Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#adessonews
Affitto Immobili
Agevolazioni - Finanziamenti
Aste Abruzzo
Aste Basilicata
Aste Calabria
Aste Campania
Aste Emilia Romagna
Aste Friuli Venezia Giulia
Aste Italia
Aste Lazio
Aste Liguria
Aste Lombardia
Aste Marche
Aste Molise
Aste Piemonte
Aste Puglia
Aste Sardegna
Aste Sicilia
Aste Toscana
Aste Trentino Alto Adige
Aste Umbria
Aste Valle d'Aosta
Aste Veneto
Auto - Moto
bed & breakfast
Immobili
LA DIFESA E LE FATICHE EUROPEE #finsubito prestito immediato


Di Angelo Panebianco

Tra il dire e il fare. Di fronte al sempre più pericoloso ambiente internazionale, e con la possibilità che gli Stati Uniti non garantiscano in futuro la protezione militare dell’europa, l’istinto di sopravvivenza dovrebbe spingere gli europei a investire nella propria sicurezza, a dare vita alla tanto evocata difesa militare. Una difesa che richiederebbe (anche se non solo) un esercito europeo. Come hanno ribadito, su questo giornale, Romano Prodi (Corriere, 30 novembre) e Paolo Gentiloni, commissario europeo uscente (Corriere,1 dicembre). Non si può sensatamente dissentire. Ma chi è d’accordo ha il dovere di identificare gli ostacoli che rendono difficile realizzare l’obiettivo. Ci sono aspetti contingenti: fin quando Germania e Francia non avranno superato le loro interne difficoltà, il processo di integrazione europea resterà in stallo. Mete ambiziose come la difesa sembrano al momento fuori dalla nostra portata.
Gli ostacoli principali, tuttavia, non sono contingenti. Hanno a che fare, da un lato, con la natura dell’unione europea e, dall’altro, con il funzionamento delle democrazie che ne fanno parte. Consideriamo la natura dell’unione: la scelta di dare vita a un esercito europeo implicherebbe un «cambio di paradigma», una rivoluzione. Il tema della difesa militare ha caratteristiche che lo distinguono nettamente da tutti gli altri temi presenti oggi nell’agenda europea: immigrazione, contrasto al cambiamento climatico, eccetera. Dare vita alla difesa europea significherebbe introdurre una discontinuità radicale nel modo d’essere dell’europa dai trattati di Roma (istitutivi delle Comunità europee nel 1957) in poi. Quei trattati arrivarono dopo il fallimento (1954) del progetto della Comunità europea di Difesa(ced), primo e unico tentativo di fare nascere una Europa sovrana. Niente esercito uguale niente sovranità. Dopo quel fallimento i fautori dell’integrazione mutarono indirizzo e prospettiva: se non era possibile fare nascere una Europa sovrana, allora si doveva ripiegare sull’integrazione economica. Accantonate, insieme alla Ced, le aspirazioni sovraniste, la Comunità europea (poi Unione) diventò una impresa di successo. L’integrazione portò importanti benefici all’europa, favorì la modernizzazione delle economie e della vita sociale. Contemporaneamente, l’ombrello militare americano consentì agli europei di non destinare troppe risorse alla difesa e di investirle nei loro costosi sistemi di welfare. Una Europa dedita agli affari e alla cura del benessere materiale dei suoi cittadini e che non doveva difendersi dai nemici (c’era qualcun altro che lo faceva al posto suo) poté persino permettersi il lusso di vantare virtù forse inesistenti: da qui la retorica sull’europa «potenza civile». Come nella favola della volpe e dell’uva. Poiché una potenza militare autonoma è irraggiungibile mi invento che è molto meglio così. Ecco perché puntare oggi sulla difesa europea comporterebbe un cambio di paradigma, uno strappo profondo rispetto alla storia dell’integrazione europea. Si può immaginare qualcosa di più difficile?
Ci sono poi gli ostacoli che hanno a che fare con il funzionamento delle democrazie europee. Se gli elettori non vogliono non si va da nessuna parte. Gli elettori dei principali Paesi europei, fin qui, non hanno dato segni di volere rinunciare allo Stato nazionale. È facile puntare il dito contro i cosiddetti sovranisti, i movimenti anti-europei. Ma è un fatto che il cancelliere tedesco, dopo l’invasione dell’ucraina, annunciò un ambizioso piano di riarmo della Germania, non un investimento tedesco nella difesa europea. In sintonia, presumibilmente, con la sensibilità dei suoi elettori. E il presidente francese Macron, tanto impegnato nel sostenere la causa dell’integrazione europea, non si è mai sognato di mettere a disposizione dell’europa l’armamento nucleare francese. Tanti elettori non lo avrebbero sicuramente seguito.
L’opinione pubblica può essere un potente ostacolo anche da altri punti di vista. Ipotizziamo (cosa di cui però è lecito dubitare) che sia possibile generare le ingentissime risorse necessarie per dare vita a una vera difesa europea senza toccare i sistemi di welfare né innalzare troppo la pressione fiscale. Poiché
la politica è in larga misura competizione intorno a risorse scarse, sorgerebbero comunque forti resistenze da parte di chi (per esempio, varie organizzazioni sindacali) vorrebbero più investimenti, non in sicurezza e armi, ma in pensioni, sanità eccetera.
Sempre in relazione agli orientamenti dell’opinione pubblica va citato un altro aspetto che ha una particolare rilevanza nel caso dell’italia. Un Paese, peraltro, davvero speciale: quale che sia il colore del governo l’italia non riesce neppure a soddisfare la richiesta Nato di portare al 2 per cento del Pil la spesa militare. Difficilmente, se dal dire si passasse al fare (se si investisse massicciamente nella difesa), ciò non urterebbe la sensibilità di una parte, forse rilevante, del mondo cattolico. Plausibilmente, sorgerebbero in quel mondo forti resistenze contro quello che verrebbe subito denunciato come il nuovo «militarismo» dell’europa.
Conclusione: la storia dell’integrazione europea da un lato e gli orientamenti delle opinioni pubbliche dall’altro, rendono difficile dare vita in un prossimo futuro a una vera e solida difesa europea (che poi, realisticamente, potrebbe essere solo la gamba europea della Nato). A meno che l’europa non si trovi a fronteggiare una minaccia mortale, immediatamente riconosciuta come tale dalla schiacciante maggioranza degli elettori europei. Se questo accadesse, plausibilmente, gli europei si dividerebbero fra una parte disposta ad approntare una difesa europea contro la minaccia e un’altra parte pronta a cedere ai diktat dell’autore della minaccia, a blandirlo, a tentare di ingraziarselo. Quale delle due parti prevarrebbe sull’altra non è oggi possibile prevedere.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link 

