Undicesimi nella classifica delle province con il più alto valore medio di ore di cassa integrazione autorizzate. Questa volta la presenza della provincia di Rimini nelle parti alte dell’indagine condotta dal Sole 24 Ore non è un elemento di cui vantarsi. Nei primi nove mesi dell’anno le richieste di Cig sono aumentate nel Riminese dell’81,9% rispetto all’anno precedente quando si era già registrata un’importante impennata. Ormai nel nostro territorio il ricorso agli ammortizzatori sociali è un processo comune alla maggioranza delle imprese. Non si tratta solo di grandi aziende, come accaduto alla Aeffe ad esempio, o alla Ceramiche Del Conca. “Se siamo ai primi posti nel Paese – premette Francesca Lilla Parco, segretaria generale della Cgil – lo si deve al fatto che i due settori più forti dell’economia provinciale sono l’abbigliamento e la meccanica, ovvero quelli che stanno soffrendo di più a livello nazionale”. Nel Paese l’ambito delle aziende meccaniche ha visto un ricorso alla Cig aumentato nel 2024 del 48,3%, mentre nell’abbigliamento si arriva al 124,7%.
Tuttavia, fa notare Lilla Parco, questa è solo la punta di un iceberg molto più radicato nel contesto sociale del territorio. “Le grandi aziende muovono una filiera fatta di piccole imprese artigiane anch’esse andate in profonda difficoltà. Non avranno molti dipendenti, ma hanno dovuto comunque ricorrere agli ammortizzatori sociali. A marzo, per le imprese artigiane avevamo già avanzato la richiesta per 800 accordi per gli ammortizzatori sociali. Finiremo l’anno avendo superato i mille”. Numeri da brivido “che incidono fortemente su migliaia di famiglie. Da tempo diciamo che la situazione è molto difficile”. Inoltre “le nostre grandi imprese vivono molto sull’export, ma per varie situazioni i volumi di vendita sono diminuiti e siamo anche preoccupati dell’eventualità di aumenti dei dazi per gli Stati Uniti il prossimo anno”. La Cgil da tempo è corsa ai ripari, “e a breve dovrebbe essere istituito un tavolo di crisi in Provincia. Serve l’apporto di tutti. Gli enti locali devono diventare protagonisti con veri progetti di sostegno ai settori”. Un appello anche “alle associazioni di settore, che ad oggi non si sono sentite”.
Andrea Oliva
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