“Le persone sorde vivono ogni giorno barriere che non dovrebbero esistere in un Paese moderno. Accessibilità, lavoro, mobilità e salute sono ambiti in cui servono azioni immediate e concrete. Per troppo tempo le persone sorde sono state considerate invisibili dal nostro sistema, ma è ora di colmare queste lacune con interventi mirati”. Lo ha dichiarato Angelo Raffaele Cagnazzo, presidente dell’Ente nazionale sordi (Ens), in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità.
“Uno dei temi più urgenti riguarda il sistema dei trasporti: chiediamo l’eliminazione delle limitazioni che ci impediscono di ottenere patenti per guidare mezzi pesanti. Questa – ha aggiunto il presidente di Ens – è una discriminazione che non ha ragione di esistere e di cui abbiamo discusso con il ministro Matteo Salvini. Ci penalizza ingiustamente, soprattutto se confrontata con gli standard europei. In altri Paesi, la tecnologia, come segnalazioni luminose e sistemi avanzati di sicurezza, consente alle persone sorde di svolgere questa professione senza problemi. Anche l’Italia deve adeguarsi”.
Anche l’indennità di comunicazione è al centro delle richieste dell’Ens. “L’importo attuale è assolutamente inadeguato e non tiene conto delle reali esigenze economiche delle persone sorde – ha sostenuto Cagnazzo -. Questa indennità deve essere aumentata e adeguata ai costi attuali, così che le persone sorde possano accedere a strumenti e servizi fondamentali per vivere in autonomia e partecipare pienamente alla vita sociale e lavorativa. Una revisione di questa misura è non solo necessaria, ma urgente”.
Sul fronte del lavoro, Cagnazzo ha evidenziato l’importanza di una revisione della legge 68/1999. “Proponiamo l’introduzione di una quota minima dell’1% per il collocamento obbligatorio delle persone sorde. Attualmente, il sistema ci penalizza due volte: i datori di lavoro spesso evitano di assumerci per paura dei costi legati alla comunicazione e, al tempo stesso, le altre categorie tutelate non vogliono cedere parte delle quote riservate. È fondamentale correggere questo squilibrio e incentivare le assunzioni attraverso il finanziamento di interpreti Lis, che rappresentano uno strumento di inclusione essenziale”.
Tra le richieste chiave avanzate dall’Ens, Cagnazzo ha ribadito le difficoltà affrontate dalle persone sorde straniere nell’ottenere la cittadinanza o i permessi di soggiorno. “È necessario modificare le modalità di accesso ai test scritti, introducendo prove alternative in Lingua dei segni italiana. Non servono nuove leggi, ma semplici aggiornamenti alle disposizioni ministeriali che garantiscano equità. È una questione di dignità e rispetto per tutti coloro che vivono nel nostro Paese” .
Un’altra priorità riguarda la salute: “I Livelli essenziali di assistenza (Lea) devono essere aggiornati. Oggi ci troviamo a fare i conti con un nomenclatore che risulta obsoleto e non risponde alle reali necessità della comunità sorda. Chiediamo una revisione che garantisca una standardizzazione su tutto il territorio nazionale, così che nessuno rimanga indietro solo per colpa della regione in cui vive”.
Infine, il presidente dell’Ens ha posto l’accento sulla formazione degli interpreti Lis, un settore strategico per garantire accessibilità e comunicazione: “La carenza di interpreti qualificati è un problema grave. Chiediamo che anche enti privati, oltre alle università, possano essere autorizzati a erogare corsi di formazione. Solo così possiamo garantire un servizio di qualità adeguata e una presenza capillare di interpreti in tutto il Paese”.
Cagnazzo ha concluso: “Non vogliamo più promesse o proclami, ma fatti. L’inclusione non può più aspettare. Ringraziamo il ministro Alessandra Locatelli per la disponibilità, ora però ci attendiamo provvedimenti”.
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