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La crisi dell’auto preoccupa anche Brescia – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni


È la grande crisi dell’auto a togliere il sonno di imprenditori e lavoratori. Sul banco degli imputati la transizione all’elettrico, con lo stop dal 2035 alle immatricolazioni delle auto a motore a combustione interna. Il settore della componentistica automotive – l’«industria delle industrie» come veniva definita dall’economista Peter Drucker – conta nella nostra provincia la bellezza di oltre 200 imprese e migliaia di lavoratori. Qui si produce ed esporta di tutto: dallo sterzo, alle sospensioni; dalle parti di carrozzeria ai sedili; dai fanali ai cruscotti. Tante aziende operano direttamente nel «powertrain» a combustione interna, per loro il passaggio all’elettrico potrebbe portare la chiusura.

Transizione

Sulla transizione le aziende hanno ingaggiato una battaglia a tutto campo, affiancate dagli studi del Cluster Lombardo della Mobilità. Paladino delle tesi della filiera è l’assessore regionale Guido Guidesi che dalla settimana scorsa è anche alla guida dell’Automotive Regions Alliance, l’alleanza tra le 36 regioni europee che all’unanimità ha firmato un documento chiedendo «neutralità tecnologica» nel raggiungimento degli obiettivi «green» imposti dall’Europa, ovvero l’apertura all’utilizzo dei biocarburanti anche dopo il 2035.

Ora qualcosa a Bruxelles si muove. Secondo indiscrezioni di stampa i tecnici starebbero studiando un nuovo piano sull’auto che prevede un parziale cambio di rotta. L’ipotesi è di congelare le multe che scatterebbero dal 2025 sulle vendite di auto endotermiche, ma anche consentire l’utilizzo dei carburanti green dopo il 2035.

Piano d’azione

Sul tema è intervenuto ieri anche il vice-presidente della Commissione Industria del Parlamento Europeo, Giorgio Gori, che ha chiesto alla Commissione di varare con urgenza un piano d’azione sull’automotive, dicendosi favorevole «all’anticipo dell’assessment sull’industria dell’auto».

«Le difficoltà dell’automotive europeo – ha spiegato Gori – sono sotto i nostri occhi e noi abbiamo il dovere di occuparcene. Sbaglia chi propone di rallentare la transizione green di questo settore: non è quello che ci chiedono le imprese, che sull’elettrico hanno investito oltre 250 miliardi di euro. Cina e Stati Uniti vanno in quella direzione e ci vanno molto rapidamente, accompagnando l’innovazione con ingenti risorse pubbliche». Il percorso verso l’auto elettrica è ineluttabile, va sostenuto rendendolo sostenibile, anche dal punto di vista economico. 



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