di Mara Rodella
Anche per i giudici di secondo grado Samir Bougana avrebbe torturato un ragazzino
Anche per i giudici di secondo grado avrebbe «torturato» un ragazzino. Su richiesta del sostituto procuratore generale Rita Anna Emilia Caccamo, la Corte d’assise d’appello (presidente Claudio Mazza) ha confermato la condanna a dieci anni inflitta in primo grado nei confronti di Samir Bougana per sequestro di persona aggravato dall’odio razziale e dal terrorismo.
Originario di Gavardo, 30 anni, foreign fighter italo-marocchino già condannato a 4 anni (definitivi) per aver partecipato a un’associazione con finalità terroristica, dopo un percorso di radicalizzazione alla Jihad in Italia e in Germania, fino all’arruolamento in Siria nel 2014 tra le fila dello Stato Islamico, fu arrestato la prima volta nel 2019 a Kobane.
La seconda su ordinanza del gip, proprio per le presunte sevizie a un ragazzino di soli 14 anni. «Svolgendo il servizio pubblico a favore dello Stato Islamico nella provincia siriana di Deir El-Zor» avrebbe agito «con crudeltà e violenza nei confronti di siriani e curdi catturati quali dissidenti dell’Isis e detenuti Yazidi nel ribat».
Lui ha sempre rispedito le accuse al mittente, negando di essere mai stato affiliato all’Isis e di aver mai conosciuto il minorenne in questione. Che, rifugiato in Germania, lo riconobbe in foto nel 2019 e nel 2021. Ma non senza esitazioni, ha sottolineato ancora una volta il difensore — l’avvocato Salvatore Arcadipane — chiedendo anche in appello l’assoluzione a carico di Bougana proprio in virtù del fatto che il racconto della parte offesa non sarebbe attendibile («discordanti» le versioni rese nei diversi interrogatori), che la ricostruzione temporale dei rispettivi spostamenti renderebbe impossibile un incontro, all’epoca, con l’imputato in Siria, e sottolineando l’assenza di prove, a cominciare dai segni delle presunte violenze subite.
Al contrario, l’accusa — che anche in assise era partita da una premessa scritta nero su bianco sulle sentenze passate in giudicato, cioè che Samir Bougana sia un ex combattente dell’Isis — ne ha ribadito la credibilità. E anche la Corte d’appello ha sposato questa tesi.
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