L’imminente uscita del decreto attuativo dell’art. 18 quinquies del D.L. 113/2024 dovrebbe sancire il definitivo superamento del circuito finanziario disciplinato dal D.M. 21/10/2021. Esso prevedeva, come noto, che i soggetti attuatori potessero richiedere un anticipo iniziale (inizialmente fissato al 10% del finanziamento e poi elevato fino al 30% e in alcuni casi anche oltre), mentre le erogazioni successive sarebbero avvenute in base alle rendiconti presentate e approvate dalle amministrazioni responsabili.
A breve, invece, gli attuatori potranno ottenere fino al 90% del finanziamento autocertificando di avere sostenuto al spesa e di avere rispettato tutti gli obblighi previsti a loro carico. La documentazione non sarà più caricata su Regis (se non in piccola parte), ma conservata agli atti dell’ente, a disposizione per eventuali audit.
Questo assetto farà felici i responsabili del servizio finanziario, perché almeno sulla carta i pagamenti dovrebbero arrivare entro 30 giorni dalla richiesta. Ma apre altre questioni non trascurabili. Eccone alcune.
Chi firmerà l’autocertificazione? Il primo dubbio è questo. A nostro avviso dovrebbe essere il Rup, anche se non mancheranno tentativi di coinvolgere gli organi politici.
Per gli interventi a cavallo fra diversi soggetti chi si assumerà la responsabilità della firma? Molti interventi prevedono attuatori di primo e secondo livello, ma è difficile che il decreto in arrivo entri così nello specifico, per cui occorrerà attendere indicazioni più specifiche dai ministeri competenti.
Lo sblocco vale per tutte le misure? Anche qui al momento non ci sono indicazioni, per cui rimane il dubbio.
Che tipi di controlli saranno svolti in sede di erogazione del saldo finale? Su questo la norma è molto generica, per cui il rischio è che ciò che è uscito dalla porta rientri dalla finestra.
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