Carta di credito con fido

Procedura celere

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Informativa sui diritti di autore

La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni:  la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.

Consulenza fiscale

Consulenza del lavoro

Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?

Clicca qui

 

 

 

Carta di credito con fido

Procedura celere

Prestito personale

Delibera veloce

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui

La rete #dessonews è un aggregatore di news e replica gli articoli senza fini di lucro ma con finalità di critica, discussione od insegnamento,

come previsto dall’art. 70 legge sul diritto d’autore e art. 41 della costituzione Italiana. Al termine di ciascun articolo è indicata la provenienza dell’articolo.

Il presente sito contiene link ad altri siti Internet, che non sono sotto il controllo di #adessonews; la pubblicazione dei suddetti link sul presente sito non comporta l’approvazione o l’avallo da parte di #adessonews dei relativi siti e dei loro contenuti; né implica alcuna forma di garanzia da parte di quest’ultima.

L’utente, quindi, riconosce che #adessonews non è responsabile, a titolo meramente esemplificativo, della veridicità, correttezza, completezza, del rispetto dei diritti di proprietà intellettuale e/o industriale, della legalità e/o di alcun altro aspetto dei suddetti siti Internet, né risponde della loro eventuale contrarietà all’ordine pubblico, al buon costume e/o comunque alla morale. #adessonews, pertanto, non si assume alcuna responsabilità per i link ad altri siti Internet e/o per i contenuti presenti sul sito e/o nei suddetti siti.

Per richiedere la rimozione dell’articolo clicca qui