’Eravamo quattro amici alla Cornell University, che volevano cambiare il mondo’: si potrebbe parafrasare la nota canzone di Gino Paoli per spiegare cosa sia la Scuola Ortogonale che lo scorso fine settimana ha invaso le stanze della rocca vescovile di Bertinoro, sede del Centro Universitario. I quattro amici sono i fondatori della Fondazione Elicsir: il presidente Ozalp Babaoglu, professore dell’Università di Bologna che negli anni ‘80 e ‘90 mieteva riconoscimenti grazie ai suoi studi alla Berkeley e alla Cornell (per dirla in parole povere, se adesso possiamo navigare in Internet, gran parte lo si deve a lui); Lorenzo Alvisi, direttore del dipartimento di Computer Scienza alla Cornell University; Gianfranco Bilardi, professore del dipartimento di ingegneria dell’informazione dell’Università di Padova; Alessandro Panconesi, professore dell’Università Sapienza di Roma. La loro missione è elevare la reputazione della scienza informatica italiana, non tanto, e non solo, per una questione di prestigio “ma perché si tratta di un asset fondamentale per il nostro Paese”. Ad accorgersi, oltretutto, che l’informatica italiana non sia al livello che le spetta, è stato un altro nome che non ha bisogno di grandi presentazioni, Eric Schmidt, colui che ha portato Google da una start up al colosso che conosciamo, e che nel 2021 poneva questa domanda: “Perché l’informatica italiana non ha il riconoscimento internazionale che merita, nonostante la presenza di tanti talenti?”. Una domanda a cui ha fatto seguire la richiesta di un progetto e un grosso finanziamento per svilupparne i punti. Un lungo preambolo necessario per far capire che a Bertinoro sono arrivati 40 brillanti studenti italiani, iscritti a università pubbliche del Bel Paese, a cui sono state assegnate da parte di Elicsir 20 borse di studio da 25.000 ciascuna, e altre 20 da 2.000 euro. Per questi studenti sono stati organizzati vari eventi tra cui le Scuole Ortogonali.
Per fare questo hanno chiamato a dirigere un manager che Bertinoro conosce bene, Andrea Bandini, direttore generale del Ceub sin dall’inizio e che lo ha portato all’eccellenza fino al momento della pensione a maggio di quest’anno. Gli eventi, gratuiti per gli studenti selezionati, consistono in seminari e incontri con professori di varie università italiane “perché si possano innescare quelle relazioni tra le più promettenti menti dell’informatica italiana”. In pratica, fare in modo che tra qualche anno si possa cantare ’Eravamo quattro amici a Bertinoro, che volevano…’.
Matteo Bondi
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