I bonus 2024 erano stati oggetto di molte critiche. La scelta era di azzerarli, ma le crisi di Stellantis e Volkswagen hanno indotto un ripensamento?
Il settore automobilistico italiano si trova al centro di un’importante revisione delle politiche industriali. Il corposo pacchetto di incentivi statali alla rottamazione varato nel corso del 2024 non ha sortito gli effetti sperati. Soprattutto gli incentivi dedicati alle elettriche, svaniti nell’arco di poche ore, hanno lasciato molti a bocca asciutta e dal Governo nelle settimane scorse era filtrata una decisione netta: niente più incentivi per i prossimi anni. Poi, però, è esplosa drammaticamente la crisi che covava già da tempo sotto la cenere. Prima la grande mobilitazione degli operai Volkswagen, messi di fronte alla notizia della chiusura di alcuni stabilimenti, poi la “bomba” delle dimissioni del CEO di Stellantis, Carlos Tavares. E il Governo italiano ha reagito, rivedendo le sue intenzioni iniziali.
Resta la riduzione del Fondo Automotive: le reazioni del settore
La decisione del Governo di tagliare comunque drasticamente il Fondo Automotive, inizialmente stanziato a 8,7 miliardi di euro per nove anni, ha suscitato forti critiche da parte delle associazioni di settore. Con una riduzione di 4,6 miliardi, il fondo residuo ha allocato 700 milioni per il 2022 e un miliardo per il 2023 e 2024, lasciando un margine limitato per interventi futuri. L’ANFIA ha espresso il proprio disappunto, definendo il taglio “sconcertante”, mentre Motus-E ha sottolineato come la riduzione alimenti un clima di incertezza sull’orientamento industriale del Paese. Questo ridimensionamento ha già avuto un impatto diretto sul sostegno al mercato, mettendo in discussione la competitività dell’Italia rispetto ad altri Paesi europei.
Stop agli incentivi auto nel 2025: una scelta che cambia il mercato
La notizia che segna un punto di svolta è lo stop definitivo agli incentivi per l’acquisto di auto nuove nel 2025, compreso l’Ecobonus per i veicoli meno inquinanti. Una decisione che rappresenta una rottura con le politiche precedenti, che avevano sostenuto la transizione verso una mobilità più sostenibile a forza di bonus rottamazione. L’eliminazione degli incentivi lascia molti dubbi sul futuro del mercato automobilistico italiano, soprattutto per quanto riguarda la spinta verso l’elettrico, visto il costo elevato della maggior parte dei modelli.
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha però confermato che il governo intende potenziare il fondo automotive, puntando su risorse pari o superiori ai 750 milioni di euro del vecchio fondo. Tuttavia, l’obiettivo principale non sarà sostenere gli incentivi per i consumatori, ma favorire gli investimenti produttivi delle imprese. Una strategia che punta a rilanciare il comparto attraverso infrastrutture e innovazione, con un piano decennale da 24 miliardi di euro previsto dal 2027 al 2036, come indicato nella legge di Bilancio.
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