sospetta.
Lo stupefacente era destinato interamente al consumo cittadino e avrebbe permesso lo spaccio di diverse centinaia di dosi al dettaglio. E non per strada, ma negli appartamenti e nei locali del centro. —
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