La Cassazione chiarisce l’applicazione del foro del consumatore e della negoziazione assistita nelle liti tra avvocati e clienti, con particolare attenzione ai procedimenti connotati da particolare celerità.
Quando un cliente e un avvocato litigano sul pagamento della parcella, quale tribunale è competente a decidere la controversia? E la negoziazione assistita è obbligatoria in questi casi? La Cassazione, con l’ordinanza n. 31176 del 5 dicembre 2024, ha affrontato questi temi, fornendo importanti chiarimenti sull’applicazione del foro del consumatore e della negoziazione assistita nelle liti tra avvocati e assistiti.
In questo articolo, analizzeremo tale pronuncia offrendo una guida pratica per cittadini e professionisti che si trovano coinvolti in controversie relative al recupero crediti inerenti alla parcella del legale. Vedremo qual è la procedura corretta imposta dalla legge, la cui violazione può determinare l’illegittimità della pretesa. Ma procediamo con ordine.
Foro competente nella riscossione del credito dell’avvocato
La Cassazione ha stabilito che, nelle liti tra avvocati e clienti inerenti alla determinazione dell’onorario o all’omesso pagamento, il giudice competente è quello del luogo di residenza o domicilio elettivo del consumatore. Tale regola, nota come “foro del consumatore” è prevista dall’articolo 33 del Codice del Consumo e si applica anche alle controversie in materia di compensi professionali.
Il foro del consumatore è una norma di competenza inderogabile, che mira a tutelare il consumatore, considerato la parte debole del rapporto contrattuale. Stabilendo che il giudice competente è quello del luogo di residenza del consumatore, la legge vuole evitare che quest’ultimo sia costretto a sostenere i costi e i disagi di un processo in un luogo lontano da casa.
Se il contratto tra avvocato e cliente prevede un foro diverso da quello del consumatore, la clausola è nulla. Il foro del consumatore, infatti, è inderogabile e non può essere modificato dalle parti.
Tale regola però non si applica quando il cliente è un professionista, una società, un imprenditore o altro titolare di Partita Iva. In questi casi, il foro competente può ben essere quello del domicilio dell’avvocato o quello ove la prestazione doveva essere eseguita o ancora quello in cui è stato stipulato il contratto.
La negoziazione assistita è obbligatoria nelle liti tra avvocati e clienti?
La negoziazione assistita non è obbligatoria nelle liti tra avvocati e clienti sul pagamento del compenso. La Cassazione ha chiarito che la negoziazione assistita è esclusa per i procedimenti connotati da particolare celerità, come quello previsto dall’articolo 702-bis del Codice di Procedura Civile per le controversie in materia di onorari professionali.
Cos’è la negoziazione assistita?
La negoziazione assistita è un procedimento stragiudiziale che permette alle parti di tentare di risolvere una controversia in via amichevole, con l’assistenza dei propri avvocati, senza dover ricorrere al giudice. Se la negoziazione ha successo, le parti sottoscrivono un accordo che ha lo stesso valore di una sentenza. Essa, tuttavia, non è obbligatoria per le liti tra avvocati e clienti sul pagamento del compenso.
Ecco come funziona la negoziazione assistita:
- una parte invia all’altra una proposta scritta per avviare la negoziazione assistita;
- se l’altra parte accetta, le parti e i loro avvocati si incontrano per discutere e trovare un accordo;
- se si raggiunge un accordo, viene messo per iscritto e firmato dalle parti e dai loro avvocati. Tale accordo ha lo stesso valore di una sentenza.
- se invece non si trova un’intesa, le parti sono comunque libere di adire il tribunale.
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